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  • Meeting MGS IC 2023

    Sabato 9 e Domenica 10 settembre , presso l'Opera Don Bosco dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice al quartiere don Bosco, si è svolto il più numeroso Meeting della storia del movimento giovanile salesiano dell'Italia Centrale, con più di 560 presenze. Il Meeting è la più ampia convocazione ordinaria (annuale) del nostro territorio, superato solo dal Forum, che ha però una convocazione periodica e appunto straordinaria. In questo weekend ho potuto riabbracciare e fare memoria delle amicizie vere e dei rapporti significativi della mia vita. La possibilità di parlare e confrontarmi con i consacrati e giovani appartenenti al MGS mi ha dato energia e forza per cominciare questo nuovo anno pastorale. Quest’anno ho avuto la fortuna di poter aiutare nell’animazione di alcuni stand per i più giovani e mi ha fatto vedere questo evento da una prospettiva diversa. Ho potuto trasmettere loro quello che negli anni era stato per me il meeting e questo mi ha davvero reso consapevole di quanto si possa essere testimoni nella vita dei più giovani. Il tema dell’anno pastorale pensato sul sognare lo sento forte dentro me, e il poter regalare un mio sogno alla preghiera di qualcuno ricevendone uno in cambio mi ha fatto sentire figlia di uno stesso Padre con tutti i giovani e consacrati presenti. Confido che questo evento, riesca nel tempo a trasmettere le emozioni che ha trasmesso a me a tutti i giovani che parteciperanno, dando forza ed energia da portare nelle proprie case.

  • Tutti siamo Provvidenza - MissioLab a Gubrye

    Siamo da poco tornati in Italia dopo ventiquattro giorni vissuti nella missione di Gubrye, in Etiopia. Una missione FMA creata per prendersi cura della popolazione più povera e che permette a molti uomini e donne di lavorare. Suor Rosaria, Suor Antonietta e Suor Scolastica in sette anni hanno dato vita a un’oasi di bellezza e gioia. In questo tempo, infatti, hanno aperto una panetteria che sforna circa cinque mila panini al giorno, parte dei quali vengono venduti ad un prezzo accessibile a tutti, mentre gli altri vengono destinati ai poveri e ai bambini dell’oratorio. Insieme alla panetteria, c’è un ristorante, dove lavorano molte mamme e in cui si recano per lo più gli operai delle fabbriche vicine; qui, con i guadagni ottenuti, viene dato da mangiare anche ai più poveri che non possono permettersi di pagare il pasto. La missione ospita inoltre, una pelletteria che si dedica alla realizzazione e alla vendita di alcuni prodotti in pelle come borse, giacche, portachiavi, portafogli e svuota tasche e una scuola di sartoria, che permette a molti di imparare un mestiere. Infine, ma non alla fine, i corsi di musica e inglese cercano di coltivare nei più giovani interessi e motivazioni nuove. A servizio dei poveri ci sono anche altre attenzioni della comunità, che si impegna a pagare l’affitto delle abitazioni di alcune famiglie e offre la possibilità di ricaricare torce elettriche a chi non ha la corrente elettrica in casa. Per tutti poi, c’è il pozzo, che permette a moltissime persone di accedere all’acqua. A tal proposito, durante la nostra permanenza a Gubrye si è verificata la rottura della pompa e per alcuni giorni non è stato possibile fare il pane né aprire l’oratorio ai bambini. Di fronte a questo problema, abbiamo assistito ad una mobilitazione generale in cui tutti si sono adoperati per accelerare la risoluzione del problema, lavorando anche il sabato e la domenica. Noi stessi ci siamo sentiti in dovere di interessare parenti e amici per raccogliere i fondi necessari alla sua sostituzione ed abbiamo aperto una pagina Instagram @salesiansisters_gubrye con la finalità di far conoscere maggiormente questa bella realtà. La testimonianza delle suore è che la Provvidenza accompagna quotidianamente questa missione e chi, come noi, ha avuto l'occasione di starci dentro, ha scoperto presto di essere egli stesso strumento di questa Provvidenza. In merito alla nostra esperienza ciò che abbiamo fatto è stato semplicemente STARE, immergerci in punta di piedi in questa realtà così diversa dalla nostra, senza giudizio. Ci siamo sentiti accolti come a cas a e abbiamo vissuto in comunione fraterna e abbracciati dall’amore del Signore. È stato sorprendente vedere come nel pomeriggio l’oratorio si riempisse di bambini di ogni età e diventasse uno spazio in cui ciascuno di loro potesse vivere la propria infanzia. Fare animazione con ottocento bambini ci ha permesso di apprezzare a fondo la potenza della semplicità del gioco e del divertirsi insieme. Ripercorrendo quanto abbiamo visto e ricevuto, non possiamo che dire āmeseginalehu ovvero GRAZIE per ogni sorriso e volto incontrato e per la testimonianza straordinaria delle suore che, con il loro esempio, ci hanno accompagnato e guidato. Affidiamo questa missione alla preghiera di tutti, perché possa continuare a crescere e veder realizzati i sogni che porta con sé, come quello di aprire un giorno una scuola dell’infanzia dove educare i più piccoli e offrir loro le basi per un’istruzione altrimenti preclusa.

