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  • Ora il momento favorevole - EESSMM Toscana

    Non avevo mai partecipato agli Esercizi Spirituali. Per diversi motivi, ero sempre stata impossibilitata a farlo. Quindi questi erano i miei primi in assoluto. Devo dire che non sapevo esattamente cosa aspettarmi, speravo però che sarebbe stato un momento di profonda riflessione che sentivo vicina alla mia vita. Così è stato. Il titolo degli esercizi era “Ora il momento favorevole”. Per questo motivo le giornate sono state scandite da Lectio dei brani del Vangelo di Giovanni, ognuno dei quali rappresentava un’ ”ORA”. Queste per me sono state illuminanti, profonde e mi hanno permesso di entrare pienamente in ciò che stavo leggendo e meditando. Il modo in cui Suor Annamaria parlava e predicava queste Lectio mi ha catturato profondamente e mi ha aiutato nei miei momenti successivi di Meditatio e Oratio. Tutti gli esercizi sono stati contrassegnati dalla preghiera. In primis, ogni Lectio prevedeva un  momento lungo di riflessione e preghiera, abbiamo pregato Lodi, Vespri e Compieta, abbiamo  celebrato Messa. Il sabato pomeriggio c’è stata una bellissima Celebrazione Penitenziale sul  brano dell’adultera che per me è stato un momento molto prezioso e di profonda  consapevolezza. Il massimo culmine è stato raggiunto con un’adorazione notturna, legata al brano della Samaritana, dove abbiamo pregato perché possiamo riuscire ad essere acqua viva per gli altri. Non sono mancati momenti di comunione e vita fraterna, giochi, scherzi, condivisione di vita. Mi porto a casa le riletture di brani letti mille volte, ma che sono riuscita a vedere con uno sguardo nuovo. Mi porto a casa le condivisioni preziose dei giovani che mi stavano intorno, il momento penitenziale e i momenti di preghiera, dove sono riuscita profondamente ad entrare in contatto con Lui. Mi porto a casa i momenti vissuti insieme, in famiglia, come se fosse naturale vivere insieme. Mi porto a casa l’idea che sia ORA il momento favorevole per agire, per intraprendere la strada che Lui ha scelto per me.

  • Sulla strada da Gerusalemme a Gerico - Esercizi Spirituali Missionari a Loreto

    Gli Esercizi Spirituali Missionari svoltisi dal 24 al 26 Febbraio 2024 a Loreto sono stati per me una splendida occasione di staccare dalla frenesia che ormai regna nelle nostre vite e mi ha donato la possibilità (come sempre succede con gli Esercizi Spirituali) di avere dei momenti da dedicare esclusivamente alla preghiera e alla meditazione. La predicazione di don Nandino Capovilla, che ci ha accompagnato in questi giorni, si è rivelata inedita rispetto a ciò a cui siamo abituati. Invece di sviscerare un brano del Vangelo, ha utilizzato l’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco per offrirci spunti di riflessione che si affiancavano alle testimonianze della sua vita e di altre vite di cui ci ha raccontato. Man mano che avanzano le predicazioni il tavolino che era al centro del salone si riempiva di vite e di storie eccezionali, piene di difficoltà e fatiche e dolori. Tutte le storie che ha presentato e donato a noi don Nandino sono state per noi ispirazione ed esempio. Questo binomio tra l’enciclica e il materiale umano è risultato assolutamente efficace e diverse riflessioni tratte da capitoli dell’opera hanno risuonato molto dentro di me. In modo particolare sono rimasto affascinato dal paragrafo 277. In quest’ultimo il Santo Padre usa il meraviglioso termine “musica del Vangelo”, che mi ha rapito dal primo momento che l’ho letto e mi è subitamente entrato nel cuore. Nella sua predica a questo proposito, don Nandino ha esplicato l’importanza di mantenere viva questa musica del Vangelo nella nostra vita, poiché la musica porta gioia ed il Vangelo è l’annuncio della bella notizia. Proprio per questo perdere questa musica nella nostra vita sarebbe veramente un peccato gigantesco. Mantenere viva questa musica dentro di noi ci permette di far vibrare la gioia che ci dona il Signore tramite la Sua Parola e i Suoi doni. È fondamentale non far smettere di suonare questa musica poiché è ciò che ci permette di lottare ogni giorno per la dignità umana di ciascun individuo. Per collegarci al tematica centrale del nostro percorso MissioLab di quest’anno, il Signore ci chiede di metterci in ascolto dell’incessante grido d’aiuto dei poveri e della Terra e ciò che ci permette di farlo nel migliore dei modi è proprio la musica del Vangelo. Apre il nostro cuore all’accoglienza e alla sensibilità, aiutandoci ad imparare a farci, noi, prossimi. 277. La Chiesa apprezza l’azione di Dio nelle altre religioni, e «nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che […] non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini». Tuttavia come cristiani non possiamo nascondere che «se la musica del Vangelo smette di vibrare nelle nostre viscere, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. Se la musica del Vangelo smette di suonare nelle nostre case, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna». Altri bevono ad altre fonti. Per noi, questa sorgente di dignità umana e di fraternità sta nel Vangelo di Gesù Cristo. Da esso «scaturisce per il pensiero cristiano e per l’azione della Chiesa il primato dato alla relazione, all’incontro con il mistero sacro dell’altro, alla comunione universale con l’umanità intera come vocazione di tutti» Per metterci all'ascolto del grido dei poveri nel mondo https://www.bocchescucite.org/

