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  • La voce del silenzio

    Sostare, lasciarsi amare, riscoprire, abitare e dare la vita: sono questi i temi attorno ai quali sono stati svolti gli esercizi spirituali di Quaresima della zona Lazio-Umbria, le parole che ci hanno accompagnato nei diversi momenti in cui siamo stati chiamati a riflettere su noi stessi e sul nostro posto nel mondo. “Non è il sapere molto che sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente.” Con questa frase sono stati aperti gli esercizi, una frase che richiama un po' la prima parola, quella che più di tutte mi ha colpito: sostare, sostare in un silenzio relativo e non assoluto, un silenzio curante, unico metodo tramite il quale le cose possono essere “sentite e gustate internamente”. Quindi, tramite questo, ritrovare un vero e proprio dialogo, una conversazione con tutte quelle voci che riceviamo e capire se queste sono compatibili con la nostra felicità. Così come per il sostare, quindi, siamo andati incontro alla necessità di lasciarsi amare, di diventare figli per poter essere padri; abbiamo esaminato la riscoperta di tutte quelle cose che si danno per scontato e che dovrebbero invece essere prese di nuovo in considerazione, l’interiorità, la preghiera e tutto ciò che è dato per scontato o che sfocia spesso nel sentimentalismo e nell’intellettualismo. Infine, ci siamo affacciati al tema del dare la vita, del donarsi come Dio si dona a ciascuno di noi, senza desiderare nulla in cambio. A tutto questo va aggiunto il luogo in cui è stato svolto il ritiro, la casa di San Biagio a Subiaco, un eremo posto sul monte Taleo: non riuscirei ad immaginare un posto più adatto a un’esperienza del genere, tra il paesaggio mozzafiato offerto dalla natura incontaminata e l’estrema ospitalità delle figlie di Maria Ausiliatrice che ci hanno accolto come se facessimo parte della loro comunità. Ritorno a casa estremamente soddisfatto dell’esperienza fatta, un’esperienza che mi ha lasciato tanto, breve ma veramente intensa, vorrei ringraziare veramente di cuore tutte le persone che hanno permesso la realizzazione di questi esercizi e tutte le persone fantastiche che li hanno vissuti insieme a me.

  • Percorso verso il cuore: trovare Dio è una strada in discesa

    Una scala da scendere: ecco l’immagine usata da Suor Rosanna per spiegarci come arrivare al cuore, come trovare Dio. Ogni gradino rappresenta un obiettivo da raggiungere. Il primo passo è quello di scegliere di cercare Dio ed è ciò che abbiamo fatto noi presentandoci agli esercizi spirituali. Per la prima volta si sono svolti nella Casa FMA di Macomer, dal 22 al 24 marzo. Venerdì ci siamo presentati e conosciuti, abbiamo cenato e, dopo la serata di gioco, abbiamo vissuto insieme l’intenso momento della Via Crucis. Il giorno seguente, durante la meditazione, suor Rosanna ci ha accompagnato nella discesa dei primi cinque scalini della preghiera: decidere di fidarci di Dio, lasciare il chiasso, togliere le maschere, abbandonare i giudizi e superare il rancore. È stato importante riflettere su questi aspetti che necessitano una consapevole ricerca dentro sé, perseveranza ed equilibrio. Grazie ad alcune tracce abbiamo potuto meditare anche su come riconoscere i nostri talenti sia un necessario punto di partenza, insieme alla fiducia in Dio, per poterci risollevare nei momenti di difficoltà. Nel pomeriggio abbiamo ragionato su come affrontare i successivi quattro scalini: disfarsi dell’invidia, liberarsi dal pessimismo, abbandonare le paure e rinunciare a ciò che ci sembra indispensabile; la certezza che Dio ci è accanto in ogni momento del percorso rende la discesa più facile! Infatti, abbiamo avuto l’occasione di incontrarLo nel sacramento della Riconciliazione grazie alla presenza di Don Emanuele, di Don Michelangelo e di Don Valerio. Nella liturgia penitenziale ognuno di noi ha scelto un simbolo che rappresentasse la meditazione che aveva fatto; un cuore, una roccia, una porta sempre aperta, una luce: solo alcune delle immagini portate all’altare che volevano delineare l’importanza e l’amore di Dio per noi. Abbiamo fatto comunità condividendo i nostri pensieri per poi cenare e scherzare insieme. Dopodiché siamo andati in cappella per un momento di adorazione molto intenso in cui abbiamo davvero assaporato l’attesa, la vicinanza e la presenza di Dio in mezzo a noi. Tramite alcuni canti, pensieri e preghiere abbiamo potuto sperimentare l’amore che sempre consola. Arrivati a domenica abbiamo raggiunto insieme l’ultimo scalino del nostro itinerario: scendere al cuore. Finalmente, siamo a tu per tu con Lui. Gesù è dentro di noi sempre, a volte siamo noi a non ascoltarlo e non lasciarci guidare; con i dieci gradini della preghiera creiamo il modo di trovarlo e di riaccendere la speranza e la fiducia che solo in Lui possiamo trovare. Prima dell’eucarestia abbiamo condiviso le nostre esperienze. È stato bello potersi confrontare con altre sedici persone: Lui ci parla in tanti modi diversi!

