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  • COME UNA GOCCIA NELL’OCEANO

    “Io sono una missione per gli altri”: questa la tematica dell’ultimo incontro di MissioLab Marche-Abruzzo che si è tenuto a Civitanova Marche il 9 aprile 2022. Quale migliore maniera di affrontare tale tema se non confrontandosi con chi in missione ci è già stato? È stato interessante ed arricchente per noi ascoltare Daniele Arbuatti raccontarci del suo viaggio ad Alessandria d’Egitto e poi della sua più recente esperienza in Polonia. “La missione è una maledizione” così ha esordito Daniele. Seppur all’inizio siamo rimasti sbalorditi da quest’affermazione, attraverso il suo racconto ne abbiamo poi compreso la profondità. Ciò che intendeva dire era che, una volta vissuta l’esperienza della missione, essa lascia nell’anima un’impronta indelebile: una spinta ad agire che ti impedisce di rimanere indifferente di fronte alle situazioni di ingiustizia e di emarginazione. Ad Alessandria, durante il suo servizio in oratorio, ha sperimentato la convivenza di più culture e religioni e ha assistito a situazioni che lo hanno profondamente colpito: i bambini di cui si occupavano lui e gli altri partenti erano portatori di storie a volte drammatiche ma sempre fonti di crescita. A distanza di alcuni anni dall’esperienza in Egitto è ancora vivido il ricordo dei loro volti così come è ancora forte l’esigenza di farsi prossimo, esigenza da cui è nata l’iniziativa di andare in Polonia insieme a Don Alessio Massimi SDB e Giancarlo Pennesi. Si sono recati a portare beni di prima necessità presso un centro di accoglienza di profughi ucraini dove hanno incontrato altri volti e altre storie piene di paura e smarrimento. Al loro ritorno hanno accompagnato inoltre in Italia una famiglia di profughi che doveva raggiungere proprio Civitanova. Certo erano solo alcune delle tante persone che dovevano arrivare in Italia, l’azione di Don Alessio, Daniele e Giancarlo è stata come una goccia nell’oceano ma, come diceva Madre Teresa di Calcutta, senza di essa l'oceano avrebbe avuto una goccia in meno.

  • Esercizi Spirituali di Quaresima 2022, Toscana- Liguria

    Nel weekend del 18-20 marzo 2022 si sono tenuti gli esercizi spirituali MGS delle zone Toscana e Liguria a Castiglion d’Orcia, guidati da Don Stefano Casu. Circa trenta giovani si sono riuniti tra le campagne senesi per vivere insieme tre giorni in un clima di silenzio e condivisione, e certamente la natura nella quale erano immersi ha contribuito rendendo ancora più significativi questi esercizi. Nonostante le dovute precauzioni che sono state tenute per il periodo che ancora ci caratterizza, il desiderio di stare insieme ha permesso di vivere con la “V” maiuscola ogni momento senza perdere l’entusiasmo che rispecchia la famiglia salesiana. I giovani che hanno deciso di partecipare provenivano dalle case di Colle val d’Elsa, Firenze, Genova, Livorno, Pisa e Siena: questa unione ha permesso di valorizzare nuovamente la grazia della condivisione e del confronto fra età, città e oratori differenti. Il tema che ha accompagnato questi giorni è stato “Una Grazia che chiama”. Don Stefano Casu ha fatto luce sulla Grazia attraverso San Francesco di Sales e alcuni stralci della “Lettera ai Galati” di San Paolo. Queste figure ci hanno aiutato a riconoscere la Grazia nella vita di tutti i giorni, aprendo gli occhi e valorizzando anche le piccole meraviglie che spesso vengono date per scontate. Un momento forte e toccante è stato quello dell’Adorazione notturna, dove turnandosi a coppia o a piccoli gruppi, i giovani hanno pregato davanti al Santissimo per tutta la notte. In quell’occasione la Grazia del Signore li ha fatti sentire sempre più amati e, accolti fra le sue braccia, hanno affidato tutte le loro vite, le difficoltà e i momenti più bui della vita. Un ringraziamento speciale va a Don Stefano Casu che ha guidato questi esercizi con cura e attenzione, a tutto il comitato MGS per aver organizzato nel dettaglio ogni giornata e il grazie più grande va a Dio, che ci ha illuminati con la sua Parola e ci ha permesso di vederci dal vivo. Gli esercizi, infatti, sono un punto di partenza per vivere nella quotidianità ciò a cui siamo chiamati. In conclusione sono stati giorni di comunione, condivisione e Amore, che ci hanno accompagnati e ci accompagneranno in questo periodo di Quaresima, momenti che fanno bene al cuore di ciascuno e che verranno ricordati con gioia. Buon cammino e buona vita a tutti!

  • MISSIOLAB ON. Un’esperienza semplice, travolgente, di quelle che ti lasciano un sorriso sul volto...