  • Il Signore mi ha chiamato e mi ha dato il potere…

    Gratitudine, integrazione e ascolto. Queste le tre parole che meglio riassumono il secondo incontro di Missiolab. Il 16 e 17 dicembre i giovani partecipanti al Missiolab hanno vissuto un weekend tra formazione, servizio e condivisione nel perocros proposto dall'animazione missionaria IC. Visto che il laboratorio missionario si svolge nei diversi territori dell'Italia Centrale, ogni gruppo ha vissuto in maniera diversa la propria esperienza di servizio, affacciandosi a realtà locali che si adoperano a comprendere il grido dei più bisognosi. Per cogliere l'unicità dell'esperienza abbiamo raccolto alcune brevi testimonianze dei giovani che hanno vissuto il weekend di servizio nel proprio territorio. LAZIO-UMBRIA Sabato 16 dicembre abbiamo prestato servizio presso Casa Scalabrini 634, una realtà che porge la mano a persone provenienti da ogni angolo della terra e che hanno, almeno inizialmente, bisogno di un tetto sotto cui vivere. Ci siamo occupati, assieme a chi abita la casa ed ai volontari, della festa di Natale, che rappresenta, nonostante le diverse religioni, un momento di gioia, spensieratezza e augurio di un futuro migliore. Dai giochi con i bambini fino alla preparazione dei biscotti di Natale, dai balli di ogni cultura alla tombola finale tutto è contornato da un sentimento comune: la solidarietà. Ebbene, nonostante le barriere culturali, linguistiche a volte e soprattutto di usi, ognuno di noi era perfettamente integrato all’interno della festa. In tutto ciò ci siamo sentiti immensamente grati dell’opportunità concessaci in quanto per noi è stato importante ascoltare ed essere ascoltati, al di là di ogni barriera che alla fine, come sempre, è risultata esclusivamente un mero pregiudizio! Domenica 17 abbiamo affrontato un passo della “Laudato Si” che ci accompagnerà per tutto il percorso. I temi trattati sono stati come sempre la relazione uomo-natura, base dell’enciclica, le relazioni con il prossimo, e il nostro impegno nella società. Certamente il weekend può considerarsi fondamentale per creare coesione nel gruppo, per gettare le fondamenta per rapporti che andranno via via migliorando lungo il percorso, e ne abbiamo avuto l’occasione proprio durante i due giorni trascorsi a Cinecittà, conclusi con la Santa Messa e il pranzo. TOSCANA Durante il weekend appena trascorso, il gruppo Missiolab Toscana si è riunito a Firenze per vivere tre giorni all'insegna del silenzio, della condivisione e del servizio. In questo contesto, ci siamo confrontati su temi fondamentali della "Laudato sì", concentrandoci principalmente sulla relazione con il prossimo e sulla capacità di comprendere e accogliere la chiamata del Signore. Una chiamata che ci concede la libertà di scegliere se accettarla o meno, rendendoci strumento nelle Sue mani. Con determinazione, noi giovani abbiamo risposto a questa chiamata, affidandoci al Signore e mettendoci al servizio di coloro che sono più bisognosi di noi. Le esperienze vissute sono state diverse: alcuni di noi hanno visitato una casa accoglienza per mamme con bambini, mentre altri si sono recati in una struttura che accoglie bambini ricoverati al Meyer insieme alle loro famiglie. Entrambi i gruppi hanno condiviso pomeriggi di giochi, laboratori e sistemazioni. In particolare, il primo gruppo ha contribuito all’organizzazione della casa accoglienza, pulendo alcune zone esterne e offrendosi per qualsiasi necessità. Il secondo gruppo, preparando varie attività manipolative, ha realizzato decorazioni natalizie con materiali di cartoleria insieme ai bambini e alle loro famiglie. Sono stati momenti intensi e bellissimi, durante i quali i nostri ragazzi hanno manifestato entusiasmo e desiderio di donare e ricevere amore. Il terzo gruppo ha vissuto un'esperienza significativa presso il carcere minorile. Nonostante il gioco che era stato pianificato (una versione rivisitata del gioco dell'oca) non sia stato realizzato, si è adattato alle esigenze dei ragazzi del carcere, trascorrendo del tempo a parlare, conoscersi, a giocare a biliardino e calcio, oltre che al jenga e alla Tombola. Le due ore sono volate, condividendo risate che rimarranno sempre nei loro e nei nostri cuori. Abbiamo compreso che, al di là delle attività pianificate, ciò che conta veramente è la presenza e il tempo trascorso insieme ai ragazzi. Parlare, condividere momenti, essere presenti: sembrano azioni semplici, ma in realtà sono quelle che fanno la differenza. MARCHE-ABRUZZO Un weekend di formazione e nuovi incontri in questo percorso di MissioLab per l’anno 2023/2024 che non poteva iniziare se non con una bella escursione nei pressi dell’Abbadia di Fiastra assieme a circa venti ragazzi di diverse nazionalità che risiedono alla Caritas di Macerata. Sveglia alle 7:30 e zaino in spalla, una volta arrivati all’Abbadia ci siamo messi in cammino fino ad arrivare alla cima di una piccola collina, dove abbiamo potuto ammirare i colli marchigiani e la varia vegetazione del posto. Le parole chiave sono state proprio “mettersi in cammino” e “semplicità”, è stato curioso infatti vedere quanto alcuni di loro erano meravigliati dalla bellezza dei vigneti e dalle lontane montagne, cose che noi diamo così per scontato. Mentre camminavamo, abbiamo avuto modo di scambiarci alcuni tratti delle nostre storie personali e dei nostri sogni: nonostante le apparenti differenze, tante sono le passioni e i sogni che condividiamo. Non sono mancati momenti di riflessione personale e comunitaria sui temi della Laudato Si e Laudate Deum: “perché ciò che è in questo mondo non è a nostro uso e consumo, ma a nostra disposizione” dove abbiamo riflettuto sull’importanza della cura del creato e della cura delle relazioni, perché si può essere missionari già lì dove uno si trova, curandosi di chi è al nostro fianco. La domenica pomeriggio abbiamo poi concluso il weekend con una tombolata, dove la rabbia e la gioia sembravano mescolarsi nei volti di ciascuno: forte era il desiderio che uscisse il numero che ciascuno aspettava. Aspettare e desiderare sono proprio le parole che ci portiamo dietro per l’arrivo del nuovo anno: perché possa essere un anno in cui ciascuno possa seguire i propri sogni nella tanto desiderata pace.