  • Guardate a lui e sarete raggianti

    Un invito a fissare lo sguardo e il cuore al Signore per illuminarsi, quello rivolto ai giovani del MGS Marche-Abruzzo che, dall'8 al 10 marzo, hanno trascorso tre giornate di Esercizi Spirituali presso il monastero delle suore agostiniane S. Amico de L'Aquila. I giovani animatori stati guidati in questa "immersione" nella meditazione e nella preghiera dalle parole ricche di Spirito di don Francesco Carta SDB e accompagnati da Don Salvatore Policino SDB, Suor Loredana Locci FMA e la giovane Carol Pallini. "Guardate a Lui e sarete raggianti. Un desiderio, quello di illuminarsi, che può e deve nascere soprattutto nel tempo di Quaresima, attraverso un passaggio dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù del peccato alla salvezza del Signore. Questo il passo affrontato dai noi giovani durante la riflessione del primo venerdì di Quaresima, vissuto anche tramite la Via Crucis. La giornata di sabato è iniziata con queste parole di Papa Francesco: "Tutti siamo chiamati a essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova" ("Gaudete et Exsultate", cap.14). Per essere santi, partendo dalle piccole fatiche di ogni giorno, non si può che iniziare attraverso il suo abbraccio della Riconciliazione, così come abbiamo potuto sperimentare con la celebrazione penitenziale, concludendo la giornata "a tu per Tu" con Lui, l'Adorazione Eucaristica. Infine, con la celebrazione eucaristica della prima Domenica di Quaresima, abbiamo indagato ancor più a fondo la bellezza del riconoscere il luminoso volto di Gesù. Lui ci chiama per nome, così come ha fatto con Maria di Magdala che, incredula, non Lo aveva riconosciuto, risorto, davanti al sepolcro vuoto. La luce della Risurrezione, infatti, salva chi -confidando nel Signore- affronta le tenebre per uscirne, con tutto l'Amore di cui è capace. Grazie a don Francesco Carta, ai salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla mamma e al papà di don Mirko SDB, alla comunità delle suore agostiniane che ci ha ospitato con generosità e tutti coloro che, con la presenza o attraverso la preghiera, ci hanno accompagnato e sostenuto.