  • The Malta Experience - Missione IC a Malta

    Quest’anno, tra le destinazioni previste dal percorso di MissioLab, è stata proposta anche quella minuscola isola del Mediterraneo così rinomata soprattutto come meta di vacanze estive: Malta. Ma tra le spiagge rocciose, le tracce delle civiltà preistoriche e dei cavalieri, e i vivaci locali notturni, si annida un’altra Malta, che spesso passa inosservata o rimane sconosciuta: si tratta della Malta quotidiana, fatta, tra le altre cose, di problemi e sofferenze di chi vive ogni giorno l’isola e le sue contraddizioni. È proprio questa la realtà in cui opera la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice composta dalla direttrice Sr Maria Angeles, da Sr Mimoza e da Sr Tess, le quali hanno accolto e ospitato me e Sr Ilaria Fara per tutta la durata dell’esperienza missionaria, dal 30 giugno al 30 luglio. La missione di questa piccola comunità FMA si occupa dell’educazione di bambini e ragazzi provenienti soprattutto da varie tipologie di famiglie povere e l’obiettivo, come ha detto Sr Mimoza, citando don Bosco, è far sì che i ragazzi crescano in tutte le dimensioni, diventando “onesti cittadini del mondo, buoni cristiani e futuri abitatori del cielo”. È una realtà ancora in fase di sviluppo, in quanto opera solo da un anno e mezzo nella località di Xghajra, dopo aver operato nella zona di Birzebbuga, ma ha già riscosso un grande successo presso i bambini! Una cosa che mi ha particolarmente colpito, infatti, è stata la gioia e l’entusiasmo con cui i ragazzi hanno partecipato alle attività, oltre all’allegra accoglienza che riservavano a tutti coloro che davano una mano, anche a chi, come me, era lì per la prima volta. Durante l’anno, la comunità mette in atto un programma socio-educativo con sostegno scolastico e si occupa della gestione di un centro giovanile per ragazzi dagli 11 anni in su, mentre in estate organizza un Summer Camp per bambini a partire dai 6 anni, fino ad arrivare ai più grandi, di 15 anni. La mia esperienza missionaria, con Sr Ilaria, si è svolta proprio nell’ambito del campo estivo, iniziato il 3 luglio e terminato il 28. Le settimane erano organizzate in modo preciso, sotto l’insegna del tema principale: Be + live, giocando sulla parola inglese “believe”; il lunedì e il venerdì erano dedicati ad un sottotema sempre diverso (be home, be unique, be a true leader, live transforming, live for others, live loving), che veniva presentato all’inizio della giornata da una breve scenetta di teatro sulla vita di don Bosco, di madre Mazzarello o di uno dei giovani che hanno seguito i loro insegnamenti, dopodiché i ragazzi venivano divisi in gruppi basati sull’età per fare un’attività di riflessione sul tema, per esempio a me erano stati affidati i bambini del gruppo “Tree”, di 8 e 9 anni! Il lunedì, poi, si passava ai workshops, scelti dai ragazzi stessi, spaziando da attività di craft, a danza africana, musica o, nel mio caso, calligrafia cinese e flauto dolce. Il venerdì, invece, dopo il momento con il proprio gruppo, ci si dava ai giochi d’acqua, con le quattro squadre chiamate John, Main, Domenico e Laura! Il martedì e il giovedì, infine, erano dedicati alle uscite, in particolare il mare il martedì e una gita “fuori porta” il giovedì, come la visita al Malta Experience o al museo interattivo Esplora. I momenti di riflessione sul tema e quelli dei laboratori sono stati i momenti in cui ho avuto più occasione di conoscere i bambini e legare con loro, ma sono stati anche quelli in cui sono stata messa maggiormente alla prova, ritrovandomi a gestire un gruppo, a dover trasmettere degli insegnamenti, e a riflettere anche su me stessa e sui miei limiti! Ogni momento passato con i bambini ricordava che la missione non è fatta solo di “dare”, ma anche di tanto “ricevere”. Una delle riflessioni più forti, poi, riguarda proprio Malta in sé. Prima di partire, infatti, non credevo che un’isola come Malta potesse essere terra di missione e avevo sempre immaginato l’esperienza missionaria come qualcosa di proiettato a luoghi più lontani, più remoti, e magari ai nostri occhi anche un po’ “esotici” forse. Ma era un’idea sbagliata. Conoscer e la realtà maltese ed entrare in contatto con l’ “altra faccia” di questa isola mi ha fatto capire come la missione possa essere necessaria in luoghi più vicini a noi di quanto pensiamo, in luoghi quasi “insospettabili”. È questa l’immagine di Malta che vorrei far conoscere e conservare in me, come porterò sempre nel cuore i sorrisi di ogni bambino e il calore dell’accoglienza che ci ha riservato la comunità, con cui è nato un bellissimo rapporto.