    Sabato, con il gruppo MissioLab Lazio-Umbira, abbiamo avuto il piacere di conoscere la realtà di un gruppo di volontarie del VIDES, che opera all’interno della casa salesiana di Cinecittà. Il VIDES (Volontariato Internazionale Donna Educazione e Sviluppo) è l’associazione di volontariato giovanile delle FMA che si occupa della promozione e la difesa in prima linea dei diritti di bambini, giovani e donne, che si trovano in condizioni di grande svantaggio e povertà. Il gruppo di volontari che opera all’interno dell’istituto, si prende cura, ormai da molti anni, di più di 40 famiglie, la maggior parte con figli minori a carico, fornendo tutto quello che le istituzioni, per questioni burocratiche o altro, non riescono a dare. In particolare, il nostro contributo è stato quello di impacchettare, smistare, ed etichettare i diversi pacchi alimentari che, con cadenza mensile, vengono consegnati alle famiglie bisognose che si presentano. Purtroppo, data la situazione ancora post pandemica, dallo scorso anno non è possibile portare i pacchi direttamente a casa delle famiglie, cosa che permetteva di creare un legame maggiore, un clima più familiare e soprattutto portare un messaggio di accoglienza; mi auguro si possa tornare presto alle “vecchie abitudini” anche per queste cose. La cosa più bella è stata vedere come anche nelle piccole cose, tutti ci siamo impegnati per aiutare come potevamo, mettendoci tutto il cuore possibile, pensando in particolare ai nostri amici che poco dopo, avrebbero scartato il pacco. Infatti “NON POSSIAMO SEMPRE FARE GRANDI COSE MA POSSIAMO FARE PICCOLE COSE CON GRANDE AMORE” come diceva Madre Teresa. Abbiamo concluso la giornata in oratorio con i ragazzi, facendo un gioco che voleva farli riflettere sulle differenze e le difficoltà che si incontrano quando si va in missione e si incontrano culture e abitudini diverse dalle nostre. Infine, Eleonora e Milena, dell’Equipe, hanno lasciato un piccolo pensiero della buonanotte sulle esperienze che avevano vissuto all’estero, in particolare sull’importanza di cercare sempre di fare del bene e sulla gioia che si impara a vivere davvero nei luoghi in cui meno ci si aspetterebbe. La domenica, invece, ci siamo connessi tutti da remoto, con i partecipanti di MissioLab delle altre regioni per condividere le diverse esperienze. La Toscana ha trascorso il weekend con la Caritas facendo servizio in diverse strutture di accoglienza, mentre la Sardegna ha trascorso una giornata con un’associazione che si occupa di ragazzi con disabilità. Ci siamo tutti messi in gioco e abbiamo vissuto in prima persona l’importanza di “essere una missione”, non conta tanto quello che si fa, ma la presenza, il cuore e l’impegno che si mettono nel farlo.

  • CONTINUA MISSIOLAB. Conoscere l’altro… un incontro a più voci!