  • Meeting MGS IC 2023

    Sabato 9 e Domenica 10 settembre , presso l'Opera Don Bosco dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice al quartiere don Bosco, si è svolto il più numeroso Meeting della storia del movimento giovanile salesiano dell'Italia Centrale, con più di 560 presenze. Il Meeting è la più ampia convocazione ordinaria (annuale) del nostro territorio, superato solo dal Forum, che ha però una convocazione periodica e appunto straordinaria. In questo weekend ho potuto riabbracciare e fare memoria delle amicizie vere e dei rapporti significativi della mia vita. La possibilità di parlare e confrontarmi con i consacrati e giovani appartenenti al MGS mi ha dato energia e forza per cominciare questo nuovo anno pastorale. Quest’anno ho avuto la fortuna di poter aiutare nell’animazione di alcuni stand per i più giovani e mi ha fatto vedere questo evento da una prospettiva diversa. Ho potuto trasmettere loro quello che negli anni era stato per me il meeting e questo mi ha davvero reso consapevole di quanto si possa essere testimoni nella vita dei più giovani. Il tema dell’anno pastorale pensato sul sognare lo sento forte dentro me, e il poter regalare un mio sogno alla preghiera di qualcuno ricevendone uno in cambio mi ha fatto sentire figlia di uno stesso Padre con tutti i giovani e consacrati presenti. Confido che questo evento, riesca nel tempo a trasmettere le emozioni che ha trasmesso a me a tutti i giovani che parteciperanno, dando forza ed energia da portare nelle proprie case.