  • BEATI NEL DARE E NEL RICEVERE - WEEKEND MISSIOLAB AL SERMIG

    Si è più beati nel dare che nel ricevere! Con questo spirito evangelico si è vissuta l’ultima tappa di MissioLab. Il 21 aprile il gruppo missionario dell'IC, composto dai giovani partecipanti del MissioLab, è partito per Torino per vivere un’esperienza di servizio presso il SERMIG (Servizio Missionario Giovani). Un weekend di dono di sè nell’ex fabbrica di armamenti, ora un “monastero metropolitano”, che vive di Provvidenza per sostenere missioni in tutto il mondo e portare pace nei quartieri di degrado attraverso la preghiera, l’accoglienza, la formazione e il dialogo. Il primo giorno, il gruppo MissioLab è stato accolto da Mattia e Marco, due giovani consacrati della Fratellanza del Sermig, che hanno testimoniato la loro vita nell’Arsenale della Pace. Dopo aver visto la moderna chiesa dove i volontari e i consacrati si raccolgono tutti giorni per pregare siamo andati alla scoperta dei diversi luoghi della struttura: sale di laboratorio e del doposcuola per i giovani, gli studi medici, l'accoglienza e la cappella. In quest'ultima, meravigliati di come degli arnesi della ex fabbrica di guerra fossero stati usati per costruire e allestire il luogo sacro, i volontari hanno avuto la possibilità di porre alcune domande sul carisma e sulla vita comunitaria del SERMIG. In seguito alla cena e la preghiera dei Vespri, i giovani partenti hanno visto un capolavoro edile. Battezzato col nome “PalaSermig”, il palazzetto dello sport è stato edificato in soli nove mesi con l’aiuto dei numerosi donatori. Inaugurato il 12 novembre del 2021, con la presenza del Presidente della Repubblica Mattarella e del fondatore dell’Arsenale Ernesto Olivero, PalaSermig ha riqualificato il quartiere malfrequentato e accoglie le diverse attività sportive dell’ASD Sermig e di altre associazioni. Alberto, un punto di riferimento per i ragazzi e i genitori stranieri che frequentano il doposcuola e le attività sportive, ha condiviso la sua esperienza da missionario in Brasile e la sua storia nel SERMIG. Il giorno successivo, i volontari si sono dati da fare nei diversi reparti dell’Arsenale. Divisi in gruppi, hanno prestato servizio nel magazzino di smistamento dei vestiti ricevuti in beneficienza e destinati i bisognosi e alle missioni, in cucina, nell’oratorio - dove hanno animato i bambini del doposcuola - nel laboratorio di falegnameria e di bricolage e nella pulizia di diverse stanze. La giornata lavorativa, intervallata dalla celebrazione della messa, si è conclusa con la visita guidata nel Museo Casa don Bosco, nell’oratorio salesiano di Valdocco, e con il tanto atteso mandato missionario ricevuto dai ragazzi nella Basilica di Maria Ausiliatrice da parte dell’equipe missionario, conclusosi in una preghiera comunitaria. Domenica, ultimo giorno della permanenza a Torino, al gruppo di giovani è stato riservato un momento di raccoglimento. Dopo un’ultima testimonianza di Marco riguardo la sua vocazione e la lettura di una pagina della Regola redatta dal fondatore, i giovani di MissioLab sono stati invitati a riflettere sul carisma del Sermig, cioè la restituzione del bene che si è ricevuto, e si sono interrogati su come diventare lievito nelle missioni e a casa loro. L’esperienza del Sermig è terminata in bellezza: i ragazzi hanno avuto la fortuna di poter porre delle domande a Ernesto Olivero, il quale con entusiasmo li ha voluti conoscere e renderli partecipi delle prove che lui stesso ha vissuto da missionario nella sua città. Dopo la messa e il pranzo, i ragazzi si sono salutati e incoraggiati a vicenda, in vista del viaggio che li attende. Se sei curioso di scoprire qualcosa in più del SERMIG ecco qui il loro sito: https://www.sermig.org/