    Cosa vuol dire dialogo interreligioso? Come possiamo prenderci cura del mondo in cui viviamo? Queste alcune delle domande che hanno mosso le riflessioni dell’incontro di MissioLab Marche-Abruzzo dello scorso 5 febbraio. Essendo, nelle nostre realtà, spesso in contatto con diverse culture e religioni è stato interessante per noi confrontarci sul tema del dialogo interreligioso e dell’ecumenismo con la Presidentessa del consiglio delle Chiese Cattoliche delle Marche Viviana De Marco. Siamo partiti approfondendo alcuni dei documenti della Chiesa riguardanti tali tematiche, ma ciò che soprattutto ci ha colpito è stato comprendere quanto sia importante e generativo il dialogo tra religioni e all’interno di una stessa fede: essere un solo corpo. La testimonianza della Presidentessa ci ha infine dato conferma di come basti una passione per spingerci oltre e trovare il nostro posto come parte attiva all’interno della Chiesa, anche come laici; di quanto sia davvero possibile fare e farci dialogo. Nella seconda parte dell’incontro invece ci hanno accompagnato l’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco e le riflessioni sul tema dell’ecologia integrale. Ci siamo focalizzati su un utilizzo consapevole di acqua ed imballaggi e su come anche una scelta comune come quella del vestiario crei un impatto non indifferente a livello ambientale. Abbiamo poi riportato una voce concreta di giovani come noi che hanno scelto di fare della propria passione, la musica, un mezzo per custodire la realtà loro attorno. Si tratta del gruppo musicale degli Eugenio in Via Di Gioia: quattro ragazzi che si sono spesi per la causa ambientale attraverso le loro canzoni e creando una piattaforma di azione ed informazione chiamata “Lettera al prossimo”. Attraverso una raccolta fondi sono riusciti a ripiantare un’intera foresta che era stata abbattuta da una tempesta in Trentino. Tutto ciò ci ha aiutato a capire quanto scelte consapevoli, piccoli gesti quotidiani e cura verso la realtà circostante possano aiutarci a fare la differenza. Conoscere l’altro è sempre ad un arricchimento personale. Il confronto, il dialogo invitano all’apertura al mondo e alla conoscenza, in particolar modo, di ciò che ci unisce e non solo di cosa ci rende diversi. MissioLab Sardegna ci racconta come hanno vissuto questo momento: “Di questi tempi, nonostante non sia sempre facile trovare dei punti in comune con gli altri, i molteplici modi di guardare al mondo sono sempre capaci di sorprendermi e mi fanno realizzare che il dialogo è una grande via per arricchirsi. Nell’ultimo incontro ci siamo soffermati proprio sul dialogo, che mi ha insegnato tanto su quanto sia vario il mondo del Cristianesimo. Oltre ad avere sentito una testimonianza, abbiamo avuto anche la grande opportunità di partecipare a una messa di rito bizantino in ucraino, in una chiesa poco distante da noi. Ho potuto sperimentare non solo la presenza di una fede pura, ma anche un’accoglienza che prescinde dalla differenza dei vari riti, ma che si rifà puramente all’insegnamento di Cristo. Una splendida esperienza, che fa comprendere quanto la fede riesca a unire tantissime persone e abbattere qualsiasi muro”. A che punto siamo del nostro cammino? (MissioLab Toscana- Emilia-Romagna) Cuore aperto, Azioni semplici, Umiltà, Attenzione. Sono solo alcune delle consapevolezze che stanno nascendo nel nostro cuore. Tutti noi stiamo imparando a guardare ciò che ci circonda con uno sguardo nuovo. Forse essere missionari è prima di tutto sperimentare cosa vuol dire sentirsi piccoli. Solamente di fronte a questo modo di guardare le cose, solamente scontrandosi con questo amore libero e incondizionato che tutti desideriamo, ma che tutti facciamo fatica a manifestare troviamo il desiderio di donarci. Dopo di che è rendersi conto di non essere soli in questa “piccolezza”. Questa bellissima condivisione avvenuta tra di noi ci ha fatto sentire gruppo e ciò è fondamentale per crescere nel verso giusto. Sapere di non essere soli aiuta a trovare il coraggio di affrontare “il mondo” ovvero quel qualcosa più grande di noi, e insieme a capire di cosa potrebbe aver bisogno l’altro perché è esattamente ciò di cui hai bisogno te. Infine, c’è l’azione. Quando hai accolto nel tuo cuore queste emozioni non puoi continuare ad essere indifferente a ciò che ti circonda. Ognuno di noi sta facendo il proprio percorso, da: “ho iniziato a scendere gli scalini di questo cammino” a: “voglio caricarmi la mia casa sulle spalle e portarla fuori”, ma la nostra base sta diventando un po’ per tutti: “fare poco è meglio che fare niente”. Nella seconda parte dell’incontro abbiamo ascoltato la testimonianza di Don Andrea Zargani, diacono permanente, insegnante di religione e psicologia, responsabile dell’archivio diocesano e soprattutto a servizio della diocesi di Livorno come responsabile per il dialogo ecumenico. Grazie alla sua esperienza ci ha trasmesso ancora una volta quanto uscire dalla nostra casa arricchisce prima di tutto noi e poi chi ci sta intorno. L’altro diverso da me è importante per la mia crescita personale.

  • TERZO INCONTRO MISSIOLAB. Osservando il mondo: Come possiamo rispondere alla realtà?