  • Suor Antonella: una missione per i giovani

    Nel weekend del 9-10 febbraio i ragazzi del GR leader, provenienti da gran parte della Sardegna, hanno riflettuto sul tema della vocazione e della scelta di vita. L'esperienza è stata resa ancora più arricchente e concreta grazie alla Professione Perpetua di Suor Antonella, che negli anni precedenti era stata responsabile del GR e quindi amata e conosciuta dagli stessi ragazzi. Questi hanno avuto l’opportunità la sera del 9 di porle alcune domande per soddisfare la loro curiosità: “Hai paura di pentirti?”, “Perché devi confermare il tuo sí?”. A queste e tante altre domande ha risposto con sorrisi e parole dolci, ricche di commozione. Il giorno seguente i ragazzi delle medie, raggiunti dai giovani più grandi del MGS Sardegna, hanno partecipato alla Professione Perpetua presso la parrocchia della Santa Famiglia, celebrata per l’evento da Monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero-Bosa. Ció che ha contraddistinto questi momenti molto forti è stata l’enorme gioia, travolgente, delle sorelle che durante la celebrazione hanno abbracciato, salutato e accolto Suor Antonella. La stessa gioia che sicuramente ha provato anche suor Antonella. Queste giornate ci hanno mostrato quanto una persona possa essere felice quando comprende e segue la sua vocazione, donandosi con tutto se stesso agli altri e al Signore.

  • Insieme a Gesù, al servizio degli altri

    Oratorio di Monleone, domenica 24 febbraio 2019. Dopo aver attraversato innumerevoli paesini, siamo arrivati all’Oratorio di Monleone, dove siamo stati caldamente accolti con una ricca colazione. Verso le 10 ci siamo spostati nella sala adibita a teatrino e, dopo una breve presentazione da parte dell’incaricata dell’Oratorio di Monleone, abbiamo iniziato la prima attività con la stessa psicologa che aveva partecipato al primo incontro. L’incontro di domenica era incentrato sulla seconda parte del tema MGS di quest’anno, ovvero “Per la vita degli altri”, quindi il rapporto con il prossimo. La psicologa ci ha descritto i diversi tipi di rapporti che ci possono essere tra le persone, coinvolgendoci in prima persona con domande ed esempi. Terminata questa prima attività, dopo una piccola pausa che ci ha permesso conoscerci a vicenda, ci siamo spostati nella piccola chiesetta di Monleone ed è stata celebrata la messa da don Emanuele De Maria e Don Marco. Successivamente, siamo andati a pranzare tutti insieme e abbiamo fatto una bella foto nel cortile esterno, complice una bellissima giornata di sole. La seconda attività è stata tenuta da don Emanuele, il quale, partendo da alcuni titoli di giornale, ci ha fatto riflettere su quanto sia difficile oggigiorno giudicare se le azioni compiute sono a favore o contro le altre persone. Inoltre, ci ha fatto analizzare alcuni episodi biblici in cui Gesù ha aiutato il prossimo, cambiandogli la vita per sempre. Dopo i saluti siamo ripartiti, ciascuno verso le proprie destinazioni, contenti di un altro incontro che ci ha permesso di riflettere su noi stessi e il nostro rapporto con il prossimo.

