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  • 145° prima spedizione missionaria salesiana

    Mercoledì 11 novembre 2020 celebreremo i 145 anni dalla partenza dei primi salesiani missionari. Purtroppo la situazione ci costringe a ricordare questo grande evento non in presenza ma online. D'altra parte sarà questa per noi una bella occasione per incontrarci, come Italia centrale, e rievocare insieme questo momento così importante per la storia salesiana. Nel dettaglio gli orari della giornata: h 15:00 - 1° Momento Incontro con il Direttore del Museo del Mare h 16:15 - 2° Momento Rievocazione dal Porto di Genova h 17:45 - 3° Momento Preghiera dei Vespri con il Card. Angelo Bagnasco (Arcivescovo Emerito di Genova) h 21:00 - 4° Momento Sogno Missionario MGS IC. Presentazione dei Nuovi Progetti e Buonanotte del Rettor Maggiore Tutti i diversi momenti saranno trasmessi in diretta da Genova, e si potrà partecipare attraverso Zoom (Meeting ID 878 7552 3950 - Passcode: 11112020). Scarica il libretto per seguire l'evento!

  • Dietro le quinte del Forum MGS IC

    Questo FORUM è stato per me una meravigliosa conferma, una conferma supportata da tante Bellezze: la bellezza della collaborazione di chi si è messo in gioco e non si è fatto abbattere dalle mille difficoltà di questo anno sui generis; la bellezza della famiglia che si incontra ogni tanto, ma sembra non si sia lasciata mai; la bellezza di chi non smette mai di dire grazie e che ad ogni sfida e difficoltà si mette a servizio; la bellezza di essere tanti e respirare grazie ad un unico grande cuore salesiano! Sara Lodovichetti, Ancona “Un Forum DIFFUSO!” questo è stato il nuovo slogan che ci ha invitato a partecipare alle tre giornate del Forum MGS “Creati per la Bellezza”. E possiamo dire che per noi del Comitato MGS Toscana è stato davvero così! Fin da subito ci siamo sentiti orgogliosi di ospitare il Forum a casa nostra e far vedere le bellezze di Firenze ai nostri amici del Movimento Giovanile Salesiano. Con impegno e creatività ci siamo resi disponibili per venire in aiuto, anche solo con l’ospitalità, a chi ha magistralmente coordinato tutta la regia di queste tre splendide giornate. Vivere con la Segreteria MGS questi giorni ha reso questa esperienza ancora più bella. Vedere la dedizione, la passione, la cura e l’attenzione con la quale hanno preparato queste giornate è stato per tutti noi una bella testimonianza di un servizio per e con i giovani che si fa concreto, visibile e bello. Vi lascio una “chicca” dal dietro le quinte che è ancora ben impressa nella mia mente e nel mio cuore: al termine della Celebrazione del mandato nella giornata che concludeva il Forum, eravamo tutti riuniti davanti ad un piccolo computer per vedere e salutare tutti i partecipanti dalle varie case del nostro territorio, in quel momento è stato chiaro che le distanze non esistevano più, c’era solo tanta Bellezza che si diffondeva! Suor Marta Giuliano, Firenze Partecipare a questo forum è stato davvero particolare: fosse stato a Firenze avrebbe concluso un pezzo della mia storia, iniziato 10 anni fa con la mia prima partecipazione da protagonista fra quelle strade che poi sarebbero diventate casa negli anni universitari, vedendomi stavolta invece al servizio per gli altri. È stato ancora più prezioso invece vivere questi giorni nel mio oratorio insieme ai ragazzi più piccoli. Occhi nuovi per me e per loro che si sono scoperti unicamente e reciprocamente Belli vivendo insieme nella nostra casa. Ed io, con il cuore moltiplicato negli oratori che negli anni mi hanno accolto, ho avuto la possibilità di rileggere la mia storia. Una storia firmata di Bellezza e fruttuosa perché ricca di seminato. Così le parole della tavola rotonda hanno risuonato forte in me e nel mio piccolo, disegnare il vademecum insieme a Maria Giulia ed Andrea è stata la conferma della mia obbedienza alla realtà. D'altra parte il frutto di un lavoro condiviso, proprio perché passando attraverso le difficoltà del confronto, non può che portare con sé l'impronta della Sua Bellezza. Elisa Diamanti, Terni Condivisione, riflessione e ascolto. Son queste le tre parole che ho portato a casa da questo Forum.  Sono stata molto contenta di partecipare e di aver contribuito in parte alla realizzazione della coreografia dell’Inno. È stata un’esperienza molto bella, che mi ha dato l’opportunità di mettermi in gioco al 100% e mi ha anche dato la possibilità di incontrare nuove persone e approfondire la conoscenza di un Movimento Giovanile, quello Salesiano, che ha tanto da offrire a giovani curiosi come me! Gaia Panniglia, Roma Sacro Cuore