    Dall’Egitto in Bielorussia, dal Benin al Messico, durante il terzo incontro di MissioLab i nostri testimoni provenienti da diverse parti del mondo hanno raccontato come nella realtà in cui si trovano, vivono il contesto. Il nostro cammino è iniziato in Medio Oriente con Don Alejandro SdB, Ispettore del MOR, che ha illustrato una panoramica delle criticità dei paesi del Medio Oriente: povertà e guerra in Siria, sfida educativa in Egitto, divisione e conflitto di confine tra Israele e Palestina. Le FMA e SdB dell’Ispettoria si chiedono ogni giorno cosa possono fare per stare vicini a chi ne ha bisogno, cosa possono attivarsi per mitigare questo dolore. Tutto ciò che fanno attraverso le loro strutture è stare vicini al dolore della gente e provare a dargli senso nell’amore nella speranza della propria fede. Don Alejandro continua dicendo “Il guardarsi intorno riceve sempre un feedback, noi come buoni cristiani siamo chiamati a dare testimonianza con la nostra vita, inoltre con un po’ d’intelligenza e apertura di cuore possiamo imparare tanto da chi è diverso da noi. Guardarsi intorno ci serve a essere più sensibili alla realtà degli altri ma è anche una bellissima opportunità di crescita personale”. Dall’Egitto voliamo in Bielorussia, dove da una situazione complessa crisi politica, di oppressione e silenzio ci arrivano parole di speranza: “Cosa facciamo lì? Niente. Non possiamo fare niente.” Ma quelle piccole azioni che riescono a fare, sono preziose agli occhi della gente. “Fare quel poco che facciamo è meglio di non fare niente”. Pregare, dare speranza alla gente che incontrano, essere quelle luci di speranza così come riescono ad essere. Di questa testimonianza ci portiamo con noi l’augurio che “sempre si potrà fare qualcosa anche quando sembrerà niente, quel poco che potrete fare sarà una cosa grande che potrebbe salvare la vita a qualcuno; che Dio possa chiederci cose che non possiamo fare o almeno pensiamo di non poter fare e trovare il coraggio; che siamo noi a scegliere dove vogliamo guardare quindi guardate al mondo attorno con l’occhio aperto e lo sguardo positivo per cercare miracoli, che ci sono tra di noi, e la fraternità, che salverà il mondo.” Passiamo in Benin dove Suor Silvia Melandri, missionaria a Cotonou, vive dal 2006. Ci racconta che il Benin, situato tra il Togo e il Burkina è un paese molto giovanile, con una chiesa giovane e una religione tradizionale chiamata Vodoun, che però porta il peso di una enorme povertà che provoca sfruttamento minorile e tratta dei bambini. Le FMA, insieme ad educatori locali, offrono un riparo e un’assistenza ai bambini e bambine che vivono per strada e lavorano al mercato, a quelle giovani donne, vittima di violenza, diventate madri e abbandonate. In un foyer accolgono max 80 bambine con un passato di sfruttamento o di tratta o vittime di violenze sessuali; Gestiscono Maison de la Sperance, e Maison du Soleil, case di accoglienza per bambine e ragazze madri che vivono al mercato. Ultima tappa – dal confine tra Messico e USA arriva la testimonianza delle FMA che lavorano affianco e con i migranti che vengono soprattutto da Haiti, Honduras, El Salvador. Dopo 20 anni di studi e riflessioni, nel 2017 viene inaugurata la comunità interispettoriale “Sacra Famiglia” per l’attenzione delle persone migranti al confine tra Messico e Stati Uniti, a Santa Caterina Nuevo Leon. Le suore svolgono il loro lavoro seguendo l’invito di Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare con gioia, semplicità e amicizia diventando segno ed espressione dell’amore preveniente di Dio. A concludere l’incontro la condivisione in due gruppi dove abbiamo riflettuto sulle realtà critiche nel nostro quotidiano, nel nostro quartiere, oratorio ecc... davanti a queste criticità ci viene da dire, cosa posso fare io? Sono solo una ragazza/o non posso fare niente. Dio ci chiama lì dove siamo e nelle sue mani possiamo fare ciò che ci chiama a fare per ciò che siamo. Ciò che c’è intorno ci chiama e ci interpella e non possiamo rimanere indifferenti. Siamo chiamati a metterci in gioco in una realtà che ferisce per andare oltre anche dalla nostra zona di comfort. Partiamo dal poco che ci sembra possibile e poi facciamo cose impossibili, l’importante è mettersi in moto. Cosa posso fare io nel mio quotidiano?