  • LA CURA DELLA CASA - Formazione Animatori 2 Toscana

    Il 30 Aprile a Scandicci si è tenuta la giornata di formazione per gli animatori salesiani della Toscana per quest'anno 2023. Il tema ormai ha preso forma, sviscerato nelle sue varie sfaccettature reali e dimensioni pastorali. La Casa Michele Magone, struttura semiresidenziale per minori in difficoltà, nata durante la pandemia per volontà della comunità, è il luogo del compimento del nostri percorso. Da οἶκος (òikos) casa, e νόμος (nòmos) legge, l’economia ci indica le regole della casa, come gestirla e farla fruttificare nel tempo. Ecco i due distinti momenti interni ed esterni della giornata, tra mattina e pomeriggio. Dati i miei studi economici mi soffermerò soprattutto sul workshop pomeridiano su Economy of Francesco. La prima visione di un’economia di mercato la si deve a san Francesco e al pensiero francescano durante il periodo dell’umanesimo civile; pensiero che non rimase solo tale, ma che seppe anche trasformarsi in azione e che seppe declinarsi in vari ambiti. Per esempio, di fronte ad una società dominata dagli strozzini, che chiedevano un tasso d’interesse altissimo per i prestiti, i francescani crearono i monti di pietà, un istituto di credito che concedeva prestiti con dei tassi d’interesse molto bassi. Una persona poteva quindi avere accesso al credito, investire, stabilizzarsi nel lavoro, superare situazioni private di difficoltà e con il tempo ripagare il suo debito senza essere soffocato da un tasso d’interesse eccessivo. C’erano poi altri istituti come i monti frumentari e i monti dei matrimoni, tutti con l’obbiettivo di permettere al povero, uomo o donna, di potersi costruire un lavoro, goderne i frutti e vivere della dignità che viene dal lavoro uscendo da condizioni di povertà e miseria. Non a caso papa Francesco ha invitato moltissimi giovani a ripensare l’economia con un progetto che porta il nome di san Francesco, un progetto di portata mondiale per sognare qualcosa di nuovo, per rendere possibile l’impossibile. «Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra, un’economia di pace. Si tratta di trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni»ha detto il papa. L’economia è nata come branca della filosofia morale, nel tempo ha subito un processo di machiavellizazione, infatti, nelle università dagli anni trenta si passò a chiamare la materia da “political economy” ad “economics” perché quella desinenza cs ricorda le scienze come mathematics o phisics che non dipendono dalla morale. Il mondo ha bisogno di una nuova economia perché negli ultimi decenni, invece di fare tesoro di un’economia che guardasse al bene comune, il mondo ha perseguito politiche economiche per favorire la massimizzazione del benessere e del consumo individuale, l’idea neoliberista del “mercato libero” ha creato più vinti che vincitori per cui pochi si sono arricchiti tantissimo e molti si sono impoveriti. Il pianeta, poi, è quello che si è impoverito di più. Abbiamo imparato che un’economia che vuole solo aumentare la crescita economica e i livelli di produzione non è sostenibile, ora è il momento di cambiare la rotta per un nuovo orizzonte. Di questo si occupano i giovani di Economy of Francesco, una sfida possibile, una sfida di studio, ascolto e collaborazione alla luce del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa. Alcune note su cose imparate: 1) Il PIL tiene conto della ricchezza totale di un paese, non come questa sia distribuita. Infatti, tramite l’indice di Gini possiamo vedere il livello di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e negli ultimi quarant’anni in Italia e nel mondo l’indice è aumentato. Disuguaglianze troppo grandi creano disagi e danni sociali, gli Stati Uniti, molto più di noi, ne sono un chiaro esempio. 2) Non considera gli effetti che la produzione ha sull’ambiente 3) Non considera che una parte della ricchezza possa provenire da attività criminali 4) Parte del PIL sono le spese e gli investimenti nel settore bellico, quindi un aumento del PIL non corrisponde ad un aumento del benessere 5) Non considera tutte quelle attività che rientrano nel Terzo settore che, invece, hanno un risvolto sul benessere sociale tutt’altro che indifferente ed è il caso di soffermarcisi un momento. Il mondo del terzo settore è molto vasto, va dall’impresa sociale, alla fondazione, alla cooperativa fino all’associazione, può essere un’attività di volontariato o retribuita o in forma mista. Perché è così importante? Viviamo in un mondo in cui fa da padrone la logica efficentista e tutto ciò che non è efficiente tende ad essere tagliato via. Papa Francesco la chiama la cultura dello scarto e il terzo settore nel suo ideale ha di restituire la dignità di persona a chi è stato trattato come scarto. Oppure, si occupa anche di aiutare dei ragazzi e ragazze che provengono da contesti difficili a crescere con serenità insieme a educatori, volontari e una comunità che li sostiene. Questo è quello che fa l’associazione La melagrana in collaborazione con l’oratorio di Scandicci, accogliendo minorenni individuati dai servizi sociali in una struttura semiresidenziale intitolata a Michele Magone, uno dei ragazzi di don Bosco di cui ha scritto la biografia. Comunità che fanno rete, che sanno costruire qualcosa di nuovo, in dialogo con il mondo civile e il tessuto sociale delle città. È una delle sfide politiche, economiche e sociali di oggi investire nei giovani, nei ragazzi, aiutarli nello studio (principale causa delle disuguaglianze è proprio l’accesso allo studio), aiutarli a costruire relazioni vere e sincere, aiutarli ad avere speranza, per avere come capitale più grande la fraternità. Così si costruiscono comunità salde, che sanno dare una mano a chi ne ha bisogno perché nessuno resti indietro, che è capace di costruire un futuro che a sua volta potrà restituire alla generazione successiva. È un’economia diversa, una gestione della casa diversa, più umana, meno egoista, che ha fede nell’uomo e non nella mano invisibile del mercato.