  • MGS Liguria in trasferta a Mornese

    Mornese, 20/01/2019 - Una giornata proposta ai ragazzi dall’età delle medie fino agli universitari in cui siamo stati guidati dalle suore FMA della comunità di Mornese, alla scoperta della figura di Madre Mazzarello, nella condivisione, immersi in un clima di famiglia. La giornata è iniziata con un viaggio verso la cittadina piemontese: all’arrivo ci siamo separati in gruppi, dividendoci per età così da poter condividere questi momenti di gioco, riflessione e confronto con ragazzi di altre realtà. Durante l’arco della giornata abbiamo visitato la casa natia della santa, dove abbiamo approfondito la vita di Maria Domenica: come sia riuscita, in silenzio e umilmente, a donare tutta se stessa a Dio e agli altri, come abbia affrontato con coraggio momenti di debolezza ad esempio il periodo di malattia che ha segnato la sua vita, mettendo in discussione tutte le sue certezze, trovando la forza di affidarsi e capire quale fosse il progetto di Dio su di lei. Una tappa fondamentale è stato il Museo Missionario che ci ha aiutato a capire come il carisma di Madre Mazzarello si sia diffuso nel mondo grazie a 6 giovani, di cui due ragazze di 17 anni, che si sono imbarcate da Genova verso un luogo a loro sconosciuto, sicure che, con la fede e tenendo viva la loro relazione personale con Gesù, avrebbero potuto far fronte a qualsiasi situazione. Successivamente ci siamo recati al collegio, destinato alle figlie di Maria Ausiliatrice da don Bosco per permettere alle suore di vivere in comunità, accogliendo le ragazze emarginate dal paese e insegnando loro a cucire. Nonostante la divisione in gruppi abbiamo potuto condividere il pranzo e la Messa, cantando tutti insieme e intonando come canto finale “Oltre quella finestra”: testo scritto da alcune ragazze dell’Ispettoria ILS per ricordare a tutti quanto Maria Domenica, guardando dalla finestrella della Valponasca, si sentisse chiamata a portare l’amore infinito di Gesù a coloro che le stavano intorno. Al termine di questa giornata, stanchi ma con la voglia di raccontare nei nostri oratori la storia di Madre Mazzarello, non possiamo non pensare come una donna così determinata, energica e innamorata di Dio, possa essere un grande esempio per tutti di come ESSERE UNA MISSIONE PER LA VITA DEGLI ALTRI!

  • CON(DI)VIVO: quando lo studio diventa opportunità

    Livorno, 14-18 gennaio 2019. Si è conclusa la convivenza studio per universitari, la prima del Movimento Giovanile Salesiano della zona Toscana. Sono stati giorni caratterizzati, oltre che dallo studio (forse un po' matto ma non disperatissimo), anche da un forte clima di semplicità e familiarità tra noi ragazzi, grazie anche all’oratorio salesiano di Livorno che ci ha accolto come se fosse casa nostra: in ogni piccolo momento della vita di tutti i giorni (la preparazione del pranzo, della cena e il gioco in oratorio con i bambini) ciascuno ha messo del suo, facendo scoprire agli altri le sue qualità e i suoi punti deboli. È stato come rivivere il clima che si respirava a Valdocco ai tempi di don Bosco, in cui giovani e salesiani condividono gli spazi e i momenti di preghiera tutti insieme, tra cui anche una lectio in parrocchia a cui noi universitari abbiamo avuto modo di partecipare. Come in tutte le case, non sono mancati i momenti di gioco, di cena insieme alla comunità salesiana e agli altri animatori e neanche il momento di un'uscita in giro per Livorno. Se dovessi racchiudere l'esperienza in due parole sceglierei: serenità e opportunità. "Serenità" perché, nonostante il periodo di sessione d'esame, l'esperienza mi ha permesso in questi giorni di uscire dalla routine quotidiana, di fermarmi un attimo e di studiare più tranquillamente; "Opportunità" perché mi ha permesso di conoscere altre persone, di condividere i miei interessi e scoprirne di nuovi. È un'esperienza che consiglio perché mi ha fatto riscoprire che, anche quando meno te lo aspetti, il Signore si fa sempre riconoscere ed è pronto a non lasciarti vincere dalla preoccupazione e dalla chiusura in te stesso. "Qui con voi mi trovo bene, è proprio la mia vita stare con voi."