  • Lettera ai giovani del Rettor Maggiore

    Miei carissimi giovani, giunga a ciascuno di voi il mio saluto con vero affetto e con tutto il cuore da Valdocco, dove stiamo celebrando la festa del nostro amato Don Bosco, “Padre e maestro della gioventù” – come ha dichiarato San Giovanni Paolo II. Vi scrivo questa lettera, mentre da pochi istanti sono tornato dalla preghiera che ho fatto per voi nella Basilica davanti al Signore, davanti alla nostra Madre Ausiliatrice, davanti a Don Bosco, a Madre Mazzarello e a San Domenico Savio, il santo adolescente dei primi anni dell’oratorio qui a Valdocco. In questo anno in cui commemoriamo nella Chiesa il IV centenario della morte di un grande santo, quel “gigante della santità” che fu San Francesco di Sales, la Famiglia Salesiana di Don Bosco, e voi, i giovani che ne fate parte, tutti noi con voi siamo chiamati a vivere la nostra fede cristiana e tutto il dinamismo giovanile che portate nel cuore, con questa carità e dolcezza “salesiana” che San Francesco di Sales ci ha lasciato in eredità e che Don Bosco fece sua. Nel 1854, egli stesso scrisse a riguardo dell’Oratorio di Valdocco: «Questo Oratorio è posto sotto la protezione di San Francesco di Sales per indicare che il fondamento su cui poggia questa Congregazione deve essere la carità e la dolcezza, che sono le virtù caratteristiche di questo santo». Don Bosco per realizzare la sua opera si ispirò a San Francesco di Sales, il Santo che comprese – come pochi altri – che Dio e il suo amore misericordioso erano al centro della sua vita e della sua storia. Francesco di Sales è il Santo della tenerezza, del cuore modellato sul cuore di Dio Padre che, con la sua dolcezza, attira tutti a sé. E facendomi eco di questa sensibilità e spiritualità, che abbiamo ricevuto da San Francesco di Sales attraverso Don Bosco, e con la forza della Parola con cui sia il Papa Emerito Benedetto XVI sia Papa Francesco si sono rivolti a voi, desidero invitare voi, cari giovani di tutte le presenze salesiane nel mondo, a vivere con grandi ideali, con grandi mete che vi conducano sulla via della felicità e verso Dio. Mi è parso molto bello quando in uno dei suoi messaggi rivolti a voi giovani, Papa Benedetto XVI vi ha detto: «Cari giovani, non accontentatevi di meno della Verità e dell’Amore, non accontentatevi di meno di Cristo». Che bello e che proposta che vale la pena accettare con coraggio, perché è molto probabile che l’ambiente sociale e culturale in molti luoghi nei quali vivete non vi aiuterà in questo. Ma il privilegio di non accontentarsi di niente di meno che Cristo nelle vostre vite è che potete fidarvi di Dio, abbandonarvi a Lui, il Dio vivente e che invita tutti a vivere come è vissuto Gesù. Sono convinto che essere un giovane cristiano oggi sia davvero una sfida coraggiosa. E nell’affermare questo, non dimentico molti di voi, cari giovani delle presenze salesiane del mondo, che professano un’altra religione. Vi auguro con vero affetto di vivere la vostra fede in profondità, di essere veri credenti nella fede che professate, di viverla autenticamente. L’unico Dio che esiste e al quale tutti ci rivolgiamo, sarà sempre al vostro fianco e saprà incontrare ognuno di voi. Le case di Don Bosco e di tutta la Famiglia Salesiana nel mondo hanno, e continueranno sempre ad avere, porte aperte per ogni giovane che le avvicina. Allo stesso tempo, insieme ai miei confratelli Salesiani, alle mie consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, e a tanti altri che compongono questa nostra preziosa Famiglia, faccio risuonare le proposte che vi hanno rivolto Papa Francesco e Papa Benedetto, perché capisco che, proprio come ha fatto Don Bosco con i suoi ragazzi, insieme desideriamo chiedervi di essere coraggiosi, di non avere mai paura, di lasciarvi sorprendere da Gesù, il Signore, di aprire le porte del vostro cuore a Lui, lasciando che Lui vi parli. Gesù vi sorprenderà sempre e vi condurrà sul sentiero dell’autentica felicità: quella che cercate, che desiderate e di cui avete bisogno. Miei cari giovani, oso dirvi in questa festa di Don Bosco che oggi, come sempre o più che mai, il Signore ha bisogno di voi e vi chiama ad essere discepoli missionari nel Regno. Don Bosco ha bisogno di voi, come aveva bisogno dei suoi ragazzi di Valdocco, per fare del bene a tanti altri. E tanti vostri compagni e amici hanno bisogno di voi e del vostro sostegno. Di voi giovani che, con responsabilità e generosità, prendete in mano la vostra vita. Il nostro mondo ha bisogno di giovani che sentano di avere una missione sognata da Dio e che si innamorino di essa. Giovani che sentono che Dio ha un sogno e un bellissimo progetto per ognuno di loro. Giovani con speranza e forza. Giovani, come dice Papa Francesco, che non si lasciano rubare la speranza: «Un giovane non può essere scoraggiato, la sua caratteristica è sognare grandi cose, cercare orizzonti ampi, osare di più, aver voglia di conquistare il mondo, saper accettare proposte impegnative e voler dare il meglio di sé per costruire qualcosa di migliore. Per questo insisto coi giovani che non si lascino rubare la speranza» (Christus Vivit, 15). Carissimi giovani, concludo questo messaggio augurandovi una buona festa di Don Bosco e invitandovi a vivere tutto l’anno in grande armonia con Don Bosco e San Francesco di Sales. Loro continueranno a condurvi a incontrare l’unico che conta: Gesù Cristo il Signore. Ricordo che nell’incontro della Consulta Mondiale del Movimento Giovanile Salesiano (SDB-LEADS) tenutosi nel dicembre scorso, dopo aver approvato le linee guida della Consulta Mondiale del Movimento Giovanile Salesiano (SDB-LEADS), i giovani rappresentanti di tutto il mondo sono stati unanimi nel proporre di celebrare il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales. I membri della Consulta della Regione Africa-Madagascar coordineranno questo evento, al quale parteciperanno tutti i gruppi del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) delle ispettorie salesiane del mondo, in segno di omaggio, gratitudine, amore e devozione a questo grande Santo, ispiratore del nostro amato Don Bosco. Vi incoraggio a continuare a curare i momenti di preghiera, le iniziative a favore dei più svantaggiati e a far conoscere e condividere tutto quello che state facendo. Miei cari giovani, buona festa di Don Bosco e buon anno “salesiano” sotto l’ispirazione di San Francesco di Sales. La mia benedizione per tutti. Con vero affetto e l’assicurazione del ricordo nella mia preghiera, vi saluto. Ángel Fernández Artime, SDB Rettor Maggiore