  • Sulle Note del Mondo – Un concerto per conoscere MissioLab

    “Sulle note del mondo” è stato un evento realizzato da noi giovani del percorso MissioLab Lazio-Umbria. Un concerto per sensibilizzare e far conoscere le attività dell’animazione missionaria e per raccogliere fondi per le partenze missionarie di quest’estate: Etiopia, Egitto e Malta. Ognuno di noi ha contribuito alla realizzazione mettendo a disposizione le migliori capacità che possedeva, ed esso è stato il risultato di molteplici incontri fatti negli ultimi mesi per rendere originale e profondo l’evento. Durante la serata si sono alternati momenti di musica classica con musicisti professionisti- per l'occasione Quartet Missio - e testimonianze di persone che vivono a pieno il loro mandato missionario - Rita Inglese responsabile del progetto “Requiem per il mediterraneo” e Alessandra Morelli ex Delegata dell’Alto commissariato dlle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) che hanno potuto donarci i loro consigli e le loro esperienze sul come poter essere portatori di pace. È stato un’esperienza anche per noi per metterci in gioco. Infatti, abbiamo avuto l’occasione di condividere il nostro “perché", della scelta di partire: la volontà di stare nella prova per conoscersi, il bisogno di mettersi al servizio, la gratuità di mettere a disposizione i propri talenti, la curiosità del conoscere un posto nuovo e la possibilità di viaggiare attraverso le persone che ti raccontano quanto hanno vissuto. Per chiudere la serata in stile salesiano, Suor Anna Maria Geuna, collaboratrice dell’Ambito Generale delle Missioni delle FMA, ha lasciato un piccolo pensiero della buonanotte, in cui un messaggio di forza e amore, ricordandoci che siamo in cammino ma protetti dal Signore in questa missione. È stata una bella esperienza per noi ragazzi, personalmente ho assaporato una grande complicità e unità tra di noi, un grande frutto del percorso di quest’ anno e uno slancio per l’avventura che ci aspetterà! Consapevoli che l’amore di Dio ci spinge ad andare oltre ed essere suoi testimoni iniziamo la preparazione come gruppo per dire il nostro "Eccomi".

  • Genova - Museo delle spedizioni Missionarie

    In onore del 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana, nascerà all'interno dell'Opera Don Bosco nel quartier Sampierdarena di Genova, il Museo delle Spedizioni Missionarie Salesiane. Qui sarà possibile trovare reliquie, lettere ed altre testimonianze della grande amicizia tra San Giovanni Bosco e la città di Genova. Non lasciare che la storia si perda! “Gli occhi di Don Bosco e i nostri erano fissi sul bastimento per vedere ancora una volta i Missionari, che stavano sul ponte e ci davano l'ultimo addio. Don Bosco era tutto rosso per lo sforzo fatto a contenere la commozione ” Una storia che passa per l’amicizia tra i Salesiani e i genovesi, e arriva fino a 130 Paesi in tutto il mondo: da qui nasce l'idea di un museo, al fine di preservare la storia d'amore intercorsa tra il Santo dei giovani e la città da cui partirono le prime missioni salesiane. Sebbene l’amicizia tra Don Bosco e Genova inizi già il 1° gennaio del 1857, data in cui celebra la sua “prima messa genovese” presso la Chiesa di San Siro, questa verrà suggellata definitivamente l’11 novembre 1875, data della prima spedizione salesiana. Dal porto di Genova partiranno tutte le spedizioni missionarie fino a metà del ‘900, con la casa di Sampierdarena che ospiterà i missionari e la cui partenza e il passaggio creano momenti di testimonianza e di festa profondi e coinvolgenti per la città e la comunità Salesiana. Il museo verrà creato attorno alla cameretta di Don Bosco, ancora presente nell’opera salesiana di Genova Sampierdarena, e sarà in continuità con la bella intuizione del Museo delle Migrazioni del Galata, Museo del Mare. Se vuoi aiutare la realizzazione del progetto clicca QUI