  • Nel cerchio d’amore della Trinità

    Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo sugli esercizi spirituali che noi giovani della Liguria e della Toscana abbiamo vissuto da venerdì 30 novembre a domenica 2 dicembre, ho subito pensato che sarebbe stato difficile rendere la ricchezza e l’intensità delle giornate trascorse. Spero comunque di potervi dare un piccolo assaggio! Il nostro “Tabor” è stato la Cittadella dell’Immacolata, sul monte Fasce, vicino a Genova. Il luogo ci ha aiutato fin da subito a entrare nel clima adatto agli esercizi: potevamo vedere dall’alto la città che per molti di noi rappresenta il quotidiano, sentire i suoi rumori ovattati… circondati dalla tranquillità è stato più facile accogliere l’invito a “Sostare”, per andare in profondità insieme alla Madonna, Vergine del silenzio. In un mondo che esalta l’esteriorità e le apparenze, riducendo la ricerca della nostra interiorità alla ricerca del benessere psico-fisico e dell’armonia con il cosmo, abbiamo capito l’importanza di “Riscoprire” invece il cammino verso il nostro cuore, in senso biblico il luogo della nostra totalità e l’organo della preghiera. Qui, nel nostro cuore, scopriamo che non ci siamo solo noi! Infatti “il nostro cuore non è campo disabitato, ma è terra in cui dimora una Presenza”. Per essere consapevoli di questa Presenza è necessario cambiare la nostra “postura” abituale: comprendere che Dio ci cerca sempre per primo e che siamo al centro del circolo d’amore che lega le Persone della Trinità. Don Marco Frecentese, il nostro predicatore, ci ha spiegato questo concetto facendo riferimento alla bellissima immagine della “Trinità misericordiosa” di suor Caritas Müller, che ci ha accompagnato durante tutte le giornate. Attraverso Gesù che ci dona la Sua relazione con il Padre, nel nostro intimo c’è un nucleo sempre in contatto con Dio per opera dello Spirito Santo: la preghiera non è quindi un qualcosa da praticare, ma un dono già ricevuto, da far vibrare. In modo particolare abbiamo sfruttato questo tesoro tanto naturale che è la preghiera durante l’adorazione notturna, un momento davvero intenso di intimità con il Signore. Il passaggio successivo, “Lasciarsi amare”, è stato molto consolante secondo me: l’amore di Dio non dipende da quanto siamo degni, dal nostro essere all’altezza di ogni situazione, come invece il mondo in continuazione pretende. Dio ti ama perché sei tu, non perché hai fatto qualcosa. In particolare durante la celebrazione penitenziale per me è stato bellissimo sperimentare che l’amore incondizionato di Dio si rivela nei momenti più bui, nel deserto, quando ci sentiamo deboli. Ma proprio i nostri limiti e le nostre ferite, che spesso ci scoraggiano, sono le fessure attraverso cui l’amore di Dio può penetrare nel nostro cuore di pietra e scioglierlo da dentro. È un’immagine che mi ha molto colpito, anche perché se Dio stesso ha scelto di essere un “Dio vulnerabile” io non mi devo sforzare di essere più forte di quello che sono! Può stupire forse, ma è bello ammettere di essere vulnerabili davanti a Dio, e così lasciarsi amare e consolare: “l’amore è possibile solo tra due cuori feriti” e “il Cuore di Gesù è un cuore ferito, per sempre, per amore”. L’ultima tappa, “Io sono missione” ci ha metaforicamente “catapultati” verso l’esterno: dopo aver scoperto in noi il dono della preghiera ed aver ricordato la nostra altissima dignità di figli amati dal Padre, abbiamo capito che quella di figli non è l’unica identità che condividiamo con il Figlio, Gesù: con Lui, come Lui, siamo chiamati ed essere missione, a realizzare la volontà di Dio. Mi ha colpito molto la spiegazione per cui la volontà di Dio non consiste in un qualcosa da eseguire, ma nel desiderio da innamorato che Dio prova nei nostri confronti. Se rimaniamo legati come il tralcio alla Vite possiamo vivere questa profonda relazione, che ci mette al centro dell’Amore avvolgente della Trinità e che ci rivela come missione #perlavitadeglialtri! Infine, oltre ai ringraziamenti a don Marco Frecentese e a FMA ed SDB che ci hanno accompagnato, vorrei aggiungere che vivere esperienze tanto forti con giovani non “solo” accomunati dalla fede, ma anche dal sentirsi figli di don Bosco, parte di un carisma, ha reso tutto ancora più intenso e mi ha fatto sentire a casa. Non poteva esserci modo migliore per iniziare l’Avvento! Per chi è arrivato a leggere fino a qui, la Madonna, Vergine del silenzio e Immacolata, ci insegni a far vibrare le corde del nostro cuore, perché la musica della nostra preghiera e della nostra vita sia dolce per il Bambino che nascerà.