  • Tutti siamo Provvidenza - MissioLab a Gubrye

    Siamo da poco tornati in Italia dopo ventiquattro giorni vissuti nella missione di Gubrye, in Etiopia. Una missione FMA creata per prendersi cura della popolazione più povera e che permette a molti uomini e donne di lavorare. Suor Rosaria, Suor Antonietta e Suor Scolastica in sette anni hanno dato vita a un’oasi di bellezza e gioia. In questo tempo, infatti, hanno aperto una panetteria che sforna circa cinque mila panini al giorno, parte dei quali vengono venduti ad un prezzo accessibile a tutti, mentre gli altri vengono destinati ai poveri e ai bambini dell’oratorio. Insieme alla panetteria, c’è un ristorante, dove lavorano molte mamme e in cui si recano per lo più gli operai delle fabbriche vicine; qui, con i guadagni ottenuti, viene dato da mangiare anche ai più poveri che non possono permettersi di pagare il pasto. La missione ospita inoltre, una pelletteria che si dedica alla realizzazione e alla vendita di alcuni prodotti in pelle come borse, giacche, portachiavi, portafogli e svuota tasche e una scuola di sartoria, che permette a molti di imparare un mestiere. Infine, ma non alla fine, i corsi di musica e inglese cercano di coltivare nei più giovani interessi e motivazioni nuove. A servizio dei poveri ci sono anche altre attenzioni della comunità, che si impegna a pagare l’affitto delle abitazioni di alcune famiglie e offre la possibilità di ricaricare torce elettriche a chi non ha la corrente elettrica in casa. Per tutti poi, c’è il pozzo, che permette a moltissime persone di accedere all’acqua. A tal proposito, durante la nostra permanenza a Gubrye si è verificata la rottura della pompa e per alcuni giorni non è stato possibile fare il pane né aprire l’oratorio ai bambini. Di fronte a questo problema, abbiamo assistito ad una mobilitazione generale in cui tutti si sono adoperati per accelerare la risoluzione del problema, lavorando anche il sabato e la domenica. Noi stessi ci siamo sentiti in dovere di interessare parenti e amici per raccogliere i fondi necessari alla sua sostituzione ed abbiamo aperto una pagina Instagram @salesiansisters_gubrye con la finalità di far conoscere maggiormente questa bella realtà. La testimonianza delle suore è che la Provvidenza accompagna quotidianamente questa missione e chi, come noi, ha avuto l'occasione di starci dentro, ha scoperto presto di essere egli stesso strumento di questa Provvidenza. In merito alla nostra esperienza ciò che abbiamo fatto è stato semplicemente STARE, immergerci in punta di piedi in questa realtà così diversa dalla nostra, senza giudizio. Ci siamo sentiti accolti come a cas a e abbiamo vissuto in comunione fraterna e abbracciati dall’amore del Signore. È stato sorprendente vedere come nel pomeriggio l’oratorio si riempisse di bambini di ogni età e diventasse uno spazio in cui ciascuno di loro potesse vivere la propria infanzia. Fare animazione con ottocento bambini ci ha permesso di apprezzare a fondo la potenza della semplicità del gioco e del divertirsi insieme. Ripercorrendo quanto abbiamo visto e ricevuto, non possiamo che dire āmeseginalehu ovvero GRAZIE per ogni sorriso e volto incontrato e per la testimonianza straordinaria delle suore che, con il loro esempio, ci hanno accompagnato e guidato. Affidiamo questa missione alla preghiera di tutti, perché possa continuare a crescere e veder realizzati i sogni che porta con sé, come quello di aprire un giorno una scuola dell’infanzia dove educare i più piccoli e offrir loro le basi per un’istruzione altrimenti preclusa.