  • SECONDO INCONTRO MISSIOLAB. Ed essi narravano ciò che gli era accaduto

    Durante il mese di dicembre è continuato il percorso di MissioLab nelle regioni del territorio IC. Questo incontro è stato caratterizzato dal brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-53) e dell’ascolto di una o più testimonianze di giovani che hanno vissuto esperienze missionarie in Egitto. Il brano scelto dal Vangelo di Luca parla di due discepoli tristi e delusi dalla morte di Gesù e increduli delle parole delle donne che L’hanno visto risorto, che si allontanano da Gerusalemme. I due uomini sono in cammino ma verso la direzione sbagliata. Quando Gesù si avvicina a loro non si rendono subito conto della sua identità, ma quando lo riconoscono mentre spezza il pane, cambiano direzione e tornano a Gerusalemme per annunciare che il Cristo è risorto (“Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane”). Come i discepoli di Emmaus hanno annunciato la risurrezione di Cristo, anche i missionari invitati nelle varie zone, hanno testimoniato la presenza di Dio nelle loro esperienze con sincerità e semplicità. Le varie testimonianze hanno aiutato i ragazzi a capire meglio alcune dinamiche e lo spirito giusto per affrontare alcune esperienze nel modo migliore. Una tematica affrontata dai vari testimoni è stata quella della Parola di Dio, che ha avuto una forte influenza sull’esperienza vissuta. L’ascolto della Parola e l’invocazione allo Spirito sono due elementi fondamentali per seguire la strada che Dio ha pensato per ognuno di noi e per fare il Bene, anche per un missionario, che si trova spesso in situazioni difficili e faticose. L’incontro si è poi concluso con alcune condivisioni sulle parole ascoltate poco prima e su alcune domande. L’incontro si è concluso con la condivisione da parte dei partecipanti di alcuni aspetti emersi durante l’incontro: dubbi, curiosità, paure e decisioni sull’esperienze missionarie. Il prossimo appuntamento è l’8 Gennaio e sarà un incontro online e territoriale. I vari ragazzi delle diverse zone potranno, quindi, confrontarsi con altri giovani di tutta l’Italia Centrale e con alcuni testimoni che parleranno di alcune situazioni nel Mondo e in Italia. Lieti di aver potuto fare questi primi due incontri in presenza e della partecipazione dei ragazzi interessati, ringraziamo il Buon Dio e auguriamo un buon Santo Natale a tutti dall’Equipe di Animazione Missionaria IC.

  • VERSO UN NATALE SANTO - Esercizi Spirituali d'Avvento, Sardegna

    Dal 26 al 28 novembre 2021 si sono svolti gli esercizi spirituali MGS della zona Sardegna guidati da un grande don Francesco De Ruvo, ad Arborea. Purtroppo sono stati dei giorni abbastanza piovosi e freddi, che non hanno però impedito la creazione di un bel clima di fraternità e condivisione, il quale ha reso ancora più speciali questi esercizi di avvento. Dopo due anni online, è stato molto bello incontrarsi dal vivo, anche se non è mancata la partecipazione in via telematica di chi non si è potuto spostare. La pandemia e lo stare a casa ci hanno tenuti lontani per tanto tempo ed era decisamente arrivata l’ora di stare assieme, con le adeguate precauzioni e seguendo le misure anti-Covid, per poter condividere non solo con le parole ma con tanti altri piccoli gesti altrettanto importanti. I giovani della Sardegna che hanno partecipato, oltre ad appartenere a case diverse, appartengono a diverse generazioni ed è stato molto bello riscoprire la bellezza della diversità e del confronto per crescere insieme. Spesso, anche nel compito di educatori, non ci si rende conto delle risorse che si possono mettere a disposizione degli altri e che si possono ricevere, anche se si sta a pochi chilometri di distanza, e questi esercizi sono stati un’occasione importante di incontro e di scambio. Un altro elemento degno di nota è sicuramente il periodo dell’anno. Novembre e dicembre sono due mesi particolarmente impegnativi e carichi di impegni. Non sempre, quindi, è facile ricordarsi di essere amati dal Signore, che ci ama infinitamente anche nei momenti più difficili. Questi esercizi spirituali ci hanno ricordato, inoltre, l’importanza dei canti. Spesso, infatti, ci capita di cantare dei brani e di non accorgerci del significato di determinate parole ed espressioni. Il canto che ha fatto da guida agli esercizi è il canto “Re dei re”, dal quale sono emersi numerosi per la meditazione e la preghiera. Un ringraziamento speciale va fatto a don Francesco De Ruvo, che ha guidato gli esercizi con grande spirito e attenzione, al neosegretario Lorenzo Moi, che ha organizzato le giornate e preparato una grande serata, semplice ma divertente, e come sempre al Buon Dio, che ci ama e ci chiama alla santità ogni giorno e ci ha permesso di vederci dal vivo. È importante, infatti, ricordare che gli esercizi spirituali non sono fini a loro stessi ma sono delle giornate di preparazione e, appunto, di esercizio, per rispondere alla chiamata di Dio nel quotidiano. Concludendo, sicuramente non sono state delle giornate tanto soleggiate, ma sicuramente ricche di Amore, preghiera e condivisione che ci hanno preparato al bel periodo di avvento che stiamo per vivere. Buone settimane di avvento a tutti!!