  • IO SONO una missione

    Anche quest’anno, in occasione dell’Avvento, noi giovani della Casa salesiana di Macerata, insieme ai giovani di Civitanova Marche, abbiamo partecipato agli Esercizi Spirituali che il Movimento Giovanile Salesiano propone. Un momento davvero molto atteso, in grado di offrire l'occasione di riprendere un po' fiato, staccandosi dall'affanno della quotidianità per potersi ricentrare, vivendo con più serenità e consapevolezza l'Avvento. Un momento per riprendere la giusta ricarica e vivere uno spazio di silenzio necessario, che permette di spolverare il cuore. Ci siamo ritrovati, dunque, dal 30 novembre al 2 dicembre a Pollenza, ospitati dalle Sorelle Povere di Santa Chiara: eravamo un bel gruppo, circa una trentina di giovani! Non è stato, però, il numero più consistente del solito a dare la nota positiva, bensì la bella sintonia e il bel clima che si è creato tra noi. Le suore clarisse ci hanno accolti nella loro residenza, regalandoci la possibilità di vivere in una piccola oasi pacifica un momento davvero intenso. Ad accompagnarci durante queste tre giornate, Don Francesco Valente, un salesiano che ci ha molto colpiti e al quale siamo grati per le belle e intriganti parole condivise con noi, giorno dopo giorno, meditazione dopo meditazione. Grazie a lui, abbiamo potuto approfondire il tema dell’anno pastorale “Io Sono una Missione”, tratto dal capitolo quinto dell’enciclica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco. Abbiamo avuto modo di riflettere su quanto, ancor prima di “una missione”, sia centrale quell’ “io sono”. Noi siamo. Siamo figli, uomini, fratelli e sorelle, pensati e desiderati ad immagine e somiglianza di Dio Padre. Solo riusciremo guardare il mondo con la luce giusta, con la luce del Padre, allora anche noi potremmo splendere di quella santità alla quale siamo stati tutti chiamati, radicando in noi stessi l’essere missione per la vita degli altri. Alcune modalità organizzative di questo ritiro ci hanno sorpresi: venerdì, appena arrivati, dopo la sistemazione dei bagagli e una breve meditazione introduttiva, abbiamo avuto occasione di vivere la cerimonia penitenziale, che ordinariamente avveniva sempre i giorni successivi. Questa novità, propria di una Chiesa giovane che conosce i giovani, ci ha permesso di affrontare con grande serenità i due giorni successivi, disponendoci ad un ascolto sincero della Parola. Nella giornata di sabato, tra una meditazione e l’altra, ci siamo sperimentati nei piccoli servizi vivendo proprio come una famiglia, anche grazie all’aiuto di Fabio e Brunella Cifola, i nostri grandi chef. I momenti conviviali non sono mai mancati: tra giochi, canti, chiacchiere e preghiere abbiamo avuto modo di conoscerci per quello che siamo. A sottolineare il senso di famiglia e comunione, il momento di incontro e testimonianza con le sorelle clarisse e la stupenda conclusione della giornata con l’Adorazione Eucaristica. Immancabili e fondamentali nella loro presenza anche Suor Loredana FMA, Don Emanuele De Maria SDB e Don Flaviano D’Ercoli SDB, che hanno passato con noi questo tempo, accompagnandoci e sostenendoci, ai quali siamo grati per la loro vicinanza e disponibilità. La nostra avventura si è conclusa domenica mattina, con un bel momento di condivisione, la celebrazione eucaristica della prima domenica di Avvento insieme alla comunità delle clarisse, e l’invito a vivere questo tempo di attesa attivamente, da missionari nel quotidiano.

  • E tu come stai?