  • The Malta Experience - Missione IC a Malta

    Quest’anno, tra le destinazioni previste dal percorso di MissioLab, è stata proposta anche quella minuscola isola del Mediterraneo così rinomata soprattutto come meta di vacanze estive: Malta. Ma tra le spiagge rocciose, le tracce delle civiltà preistoriche e dei cavalieri, e i vivaci locali notturni, si annida un’altra Malta, che spesso passa inosservata o rimane sconosciuta: si tratta della Malta quotidiana, fatta, tra le altre cose, di problemi e sofferenze di chi vive ogni giorno l’isola e le sue contraddizioni. È proprio questa la realtà in cui opera la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice composta dalla direttrice Sr Maria Angeles, da Sr Mimoza e da Sr Tess, le quali hanno accolto e ospitato me e Sr Ilaria Fara per tutta la durata dell’esperienza missionaria, dal 30 giugno al 30 luglio. La missione di questa piccola comunità FMA si occupa dell’educazione di bambini e ragazzi provenienti soprattutto da varie tipologie di famiglie povere e l’obiettivo, come ha detto Sr Mimoza, citando don Bosco, è far sì che i ragazzi crescano in tutte le dimensioni, diventando “onesti cittadini del mondo, buoni cristiani e futuri abitatori del cielo”. È una realtà ancora in fase di sviluppo, in quanto opera solo da un anno e mezzo nella località di Xghajra, dopo aver operato nella zona di Birzebbuga, ma ha già riscosso un grande successo presso i bambini! Una cosa che mi ha particolarmente colpito, infatti, è stata la gioia e l’entusiasmo con cui i ragazzi hanno partecipato alle attività, oltre all’allegra accoglienza che riservavano a tutti coloro che davano una mano, anche a chi, come me, era lì per la prima volta. Durante l’anno, la comunità mette in atto un programma socio-educativo con sostegno scolastico e si occupa della gestione di un centro giovanile per ragazzi dagli 11 anni in su, mentre in estate organizza un Summer Camp per bambini a partire dai 6 anni, fino ad arrivare ai più grandi, di 15 anni. La mia esperienza missionaria, con Sr Ilaria, si è svolta proprio nell’ambito del campo estivo, iniziato il 3 luglio e terminato il 28. Le settimane erano organizzate in modo preciso, sotto l’insegna del tema principale: Be + live, giocando sulla parola inglese “believe”; il lunedì e il venerdì erano dedicati ad un sottotema sempre diverso (be home, be unique, be a true leader, live transforming, live for others, live loving), che veniva presentato all’inizio della giornata da una breve scenetta di teatro sulla vita di don Bosco, di madre Mazzarello o di uno dei giovani che hanno seguito i loro insegnamenti, dopodiché i ragazzi venivano divisi in gruppi basati sull’età per fare un’attività di riflessione sul tema, per esempio a me erano stati affidati i bambini del gruppo “Tree”, di 8 e 9 anni! Il lunedì, poi, si passava ai workshops, scelti dai ragazzi stessi, spaziando da attività di craft, a danza africana, musica o, nel mio caso, calligrafia cinese e flauto dolce. Il venerdì, invece, dopo il momento con il proprio gruppo, ci si dava ai giochi d’acqua, con le quattro squadre chiamate John, Main, Domenico e Laura! Il martedì e il giovedì, infine, erano dedicati alle uscite, in particolare il mare il martedì e una gita “fuori porta” il giovedì, come la visita al Malta Experience o al museo interattivo Esplora. I momenti di riflessione sul tema e quelli dei laboratori sono stati i momenti in cui ho avuto più occasione di conoscere i bambini e legare con loro, ma sono stati anche quelli in cui sono stata messa maggiormente alla prova, ritrovandomi a gestire un gruppo, a dover trasmettere degli insegnamenti, e a riflettere anche su me stessa e sui miei limiti! Ogni momento passato con i bambini ricordava che la missione non è fatta solo di “dare”, ma anche di tanto “ricevere”. Una delle riflessioni più forti, poi, riguarda proprio Malta in sé. Prima di partire, infatti, non credevo che un’isola come Malta potesse essere terra di missione e avevo sempre immaginato l’esperienza missionaria come qualcosa di proiettato a luoghi più lontani, più remoti, e magari ai nostri occhi anche un po’ “esotici” forse. Ma era un’idea sbagliata. Conoscer e la realtà maltese ed entrare in contatto con l’ “altra faccia” di questa isola mi ha fatto capire come la missione possa essere necessaria in luoghi più vicini a noi di quanto pensiamo, in luoghi quasi “insospettabili”. È questa l’immagine di Malta che vorrei far conoscere e conservare in me, come porterò sempre nel cuore i sorrisi di ogni bambino e il calore dell’accoglienza che ci ha riservato la comunità, con cui è nato un bellissimo rapporto.

  • BEATI NEL DARE E NEL RICEVERE - WEEKEND MISSIOLAB AL SERMIG

    Si è più beati nel dare che nel ricevere! Con questo spirito evangelico si è vissuta l’ultima tappa di MissioLab. Il 21 aprile il gruppo missionario dell'IC, composto dai giovani partecipanti del MissioLab, è partito per Torino per vivere un’esperienza di servizio presso il SERMIG (Servizio Missionario Giovani). Un weekend di dono di sè nell’ex fabbrica di armamenti, ora un “monastero metropolitano”, che vive di Provvidenza per sostenere missioni in tutto il mondo e portare pace nei quartieri di degrado attraverso la preghiera, l’accoglienza, la formazione e il dialogo. Il primo giorno, il gruppo MissioLab è stato accolto da Mattia e Marco, due giovani consacrati della Fratellanza del Sermig, che hanno testimoniato la loro vita nell’Arsenale della Pace. Dopo aver visto la moderna chiesa dove i volontari e i consacrati si raccolgono tutti giorni per pregare siamo andati alla scoperta dei diversi luoghi della struttura: sale di laboratorio e del doposcuola per i giovani, gli studi medici, l'accoglienza e la cappella. In quest'ultima, meravigliati di come degli arnesi della ex fabbrica di guerra fossero stati usati per costruire e allestire il luogo sacro, i volontari hanno avuto la possibilità di porre alcune domande sul carisma e sulla vita comunitaria del SERMIG. In seguito alla cena e la preghiera dei Vespri, i giovani partenti hanno visto un capolavoro edile. Battezzato col nome “PalaSermig”, il palazzetto dello sport è stato edificato in soli nove mesi con l’aiuto dei numerosi donatori. Inaugurato il 12 novembre del 2021, con la presenza del Presidente della Repubblica Mattarella e del fondatore dell’Arsenale Ernesto Olivero, PalaSermig ha riqualificato il quartiere malfrequentato e accoglie le diverse attività sportive dell’ASD Sermig e di altre associazioni. Alberto, un punto di riferimento per i ragazzi e i genitori stranieri che frequentano il doposcuola e le attività sportive, ha condiviso la sua esperienza da missionario in Brasile e la sua storia nel SERMIG. Il giorno successivo, i volontari si sono dati da fare nei diversi reparti dell’Arsenale. Divisi in gruppi, hanno prestato servizio nel magazzino di smistamento dei vestiti ricevuti in beneficienza e destinati i bisognosi e alle missioni, in cucina, nell’oratorio - dove hanno animato i bambini del doposcuola - nel laboratorio di falegnameria e di bricolage e nella pulizia di diverse stanze. La giornata lavorativa, intervallata dalla celebrazione della messa, si è conclusa con la visita guidata nel Museo Casa don Bosco, nell’oratorio salesiano di Valdocco, e con il tanto atteso mandato missionario ricevuto dai ragazzi nella Basilica di Maria Ausiliatrice da parte dell’equipe missionario, conclusosi in una preghiera comunitaria. Domenica, ultimo giorno della permanenza a Torino, al gruppo di giovani è stato riservato un momento di raccoglimento. Dopo un’ultima testimonianza di Marco riguardo la sua vocazione e la lettura di una pagina della Regola redatta dal fondatore, i giovani di MissioLab sono stati invitati a riflettere sul carisma del Sermig, cioè la restituzione del bene che si è ricevuto, e si sono interrogati su come diventare lievito nelle missioni e a casa loro. L’esperienza del Sermig è terminata in bellezza: i ragazzi hanno avuto la fortuna di poter porre delle domande a Ernesto Olivero, il quale con entusiasmo li ha voluti conoscere e renderli partecipi delle prove che lui stesso ha vissuto da missionario nella sua città. Dopo la messa e il pranzo, i ragazzi si sono salutati e incoraggiati a vicenda, in vista del viaggio che li attende. Se sei curioso di scoprire qualcosa in più del SERMIG ecco qui il loro sito: https://www.sermig.org/

