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A quell'età ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita.
È il sogno dei nove anni, di cui ricorre nel 2024 il duecentesimo anniversario, che ci accompagna in questo triennio pastorale. È considerato uno dei testi fondamentali della tradizione salesiana, proprio perché conserva l’essenza della missione di don Bosco e dei tratti carismatici salesiani.
Don Andrea Bozzolo descrive così questo sogno:
“Il racconto che don Bosco fa nelle Memorie dell’Oratorio del sogno che ebbe a nove anni costituisce uno dei testi più rilevanti della tradizione salesiana. La sua narrazione ha accompagnato in modo vitale la trasmissione del carisma, divenendone uno dei simboli più efficaci e una delle sintesi più eloquenti. Per questo il testo giunge al lettore che si riconosce in quella tradizione spirituale con le caratteristiche di una pagina “sacra”, che rivendica una non comune autorevolezza carismatica ed esercita una consistente energia performativa, toccando gli affetti, muovendo all'azione e generando identità. In essa, infatti, gli elementi costitutivi della vocazione salesiana sono allo stesso tempo fissati in modo autorevole, come un testamento da consegnare alle generazioni future, e ricondotti, attraverso l’esperienza misteriosa del sogno, alla loro origine trascendente. Come nelle grandi pagine bibliche, il movimento in avanti verso il compimento e il richiamo all'Origine s'intrecciano nella narrazione in modo inseparabile.” (A. Bozzolo, I sogni di don Bosco. Esperienza spirituale e sapienza educativa.)
Ogni anno ha come riferimento principale una frase tratta dal testo del sogno.
Nello scorso anno pastorale, 2020-21, la frase che ci ha accompagnato è stata “Ecco il tuo campo ecco dove devi lavorare”. Evidenziava il “luogo”, il campo di azione. La nostra missione è quella di lavorare “nel cuore del mondo”, come Giovannino ha lavorato nel suo cortile.
Il secondo anno 2021-22 è stato invece incentrato sulla personalità dell’educatore e dell’animatore, con la frase “Renditi umile, forte e robusto”. Ci ha invitati a lavorare sulla, che preparata alla missione per cui tutti ci dobbiamo sentire “amati e chiamati”.
L’ultimo anno di questo triennio sarà guidato da “Non con le percosse, ma con la mansuetudine e colla carità”. Indica il metodo educativo salesiano, invita ad essere protagonisti in prima persona di questa missione e a dire “Noi ci s(t)iamo!”.
Noi ci stiamo - “Non con le percosse, ma con la mansuetudine”
Siamo arrivati al terzo anno della proposta pastorale MGS: “Noi ci stiamo” Non con le percosse ma con la mansuetudine, #sharethedream.
Introducendo il Quaderno di lavoro – scritto da don Rossano Sala – va detto che l’idea di fondo sta nell’accompagnare la comunità educativo pastorale nel suo insieme, e ogni singolo giovane e adulto ad entrare sempre più e sempre meglio nella spiritualità apostolica salesiana, mettendo a fuoco il nostro sistema educativo. È uno strumento di “formazione per la missione”.
Come ogni anno ci lasciamo anche interpellare dalla Strenna del nostro Rettor Maggiore, che per il 2022 ha scelto di concentrarsi su san Francesco di sales, il Dottore dell’amore: «Fate tutto per amore, nulla per forza» ne è il motto di riferimento.
Al centro c’è la volontà di prendere la decisione di appartenere alla Chiesa e di lasciarci infiammare dallo spirito missionario che dovrebbe caratterizzare la vita di ogni credente: per questo il titolo del presente quaderno è “Noi ci stiamo”. Significa che desideriamo renderci disponibili per Dio e per la sua proposta, per la Chiesa e la sua missione. Chiamati ad un’alleanza d’amore, non ci tiriamo indietro, ma siamo spinti a deciderci per Dio e per gli altri, riaffermando la nostra piena apertura vocazionale.