  • Voci del Forum

    Questo Forum ha portato con sé una valanga di emozioni forti anche se purtroppo non siamo riusciti a visitare Firenze. Sicuramente però, al di là di queste piccole divergenze quello che mi ha lasciato è stato ben altro di una banale amarezza: la riscoperta del vero valore di “Comunità” che va oltre il contatto fisico, il sentirsi amati da Dio e da tutte quelle persone che ci sono state accanto in questi tre giorni e infine, il capire che quello che ci circonda viene da un progetto, bellissimo, di Dio e che è nostro compito preservarlo e renderlo nostro. “Creati per la Bellezza” non è solo un tema, ma è il dono più grande che ci potesse essere fatto. Paolo Marcelli, Latina L’11-12-13 settembre per la prima volta abbiamo avuto la possibilità di partecipare al Forum MGS, un’esperienza che avremmo dovuto (e magari voluto) vivere insieme alle altre realtà dell’IC a Firenze, ma che a causa del Covid è stata vissuta da ogni casa nel proprio ambiente. Nonostante le difficoltà telematiche, ci siamo sempre sentiti connessi con gli altri 876 ragazzi provenienti dalle 39 case, uniti dall’obiettivo di condividere la gioia di una grazia così grande. Attendere con ansia il lancio delle live e l’annuncio della propria città, essere pronti per alzarsi e ballare, interagire con gli altri oratori ci ha resi parte di una unica grande famiglia. Attraverso le letture, le testimonianze, le canzoni e la condivisione abbiamo potuto approfondire il tema della bellezza. Come recita l’inno “creati per la bellezza, amati per abitare, scelti per custodire un mondo che ci vuole santi” siamo tutti unici e voluti da Dio per fare cose belle ed essere testimoni nelle nostre realtà della Sua immagine. Anche se capita di dimenticarlo, siamo creati da e per la bellezza quindi dobbiamo impegnarci ogni giorno a dare il meglio di noi: solo così possiamo aspirare alla santità. Alla conclusione di questi tre giorni insieme, ciascuno di noi ha ricevuto dei semi segno di crescita di quella bellezza che possiamo coltivare in noi, grazie alla costanza, alla cura e alla pazienza che, come permette alla pianta di crescere, permetterà a noi di germogliare un giorno. Entusiaste dell’esperienza vissuta diversamente dal solito, aspettiamo con ansia il prossimo Forum MGS, consapevoli di essere “custodi della carezza di Dio”. Francesca Liguori e Maria Luce Ciarrocca, Ancona La cosa che ci hanno colpito di più di questo Forum sono state le condivisioni e le testimonianze che abbiamo ascoltato; una in particolare è stata quella di Giorgio La Pira perché è riuscito a guardare la realtà che lo circondava, a capire quello che succedeva in città e, infine, è riuscito a difendere e aiutare i più deboli e a dare loro la speranza. Di questo Forum ci è piaciuto un sacco il fatto che nonostante non fossimo a Firenze insieme a tutti gli altri ragazzi, ci siamo sentiti comunque parte di un qualcosa che ci unisce tutti. Il momento più bello sicuramente è stato quando ci siamo incontrati a Genova Sampierdarena con il MGS della Liguria perché, durante le ore che siamo stati lì, era come se fossimo tornati alla “normalità”; si giocava, si scherzava e si rideva e pensiamo che in questo periodo avere un po’ di spensieratezza faccia bene! Per noi è stata una bellissima esperienza, che ci ha dato una consapevolezza diversa rispetto al periodo che stiamo vivendo. Sicuramente non è stato facile per nessuno (soprattutto per chi l’ha organizzato) e per questo vogliamo ringraziare tutte le persone che hanno lavorato dietro alle quinte per darci questa opportunità senza farci mancare nulla. Grazie al Forum abbiamo avuto la possibilità di staccare la “spina” da tutto quello che ci circonda per due giorni e di poter guardare un po’ più dentro di noi. Chiara Barella e Stefano Suella, Genova Corso Sardegna