  • Esercizi Spirituali Missionari 2023

    Dal 10 al 12 marzo per un week end ci siamo ritrovati, tra vecchie conoscenze e nuovi piacevoli incontri, per un appuntamento di crescita spirituale personale e comunitario. Ci siamo immersi, staccandoci dalla nostra quotidianità, salendo fino ai boschi di Monteserra di Pisa. “Dio ha visitato il suo popolo”, queste le parole della folla che assisteva al miracolo della risuscitazione (non resurrezione) del figlio della vedova di Nain. È stata questa la sensazione personale e condivisa da molti nei momenti finali vissuti insieme di esercizi spirituali. Il brano del Vangelo scelto per guidare le meditazioni è stato appunto il miracolo di Gesù descritto dal solo Vangelo secondo Luca (7,11-17) , quest’anno cercando specialmente di rivolgersi con profondità a quei ragazzi che partendo per la missione “visiteranno nuovi popoli”. Erano presenti infatti giovani del MGS della Toscana (che organizzava il fine settimana), della Liguria e l'animazione missionaria dell'Italia Centrale. Da ragazzo che ha partecipato come gruppo di #MissioLab del Lazio, ho sentito in modo forte e fatto mie le parole del Papa. Ho percepito il farsi missione, caricarsi di coraggio ed entusiasmo ed essere servizio nelle realtà che visiteremo. I momenti di preghiera sono stati intensi, in particolare l’adorazione eucaristica. In piccoli gruppi abbiamo condiviso momenti di raccoglimento personale, affidando ad un piccolo rosario una nostra intenzione o preghiera. Ciascuno di noi ora avrà una persona e una storia che porterà con sè nella propria missione, qualsiasi essa sia. Un sole primaverile ha chiuso gli esercizi nella giornata di domenica, quasi a simboleggiare una nuova partenza e apertura a ciò che siamo chiamati a vivere nelle nostre piccole realtà.

  • Oltre le distanze

    Lo scorso 13 gennaio ho partecipato al terzo incontro di MissioLab tra tutti i gruppi delle zone Toscana-Emilia Romagna, Liguria, Lazio-Umbria, Marche-Abruzzo e Sardegna. Abbiamo affrontato il tema dell’inculturazione attraverso la testimonianza diretta di Monica Puto, coinvolta nella scorta civile non armata in Colombia e don Jimmy Muhaturukundo, incaricato dell’oratorio di Valdocco. Della testimonianza di Monica ciò che mi ha stupito è stato che, praticamente tutta la sua vita, si è dedicata al servizio dell’altro, sin da giovanissima, in territori dove ciò che domina è la discordia. Mi ha colpito la sua forza di volontà e il suo coraggio di immedesimarsi e inserirsi volontariamente in un conflitto. La seconda testimonianza, poi, è quella che mi ha colpito ancora di più, soprattutto per la serenità con cui don Jimmy raccontava un’esperienza segnata da avvenimenti dolorosi. Mi ha meravigliato come abbia paragonato gli occhi limpidi di un salesiano per lui importante con quelli della madre e come il nome di Gesù fosse in qualche modo sempre presente nella sua vita. Credo che la sua sia una delle esperienze più lampanti di come una testimonianza fatta di vita pratica possa portare frutto. È stato davvero un incontro interessante ed è stato bello poterlo condividere con gli altri gruppi del MissioLab, segno di un percorso condiviso che va oltre le distanze.