  • IN CAMMINO RENDENDOCI UMILI, FORTI E ROBUSTI - Esercizi Spirituali d'Avvento, Liguria-Toscana

    “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli” Con questa frase Maria, nel noto sogno dei 9 anni , mostra a Giovannino Bosco, quale sarà la chiave del suo carisma, quella chiave con la quale aprirà migliaia di cuori di giovani che ancora oggi realizzano il suo sogno su questa terra. Partendo da queste tematiche, umiltà, fortezza e robustezza abbiamo iniziato i nostri esercizi spirituali a La Spezia nel weekend del 26/11. Personalmente questa è stata la mia prima partecipazione agli esercizi del movimento giovanile salesiano ed è stata un’esperienza bellissima che ha donato alla mia vita entusiasmo ed energia. A guidarci in questo cammino di esercizi è stato il predicatore don Piero Ingegnere, giovane salesiano, che ci ha aiutato a condividere dei momenti insieme riflettendo sui temi precedentemente citati. Ad arricchire l’esperienza è stata la convivenza tra noi giovani, fatta da momenti trascorsi insieme, di preghiera di condivisione sulla parola del Signore e di semplice convivialità. Concepire l’umiltà come veicolo razionale, è un dono da chiedere per avere la consapevolezza che l'umiltà ci aiuta ad andare avanti cosicché il Signore possa entrare a far luce negli angoli più bui di noi stessi. La caratteristica che mi ha richiamato di più è stata quella della robustezza perchè in ogni modo è quella capacità che ci rende fedeli a Dio, che ci fa amare. Inoltre ci consente di riuscire ad organizzare la propria vita in modo positivo, a non lasciarci mai tirare indietro nelle situazioni più difficili ma a trovare sempre la forza per andare avanti. Il più grande dono che Dio ci ha fatto e che l’Avvento ci ricorda ogni anno è di amare se stessi e gli altri, poiché l’amore gioisce con la verità, crede e sopporta ogni cosa, viene definita volontà di amare con il cuore e con l’anima.

  • L’INIZIO DI UN PERCORSO: DOVE SIAMO? COSA FACCIAMO?

    Pronti, partenza… via! Durante il mese di novembre sono iniziati i percorsi di MissioLab nelle varie regioni dell’Italia centrale. Cos'è MissioLab? Un'occasione per approfondire insieme i grandi temi della mondialità, con l'obiettivo di Introdurre e accompagnare i giovani su tematiche internazionali e attuali, per riflettere sulla missionarietà cristiana nel mondo di oggi. Alla fine del percorso, nei mesi estivi saranno fatte delle proposte di servizio concreto, in Italia o all’Estero, per chi desidera vivere in prima persona la mondialità. Vari i temi che saranno affrontati durante l’anno: il dialogo interreligioso, culturale, il senso della missione e del carisma salesiano, la cura del creato… il tutto accompagnato dal documento di riferimento che lega tutti gli argomenti, l’Evangelii Gaudium di Papa Francesco. I ragazzi si sono mostrati in tutta la loro serietà, impegno ed entusiasmo, con una grande voglia di condivisione finalmente in presenza! Questo primo incontro è iniziato per tutti con alcune dinamiche di conoscenza, i ragazzi poi sono stati invitati, attraverso un itinerario fatto di testi e video, a riconoscere come la loro esperienza di MissioLab si inserisce nella grande storia missionaria salesiana, che ha origine nel cuore di don Bosco e di Madre Mazzarello e nell’essenza del carisma salesiano. Successivamente è stato presentato il documento di papa Francesco, approfondendo il tema della missione della Chiesa e di cosa significa parlare di missione per i cristiani, analizzando anche tutte le sfide che bisogna affrontare nel mondo di oggi e le possibili strade da seguire. I partecipanti sono molto motivati e spinti da un grande senso di servizio e missione. Nei vari incontri si è creato un clima sereno di dialogo e partecipazione. Nella speranza di poter vivere un’esperienza di missione concreta e sincera, l’appuntamento è a dicembre con il secondo incontro, dove, grazie a delle testimonianze di chi è già partito, si entrerà nel cuore di quello che i futuri partenti potranno vivere. Concludiamo con le parole del Papa che sono state centrali per questo primo incontro: “Se la Chiesa intera assume questo dinamismo missionario deve arrivare a tutti, senza eccezioni…Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”. Lazio-Umbria Toscana-Emilia