    Il weekend dal 23 al 25 novembre un gruppo di ragazzi ha colto un’occasione straordinaria per ascoltare Dio. Partendo dalla domanda “A che punto sono nella mia vita?”, Don Ivan, il predicatore, ci ha accompagnato ad un incontro determinante, soprattutto alle porte dell’Avvento, quello con Dio; insomma dietro alla domanda “come stai?” ci viene richiesto di andare oltre il convenzionale “tutto bene” per poter vedere in faccia la verità e provare a capire dove stiamo andando. Quindi gli esercizi spirituali non sono stati uno stacco dalla realtà, ma una prospettiva diversa da cui vederla. Importanti sono stati i tre momenti di deserto, in cui, in maniera differente, ognuno di noi si è sentito toccare il cuore da interrogativi e provocazioni che non ci permettono di restare inermi, ma ci chiamano ad un quotidiano e profondo cambiamento. Se la tecnica della Lectio è stata il canale privilegiato con cui Dio ci ha parlato, sicuramente noi avevamo bisogno di sintonizzarci sulla Sua “frequenza” e ciò non sarebbe stato possibile senza la partecipazione a momenti come la Messa, il Rosario e la Confessione. Un altro punto di forza era il confronto, che si poteva vivere in momenti più informali tra noi o, meglio ancora, con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice presenti, che offrivano volentieri una parola di conforto, di correzione o di incoraggiamento a chiunque ne avesse bisogno. Un’altra componente significativa sono state le testimonianze di Suor Adele e delle novizie Sara, Sara e Carmen, le quali hanno condiviso parte della loro vita facendoci capire che il progetto che Dio ha per noi non corrisponde sempre al nostro, anzi, a volte ci chiama su strade che inizialmente avremmo escluso, trasmettendo la bellezza di dire sì a Lui e la libertà che scaturisce dall’abbandonarsi a chi ci ama e chiede fiducia. Ma come posso capire a cosa Dio mi chiama? Io non sento mica la Sua voce! È questo il centro: partire dalle vicende quotidiane, soprattutto dalle più evidenti, e viverle bene. Solo così saremo in grado di capire a cosa siamo chiamati nelle cose più grandi, vivendo in pieno la realtà di ogni giorno. Lo stesso stile di queste giornate, pur avendo al centro tematiche non facili, è stato molto semplice, improntato sullo stile di Don Bosco, che non escludeva mai un “sano divertimento”. Per questo i momenti di gioco ed allegria non sono potuti mancare; persino nelle meditazioni erano presenti impegni pratici, esperienze personali e modalità che scoraggiavano ogni possibile astrazione dalla mia realtà. Insomma davvero un’esperienza ricca di divertimento, riflessione e soprattutto un’opportunità di crescita nel rapporto col Signore, in un momento delicato come l’Avvento che troppe volte passa inosservato o travolto dalle mille attività che tempestano le nostre giornate. Mi auguro che anche tu che leggi possa rispondere alla domanda “Tu come stai?” che ogni giorno Dio ci pone, accettando l’idea di poter essere sconvolto dalla risposta e di ricominciare, giorno dopo giorno, partendo da essa, consapevole che non saremo mai soli nel nostro cammino. A volte sembra che Dio faccia silenzio, o meglio, che sia lì, da qualche parte, a confermare una routine in cui tutto sommato, tra fatiche e difficoltà, non stiamo poi così male. Ma se non fosse così? Se ci stesse urlando qualcosa di diverso?