  • LA CURA DELLA CASA - Formazione Animatori 2 Toscana

    Il 30 Aprile a Scandicci si è tenuta la giornata di formazione per gli animatori salesiani della Toscana per quest'anno 2023. Il tema ormai ha preso forma, sviscerato nelle sue varie sfaccettature reali e dimensioni pastorali. La Casa Michele Magone, struttura semiresidenziale per minori in difficoltà, nata durante la pandemia per volontà della comunità, è il luogo del compimento del nostri percorso. Da οἶκος (òikos) casa, e νόμος (nòmos) legge, l’economia ci indica le regole della casa, come gestirla e farla fruttificare nel tempo. Ecco i due distinti momenti interni ed esterni della giornata, tra mattina e pomeriggio. Dati i miei studi economici mi soffermerò soprattutto sul workshop pomeridiano su Economy of Francesco. La prima visione di un’economia di mercato la si deve a san Francesco e al pensiero francescano durante il periodo dell’umanesimo civile; pensiero che non rimase solo tale, ma che seppe anche trasformarsi in azione e che seppe declinarsi in vari ambiti. Per esempio, di fronte ad una società dominata dagli strozzini, che chiedevano un tasso d’interesse altissimo per i prestiti, i francescani crearono i monti di pietà, un istituto di credito che concedeva prestiti con dei tassi d’interesse molto bassi. Una persona poteva quindi avere accesso al credito, investire, stabilizzarsi nel lavoro, superare situazioni private di difficoltà e con il tempo ripagare il suo debito senza essere soffocato da un tasso d’interesse eccessivo. C’erano poi altri istituti come i monti frumentari e i monti dei matrimoni, tutti con l’obbiettivo di permettere al povero, uomo o donna, di potersi costruire un lavoro, goderne i frutti e vivere della dignità che viene dal lavoro uscendo da condizioni di povertà e miseria. Non a caso papa Francesco ha invitato moltissimi giovani a ripensare l’economia con un progetto che porta il nome di san Francesco, un progetto di portata mondiale per sognare qualcosa di nuovo, per rendere possibile l’impossibile. «Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra, un’economia di pace. Si tratta di trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni»ha detto il papa. L’economia è nata come branca della filosofia morale, nel tempo ha subito un processo di machiavellizazione, infatti, nelle università dagli anni trenta si passò a chiamare la materia da “political economy” ad “economics” perché quella desinenza cs ricorda le scienze come mathematics o phisics che non dipendono dalla morale. Il mondo ha bisogno di una nuova economia perché negli ultimi decenni, invece di fare tesoro di un’economia che guardasse al bene comune, il mondo ha perseguito politiche economiche per favorire la massimizzazione del benessere e del consumo individuale, l’idea neoliberista del “mercato libero” ha creato più vinti che vincitori per cui pochi si sono arricchiti tantissimo e molti si sono impoveriti. Il pianeta, poi, è quello che si è impoverito di più. Abbiamo imparato che un’economia che vuole solo aumentare la crescita economica e i livelli di produzione non è sostenibile, ora è il momento di cambiare la rotta per un nuovo orizzonte. Di questo si occupano i giovani di Economy of Francesco, una sfida possibile, una sfida di studio, ascolto e collaborazione alla luce del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa. Alcune note su cose imparate: 1) Il PIL tiene conto della ricchezza totale di un paese, non come questa sia distribuita. Infatti, tramite l’indice di Gini possiamo vedere il livello di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e negli ultimi quarant’anni in Italia e nel mondo l’indice è aumentato. Disuguaglianze troppo grandi creano disagi e danni sociali, gli Stati Uniti, molto più di noi, ne sono un chiaro esempio. 2) Non considera gli effetti che la produzione ha sull’ambiente 3) Non considera che una parte della ricchezza possa provenire da attività criminali 4) Parte del PIL sono le spese e gli investimenti nel settore bellico, quindi un aumento del PIL non corrisponde ad un aumento del benessere 5) Non considera tutte quelle attività che rientrano nel Terzo settore che, invece, hanno un risvolto sul benessere sociale tutt’altro che indifferente ed è il caso di soffermarcisi un momento. Il mondo del terzo settore è molto vasto, va dall’impresa sociale, alla fondazione, alla cooperativa fino all’associazione, può essere un’attività di volontariato o retribuita o in forma mista. Perché è così importante? Viviamo in un mondo in cui fa da padrone la logica efficentista e tutto ciò che non è efficiente tende ad essere tagliato via. Papa Francesco la chiama la cultura dello scarto e il terzo settore nel suo ideale ha di restituire la dignità di persona a chi è stato trattato come scarto. Oppure, si occupa anche di aiutare dei ragazzi e ragazze che provengono da contesti difficili a crescere con serenità insieme a educatori, volontari e una comunità che li sostiene. Questo è quello che fa l’associazione La melagrana in collaborazione con l’oratorio di Scandicci, accogliendo minorenni individuati dai servizi sociali in una struttura semiresidenziale intitolata a Michele Magone, uno dei ragazzi di don Bosco di cui ha scritto la biografia. Comunità che fanno rete, che sanno costruire qualcosa di nuovo, in dialogo con il mondo civile e il tessuto sociale delle città. È una delle sfide politiche, economiche e sociali di oggi investire nei giovani, nei ragazzi, aiutarli nello studio (principale causa delle disuguaglianze è proprio l’accesso allo studio), aiutarli a costruire relazioni vere e sincere, aiutarli ad avere speranza, per avere come capitale più grande la fraternità. Così si costruiscono comunità salde, che sanno dare una mano a chi ne ha bisogno perché nessuno resti indietro, che è capace di costruire un futuro che a sua volta potrà restituire alla generazione successiva. È un’economia diversa, una gestione della casa diversa, più umana, meno egoista, che ha fede nell’uomo e non nella mano invisibile del mercato.