  • Convivenza MGS Toscana 2023

    "Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme!" sal 133 Anche quest'anno (finalmente!) dopo tre anni di periodo pandemico, i giovani toscani hanno potuto vivere l'opportunità di vivere insieme una settimana intera per preparare esami, lavorare a distanza, seguire lezioni da casa, ma con la ricchezza di farlo insieme in un clima di condivisione carismatica, affrontano le sfide di questo tempo "caldo" della vita giovanile salesianamente e quindi da cristiani. I tre giorni trascorsi a Pisa nella convivenza organizzata dal Movimento Giovanile Salesiano sono stati per me tre giorni di fraternità vera. Nonostante non conoscessi la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze partecipanti mi sono sentito accolto e parte della Chiesa. Ancora una volta ho esperito la forza unificante della preghiera comunitaria, liturgia delle ore e Messa, e della condivisione dei pasti; momenti che hanno scandito le giornate di studio, o di lavoro, ma anche di famiglia, nel gioco e nel confronto reciproco. Una idea semplice, un modo di stare insieme che nutre il cuore e che crea senso di unione nell'affrontare l'impegno quotidiano. Ringrazio tutti per la Presenza e la dedizione nella realizzazione di questi giorni.

  • Non servono grandi cose ma solo la semplicità del cuore… Weekend di servizio MissioLab

    Comprendere cosa significhi essere missionari vuol dire anche mettersi in gioco! Con l'incontro MissioLab di dicembre i partecipanti hanno avuto modo di mettersi in gioco, ognuno in modo diverso, a proprio modo! Nel weekend del 10-11 dicembre, i gruppi MissioLab delle diverse regioni hanno svolto una giornata o un weekend di servizio e condivisione comunitaria. (Marche-Abruzzo) L’incontro di MissioLab dell’11 dicembre è stato un incontro…pratico, perché abbiamo cercato di mettere in pratica, appunto, il servizio, trascorrendo la giornata con l’associazione “I nuovi amici”, che si occupa di persone con disabilità di vario tipo. Nella prima parte della giornata abbiamo giocato con loro a bask-in, basket inclusivo, che è stata non solo un’attività all’insegna dell’inclusività, ma anche, credo, un modo per mettersi in gioco e creare un legame con l’altro, divertendosi. Dopo aver pranzato tutti insieme, poi, abbiamo semplicemente trascorso il pomeriggio ballando e cantando. Dico “semplicemente” perché questa giornata mi ha fatto capire che è proprio nella semplicità che risiede il significato di servizio: non serve necessariamente fare “grandi cose”, ma basta anche solo essere sé stessi e passare del tempo col prossimo con genuinità, facendo sentire meglio gli altri e noi stessi. Sono entrata in contatto con una realtà che conoscevo poco e mi ha colpito come abbia sentito da subito affetto dai ragazzi dell’associazione! Questa giornata mi ha fatto venire in mente la canzone “Servire è regnare”, che sento spesso nella mia parrocchia. (Lazio-Umbria) La seconda tappa del cammino di MissioLab è stata ricca di emozioni ed esperienze profonde di Servizio fondate sull’incontro con un ambiente particolare: il carcere minorile. Noi ragazzi abbiamo sperimentato la grandezza di una semplice disponibilità a trascorrere un pomeriggio e una domenica mattina differente, in ascolto di nostri coetanei. È stato un momento intenso, di scambio e svago. Negli occhi e nelle parole dei giovani era visibile la gratitudine nei nostri confronti per esserci intromessi nella loro casa e monotonia. (Toscana- Emilia Romagna) La mia prima esperienza in una struttura Caritas è stata una scoperta: aver avuto la possibilità di condividere il momento del pasto diurno con le persone ospiti della struttura, e il tempo del gioco e animazione con i bambini che vivono lì mi ha aperto gli occhi verso una e mille realtà che prima di allora, per me, non erano visibili o non conoscevo. Il rapporto che ho creato con queste persone mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso nel vivere la quotidianità ci si concentra sempre troppo su di sé finendo per rimane indifferenti agli altri, insensibili. Accoglienza, amore e cura dell'altro penso che debbano essere le basi per il vivere la società di oggi e del futuro. Un altro gruppo si è diretto al carcere minorile di Firenze dopo aver vissuto una mattinata di testimonianza e di condivisione di note pratiche con Stefano Liccioli scoprendo una frontiera di missione nascosta agli occhi dei più e come dettoci da Stefano spesso volontariamente ignorata in quanto abitata da “delinquenti”. La notizia più bella nella tristezza che un carcere minorile può suscitare è stata quella di riconoscere dietro quei volti segnati dall’ emarginazione e dai fuoripista della vita dei giovani belli, divertenti, ancora desiderosi di giocare e ridere. (Liguria) Sabato 10 dicembre siamo stati ospiti della Comunità di Sant’Egidio di Genova. Abbiamo partecipato alla manifestazione di piazza Rigiocattolo, evento di recupero vecchi giocattoli in buono stato rivenduti ad offerta per finanziare un Progetto di alfabetizzazione e scuole nelle regioni africane più colpite dalla piaga dell’AIDS. Abbiamo aiutato a scaricare un pulmino pieno di scatoloni pieni di giocattoli suddivisi per età e tipologia e li abbiamo distribuiti negli stands dedicati. Non è comunque mancata l’occasione per fermarsi negli stand a contatto con le persone che passando si sono fermati a fare acquisti. I Volontari della Sant’Egidio ci hanno accolto a braccia aperte e affettuosamente. È stato bello condividere un pezzo di strada con loro. Non a caso, la mattina seguente le parole che sono emerse nella condivisione sono state: accoglienza, famiglia, mettersi in gioco, missione. Oltre al servizio in sé, con queste attività abbiamo avuto modo di conoscere delle realtà locali del nostro territorio e aprire il cuore al mondo. 10-11 Dicembre 2022