  • Dentro ad ogni problema c'è una risorsa

    Riscoprire Dio che si dona per noi sulla croce: questo è uno dei punti su cui ci siamo concentrati durante gli esercizi spirituali che si sono svolti ad Arborea dal 23 al 25 novembre. Sin da venerdì si è respirato un clima di famiglia e di condivisione favorito anche dalla confidenza che si è creata fin da subito tra i presenti; Don Valerio ci ha aiutato a riflettere su come ognuno di noi fosse chiamato ad essere santo seguendo anche l’esempio di San Paolo che nella sua prima lettera ai Corinzi si sofferma su questo tema; non sono mancati poi gli spunti importanti, offerti anche dai riferimenti su altri brani della Bibbia che ci sono stati proposti. E’ stato importante capire che se San Paolo è riuscito a testimoniare ed essere un esempio a Corinto, luogo notoriamente difficile per tutti gli ostacoli che gli si sono posti davanti, ognuno di noi può riuscire nella propria vita e nella propria realtà se si affida a Dio! La serata poi è continuata con la cena e il gioco in cui abbiamo dovuto risolvere alcune piccole sfide: abbiamo potuto ballare, ridere e divertirci insieme. A seguire, grazie all’aiuto di Suor Graziella, abbiamo potuto pregare il rosario missionario sotto le stelle, per poi poter andare a riposare per il giorno dopo. Sabato abbiamo riflettuto sul capitolo 13 della Prima lettera ai Corinzi: la carità. Siamo stati chiamati a fare verità su come conduciamo la nostra vita con varie occasioni per soffermarci anche sul nostro rapporto con il prossimo e con Dio; amare qualcun altro significa dare la vita per questa persona, che si tratti di un amico, una fidanzata, un padre o una madre. Comportarsi in modo tale da vivere in equilibrio tra la dimensione di essere padre e quella di essere figlio, in cui abbiamo occasione, nel primo caso, di guidare e dirigere gli altri e nel secondo, di lasciarsi condurre e farsi servo, ci permette di donarci agli altri. Abbiamo vissuto insieme la celebrazione eucaristica e dopo pranzo abbiamo condiviso ciò che ognuno di noi aveva elaborato durante il deserto. Nel pomeriggio abbiamo riscoperto l’amore di Dio tramite la celebrazione penitenziale aiutati dalla parabola del Padre Misericordioso; abbiamo potuto vivere il sacramento della riconciliazione. Abbiamo capito, sempre grazie all’aiuto di Don Valerio, che ogni nostra convinzione porta a un’emozione e questa ha come conseguenza un’azione: in questo modo possiamo sperimentare sempre che quello che pensiamo, proviamo e facciamo è correlato. Domenica è iniziata con una meditazione sui sacramenti che ha colpito tutti: siamo chiamati a rivivere la resurrezione di Gesù con tutto ciò che implica, anche la sofferenza e il sacrificio della croce. Da qui lo spunto sul trovare nel problema una risorsa, anche dai nostri comportamenti sbagliati. Questo può aiutarci a capire come modificare il nostro comportamento, ma soprattutto ad accettarci imperfetti ricordando sempre che l’amore di Dio nei nostri confronti è infinito e non si può ridurre a un ragionamento umano della misurazione matematica del faccio-ricevo. Tutti noi siamo protagonisti, tutti noi siamo prodigio!

  • «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane»

    Spesso si pensa che una volta raggiunta la maggior età si sia maturi e formati al 100%... ma non è per niente così! È da lì che inizia tutto! E i 50 ragazzi che domenica 11 novembre erano alla formazione giovani a Varazze l'hanno capito. È stata una giornata di vera comunità e condivisione: a partire dall'accoglienza ci siamo sentiti subito in famiglia. Dopo un breve momento di preghiera guidato da don Alessio, siamo stati divisi in due gruppi per sviluppare in differenti maniere il tema della giornata: “io sono una missione”. Abbiamo avuto modo di condividere le nostre idee con suor Rebecca e avere un confronto su noi stessi con una psicologa. Non c'era modo migliore di concludere la mattinata se non con la Messa tutti insieme. Dopo un buon pranzo in compagnia, il parroco di Varazze don Claudio ha proposto una lectio divina sul tema “missione”, approfondendo le figure di Geremia, di Samuele e di san Paolo. La giornata si è conclusa con un riscontro riguardante la giornata e con l’arrivederci ai prossimi incontri: gli Esercizi Spirituali d'Avvento sul Monte Fasce e a Monleone per la seconda parte della proposta pastorale “#per la vita degli altri”!

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