  • Sulle Note del Mondo – Un concerto per conoscere MissioLab

    “Sulle note del mondo” è stato un evento realizzato da noi giovani del percorso MissioLab Lazio-Umbria. Un concerto per sensibilizzare e far conoscere le attività dell’animazione missionaria e per raccogliere fondi per le partenze missionarie di quest’estate: Etiopia, Egitto e Malta. Ognuno di noi ha contribuito alla realizzazione mettendo a disposizione le migliori capacità che possedeva, ed esso è stato il risultato di molteplici incontri fatti negli ultimi mesi per rendere originale e profondo l’evento. Durante la serata si sono alternati momenti di musica classica con musicisti professionisti- per l'occasione Quartet Missio - e testimonianze di persone che vivono a pieno il loro mandato missionario - Rita Inglese responsabile del progetto “Requiem per il mediterraneo” e Alessandra Morelli ex Delegata dell’Alto commissariato dlle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) che hanno potuto donarci i loro consigli e le loro esperienze sul come poter essere portatori di pace. È stato un’esperienza anche per noi per metterci in gioco. Infatti, abbiamo avuto l’occasione di condividere il nostro “perché", della scelta di partire: la volontà di stare nella prova per conoscersi, il bisogno di mettersi al servizio, la gratuità di mettere a disposizione i propri talenti, la curiosità del conoscere un posto nuovo e la possibilità di viaggiare attraverso le persone che ti raccontano quanto hanno vissuto. Per chiudere la serata in stile salesiano, Suor Anna Maria Geuna, collaboratrice dell’Ambito Generale delle Missioni delle FMA, ha lasciato un piccolo pensiero della buonanotte, in cui un messaggio di forza e amore, ricordandoci che siamo in cammino ma protetti dal Signore in questa missione. È stata una bella esperienza per noi ragazzi, personalmente ho assaporato una grande complicità e unità tra di noi, un grande frutto del percorso di quest’ anno e uno slancio per l’avventura che ci aspetterà! Consapevoli che l’amore di Dio ci spinge ad andare oltre ed essere suoi testimoni iniziamo la preparazione come gruppo per dire il nostro "Eccomi".