  • Politica: La più alta forma della Carità - Formazione Animatori MGS Toscana 2021-2022

    L’arte di bruciare: questo il titolo scelto dal Comitato per il modulo di formazione animatori MGS 2021-22 della zona Toscana, che completa e chiude, insieme al prossimo appuntamento del 14 Maggio, il trittico tematico così formato da La mia natura è fuoco (2019-20), incentrato sull’affettività, e La mia missione è ardere (2020-21), proiettato verso il concetto di cittadinanza attiva e responsabile. Per me, che ho 19 anni, questa del 14 novembre 2021, è stata la prima esperienza e sono felice che si sia potuta svolgere di nuovo in presenza, muovendoci, nonostante la pioggia, tra i vivaci ambienti dell’oratorio e l’affascinante centro storico di Prato. Da un lato, le testimonianze che hanno scandito la nostra giornata mi hanno lasciato l’urgenza e il dovere, in quanto cristiana, di mettermi in gioco per provare a migliorare le realtà attorno a me, spesso davvero miserabili. Dall’altro ho una nuova speranza, incarnata proprio dalle figure che abbiamo conosciuto. Grazie ad ognuno di loro infatti, Corrado Caiano (responsabile dell’oratorio Sant’Anna insieme alla moglie Sara Baldi), il Vescovo di Prato Mons. Giovanni Nerbini, Giannetto Fanelli (consigliere comunale di Prato), Ilaria Santi (assessore all’istruzione pubblica, pari dignità e memoria), Don Marco Natali (collaboratore dell’associazione Libera) ed infine i riferimenti a Papa Francesco, Giorgio La Pira e Piero Calamandrei, ho compreso che un’azione politica con gli altri e per gli altri, basata sulla correttezza e l’onestà, sia tutt’oggi non solo richiesta, ma anche possibile. Riprendendo il concetto espresso da Papa Francesco della “Chiesa in uscita”, è emerso come noi giovani cristiani siamo chiamati a confidare in Dio, a lasciarci snidare ma non scoraggiare, vincendo la tentazione di un troppo facile accomodamento. Come prima forma di politica, Gesù ci invita alla carità, a iniziare a preparare attivamente il regno dei cieli qui sulla Terra, evitando l’indifferenza. D'altronde Don Bosco per primo rappresentava questa possibilità insegnando ai suoi ragazzi ad essere nel quotidiano “buoni cristiani e onesti cittadini”, binomio riassuntivo dell’impegno sociale (ma anche politico) all’origine di tutte le nostre comunità salesiane. Concludo riportando una splendida frase di Don Marco, che a mio parere salda perfettamente il legame tra la responsabilità politica, ovvero l’approdo del nostro percorso, e il tema iniziale dell’affettività: “Innamoratevi delle persone che avete accanto e il bisogno della politica lo sentirete da voi”.

  • "Maneggiati con cura, sii la custodia di te stesso" - Formazione Giovani Liguria

    Domenica 7 novembre si è tenuta, nell’oratorio di Genova Quarto, la Formazione Giovani organizzata dall’MGS Liguria, una giornata basata sulla crescita personale. Il tema della giornata era “Maneggiati con cura” e riguardava tutto ciò che comprende la cura verso sé stessi; gli interventi sono stati tenuti da Don Karim, direttore salesiano delle case di Vallecrosia e Alassio, e dalla dottoressa Valentina Bigatto, psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo analitico transizionale. Divisi in due gruppi i partecipanti hanno potuto assistere ad approfondimenti riguardanti il tema della cura per sé stessi sotto due aspetti: quello salesiano affrontato da Don Karim e quello psicologico e della quotidianità della dott.ssa Bigato. Terminati gli incontri i ragazzi si sono riuniti a pranzo per poi continuare nel pomeriggio con un’attività incentrata sul trovare una frase o citazione ed un’immagine che per loro rappresentassero di più la cura verso la loro persona; si sono divisi poi in piccoli gruppetti da cinque persone con l’obiettivo di creare un dialogo e di argomentare la loro scelta. La giornata è volta al temine con la partecipazione alla Messa presieduta da Don Karim. Sicuramente è stata una giornata ricca di emozioni, una buona opportunità per riflettere e anche per incontrare nuove persone con cui condividere i propri pensieri. In un mondo irrefrenabile dove ogni giorno si hanno sempre impegni è stato bello potersi fermare una giornata e poter ragionare e scambiare il proprio pensiero riguardo a un tema importante come la cura di sé stessi.

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