  • DA VALDOCCO… A VOI STUDIO! - Consulta Nazionale Animazione Missionaria

    Perché siamo qui oggi? - Il 12 e 13 novembre a Valdocco, giovani, FMA e SDB si sono incontrati per un confronto delle diverse attività dell'animazione missionaria sul territorio italiano. Infatti i giovani, le salesiane e i salesiani presenti fanno parte delle equipe ispettoriali di animazione missionaria. 24 ore di confronto, testimonianze e gruppi di lavoro per conoscersi, dialogare e progettare un percorso condiviso. Ad aprire il tavolo di lavoro, la testimonianza del Signor Cosimo Cossu, SDB coadiutore, missionario in Ecuador per 20 anni; e Michela Vallarino, presidente del VIS e con una grande esperienza di missioni all’ estero. Cosa vi ha portato a lasciare tutto e partire per un'esperienza missionaria? (ve lo dico io, cit. Cossu): L'Amore. Sapienza, pazienza e speranza, tre parole che hanno accompagnato questo incontro. Essere in grado di leggere il tempo in cui viviamo e comprendere il desiderio dei giovani; saper attendere i frutti di qualcosa seminato da poco; avere fede e renderci conto che noi dobbiamo essere come degli specchi che riflettono l'Amore di Dio per i giovani. Dalla Consulta Nazionale passiamo ad un momento di incontro dell'Italia Centrale. Appassionante, carismatica, intensa, a tratti commovente. Non si può certo vivere di emozioni e sensazioni ma non si può descrivere diversamente l’esperienza vissuta nel pomeriggio di domenica 13 Novembre a Valdocco in occasione della Consulta Missionaria. La consulta è un incontro online per tutte le CEP del territorio IC che ogni anno viene organizzato e curato dalla commissione di Animazione Missionaria dell’Italia Centrale in occasione della Giornata Missionaria Salesiana ed è un’ occasione per ricordare il carattere missionario della nostra spiritualità attraverso testimonianze e racconti di chi ha trovato nella missione ad gentes la propria vocazione. Testimonianze direttamente dai luoghi dove il nostro carisma è nato e da dove i primi missionari ormai 147 anni fa (145 per le Figlie di Maria Ausiliatrice) hanno mollato gli ormeggi seguendo il sogno di Don Bosco e di Madre Mazzarello di annunciare il Vangelo nello stile che ci contraddistingue fino alle periferie più sperdute del mondo. Ospiti della diretta sono stati Don Myke SDB, canadese e missionario in Messico un po’ per necessità, un po’ per provvidenza e oggi guida al museo Casa Don Bosco di Valdocco, Marco Melis, giovane della casa di Livorno partito quest’ anno per l’esperienza estiva ad Alessandria d’ Egitto e Suor Ruth FMA, consigliera generale per le missioni. Le parole dei testimoni hanno saputo riaccendere quell’ ardente desiderio d’ incontro e di partenza tanto verso le periferie del mondo quanto quelle delle nostre città e quelle esistenziali dei giovani che ogni giorno abbiamo la grazia d’ incontrare. A fare da sfondo a queste testimonianze, come dicevo, luoghi che non possono che lasciare una traccia indelebile negli occhi e nel cuore di chi si è collegato e dell’equipe di animazione missionaria IC che ha avuto la grazia di poterne usufruire davvero come se fosse casa loro: la tipografia storica di Valdocco, tettoia Pinardi e il museo Casa Don Bosco proprio davanti alla cameretta. Chiudo questo breve articolo con le parole di Don Bosco ai primi missionari: “Ma la voce mi manca, le lagrime soffocano la parola. Soltanto vi dico che se l’animo mio è commosso per la vostra partenza, il mio cuore gode di una grande consolazione” (Don Bosco ai primi missionari in partenza dalla Basilica di Maria Ausiliatrice l’ 11 Novembre 1875).

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