  • Genova - Museo delle spedizioni Missionarie

    In onore del 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana, nascerà all'interno dell'Opera Don Bosco nel quartier Sampierdarena di Genova, il Museo delle Spedizioni Missionarie Salesiane. Qui sarà possibile trovare reliquie, lettere ed altre testimonianze della grande amicizia tra San Giovanni Bosco e la città di Genova. Non lasciare che la storia si perda! “Gli occhi di Don Bosco e i nostri erano fissi sul bastimento per vedere ancora una volta i Missionari, che stavano sul ponte e ci davano l'ultimo addio. Don Bosco era tutto rosso per lo sforzo fatto a contenere la commozione ” Una storia che passa per l’amicizia tra i Salesiani e i genovesi, e arriva fino a 130 Paesi in tutto il mondo: da qui nasce l'idea di un museo, al fine di preservare la storia d'amore intercorsa tra il Santo dei giovani e la città da cui partirono le prime missioni salesiane. Sebbene l’amicizia tra Don Bosco e Genova inizi già il 1° gennaio del 1857, data in cui celebra la sua “prima messa genovese” presso la Chiesa di San Siro, questa verrà suggellata definitivamente l’11 novembre 1875, data della prima spedizione salesiana. Dal porto di Genova partiranno tutte le spedizioni missionarie fino a metà del ‘900, con la casa di Sampierdarena che ospiterà i missionari e la cui partenza e il passaggio creano momenti di testimonianza e di festa profondi e coinvolgenti per la città e la comunità Salesiana. Il museo verrà creato attorno alla cameretta di Don Bosco, ancora presente nell’opera salesiana di Genova Sampierdarena, e sarà in continuità con la bella intuizione del Museo delle Migrazioni del Galata, Museo del Mare. Se vuoi aiutare la realizzazione del progetto clicca QUI

  • Esercizi Spirituali Missionari 2023

    Dal 10 al 12 marzo per un week end ci siamo ritrovati, tra vecchie conoscenze e nuovi piacevoli incontri, per un appuntamento di crescita spirituale personale e comunitario. Ci siamo immersi, staccandoci dalla nostra quotidianità, salendo fino ai boschi di Monteserra di Pisa. “Dio ha visitato il suo popolo”, queste le parole della folla che assisteva al miracolo della risuscitazione (non resurrezione) del figlio della vedova di Nain. È stata questa la sensazione personale e condivisa da molti nei momenti finali vissuti insieme di esercizi spirituali. Il brano del Vangelo scelto per guidare le meditazioni è stato appunto il miracolo di Gesù descritto dal solo Vangelo secondo Luca (7,11-17) , quest’anno cercando specialmente di rivolgersi con profondità a quei ragazzi che partendo per la missione “visiteranno nuovi popoli”. Erano presenti infatti giovani del MGS della Toscana (che organizzava il fine settimana), della Liguria e l'animazione missionaria dell'Italia Centrale. Da ragazzo che ha partecipato come gruppo di #MissioLab del Lazio, ho sentito in modo forte e fatto mie le parole del Papa. Ho percepito il farsi missione, caricarsi di coraggio ed entusiasmo ed essere servizio nelle realtà che visiteremo. I momenti di preghiera sono stati intensi, in particolare l’adorazione eucaristica. In piccoli gruppi abbiamo condiviso momenti di raccoglimento personale, affidando ad un piccolo rosario una nostra intenzione o preghiera. Ciascuno di noi ora avrà una persona e una storia che porterà con sè nella propria missione, qualsiasi essa sia. Un sole primaverile ha chiuso gli esercizi nella giornata di domenica, quasi a simboleggiare una nuova partenza e apertura a ciò che siamo chiamati a vivere nelle nostre piccole realtà.

  • Oltre le distanze

    Lo scorso 13 gennaio ho partecipato al terzo incontro di MissioLab tra tutti i gruppi delle zone Toscana-Emilia Romagna, Liguria, Lazio-Umbria, Marche-Abruzzo e Sardegna. Abbiamo affrontato il tema dell’inculturazione attraverso la testimonianza diretta di Monica Puto, coinvolta nella scorta civile non armata in Colombia e don Jimmy Muhaturukundo, incaricato dell’oratorio di Valdocco. Della testimonianza di Monica ciò che mi ha stupito è stato che, praticamente tutta la sua vita, si è dedicata al servizio dell’altro, sin da giovanissima, in territori dove ciò che domina è la discordia. Mi ha colpito la sua forza di volontà e il suo coraggio di immedesimarsi e inserirsi volontariamente in un conflitto. La seconda testimonianza, poi, è quella che mi ha colpito ancora di più, soprattutto per la serenità con cui don Jimmy raccontava un’esperienza segnata da avvenimenti dolorosi. Mi ha meravigliato come abbia paragonato gli occhi limpidi di un salesiano per lui importante con quelli della madre e come il nome di Gesù fosse in qualche modo sempre presente nella sua vita. Credo che la sua sia una delle esperienze più lampanti di come una testimonianza fatta di vita pratica possa portare frutto. È stato davvero un incontro interessante ed è stato bello poterlo condividere con gli altri gruppi del MissioLab, segno di un percorso condiviso che va oltre le distanze.

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