  • Il Forum MGS IC con gli occhi dei giovani

    Di questo mio primo forum MGS mi ha colpito fin da subito il tema, “creati per la Bellezza”, che ho trovato molto stimolante e di straordinaria attualità. Sia che si pensi ai dubbi e alle insicurezze dell’adolescenza, in cui non è ancora chiaro cosa il Signore ci chiami a fare, sia che si considerino, in una prospettiva più ampia, i grandi stravolgimenti che stiamo vivendo come società, questo forum si è dimostrato una boccata di ottimismo e speranza circa il futuro che ci attende, una prova di grande impegno ed entusiasmo da parte degli organizzatori. Nonostante sia stato impossibile, per cause di forza maggiore, rispettare le aspettative che descrivevano l’evento come occasione di raduno di migliaia di ragazzi di varia provenienza, il meccanismo delle dirette si è rivelato molto simpatico. Ascoltare le testimonianze poi, tutte diverse ma pertinenti, mi è sembrato un metodo ugualmente efficace per metterci in contatto con delle realtà che, almeno io, prima non conoscevo. Concludo dicendo però che, viste le insolite modalità, le attività del forum avrebbero potuto essere più concentrate per evitare tempi morti, sebbene una parte altrettanto bella siano stati i momenti di condivisione con la propria casa salesiana. Laura Donnini, Firenze Questo è stato il primo anno in cui ho partecipato ad un forum, perciò non potrò confrontarlo con gli anni precedenti, ma posso comunque dire che è stata un’esperienza indimenticabile. Vivere tutto ciò a Firenze sarebbe stato fantastico, ma anche nella distanza, ci siamo sentiti uniti. La Bellezza come tema del forum è stata una fantastica scelta, che mi ha veramente incuriosita. Mi ha fatto molto piacere partecipare e sono sicura che di questa esperienza mi rimarrà un bellissimo ricordo. Martina Carta, Cagliari Il forum MGS "Creati per la Bellezza" è stato il primo quale io abbia mai partecipato. Mi è sempre stato proposto all'unanimità come un'esperienza preziosa, alla quale è doveroso prendere parte. Ho scelto di aderire con ancora più gioia ed entusiasmo quando abbiamo scoperto che si sarebbe svolto a Firenze e quale sarebbe stato il tema... quanto è attraente per un giovane parlare di BELLEZZA! Ritengo che il desiderio di ogni essere umano sia vivere nella bellezza, riempirsi gli occhi e il cuore di cose e persone che sappiamo dare un valore aggiunto a ciò che ci circonda, che ci facciano emozionare e vivere nella gioia. È prezioso riconoscere e condividere la bellezza in ogni sua forma, in particolare assumere la consapevolezza che Dio ci ha creato per la bellezza e che ne siamo portatori! Purtroppo abbiamo vissuto questo forum in modalità profondamente diverse da quelle nelle quali avevamo sperato. Devo dire che ho apprezzato l'impegno e l'entusiasmo degli organizzatori, per provare a conservare la "magia" e la profondità dell'esperienza. È stato interessante approfondire la bellezza nelle sue varie sfumature, grazie alla presenza di numerosi ospiti provenienti da realtà diverse. Ho apprezzato, in particolare per noi universitari, la possibilità che ci è stata data di confrontarci con loro e tra di noi. Il forum è stato in grado di creare un clima di gioia e di famiglia, per quanto possibile svolgendolo in modalità online. Nonostante questo, credo che le varie difficoltà di connessione, la staticità di alcuni momenti e l'inevitabile lontananza abbiano tolto parte della ricchezza e della bellezza che quest'esperienza avrebbe dovuto offrire, in alcuni momenti rendendola anche un po' pesante agli occhi di noi giovani. Sono impaziente di poterla vivere dal vivo, sperando in un tema e in luogo altrettanto belli come quelli di quest’anno! Benedetta Visca, Latina

  • Scuola di italiano, didattica a distanza per i ragazzi di Rod El Farag

    Ciao a tutti, Siamo Elena e Leo due insegnanti e compagni di vita che da due anni a questa parte hanno avuto la fortuna e l’opportunità di poter svolgere un progetto di volontariato per l’insegnamento di Italiano LS in collaborazione con la scuola Don Bosco del Cairo e con queste righe volevamo ringraziare la comunità salesiana che ci ha permesso di conoscere una realtà meravigliosa e di vivere esperienze uniche da un punto di vista personale e professionale. Quest’anno il covid purtroppo non ha permesso di organizzare il corso in presenza, ma è stata bella ed emozionante anche l’esperienza della didattica a distanza ed è stato bellissimo ritrovare amici e colleghi dello scorso anno e sentirsi parte di qualcosa, superando comunque barriere, distanze e confini. E’ grazie a queste esperienze che l’Egitto ci è entrato nel cuore, in particolare il Cairo, città incredibile, e Rod El Farag il quartiere popolare nel quale è inserita la scuola; un angolo di mondo operoso e straordinario nel quale le culture e le religioni si confrontano quotidianamente, alla ricerca di una convivenza che sappia guardare oltre le differenze. Essendo insegnanti, poi, per noi l’esperienza ha acquisito un valore aggiunto, perché ci ha messo in contatto con un sistema scolastico ed educativo completamente diverso dal nostro e questo ci ha fatto interrogare ed è stato un motore di profonde riflessioni. Spesso siamo a discutere del ruolo della scuola nella società di oggi e la discussione diventa terreno di lotta e di scontri, difficilmente di conciliazioni e di posizioni condivise. Noi insegnanti ci sentiamo frustrati, rincorriamo un riconoscimento sociale che ci sembra ci venga costantemente negato e guardiamo sempre indietro a quando la scuola era un’altra cosa e il rispetto per la nostra professione era molto più incondizionato. Con le famiglie a volte non riusciamo a sentirci parte di un sistema armonico e restiamo ancorati a posizioni di scontro e di ruolo, forse anche a causa dei condizionamenti sociali che ci vengono imposti e di una crisi culturale che ha fatto della scuola un argomento da bar: tutti ne parlano ma nessuno si ascolta veramente. In tutto questo i ragazzi ne fanno le spese, studiare non è più un’ambizione, è difficile trovare una motivazione intrinseca che sproni a fare di più e a costruirsi un solido bagaglio di conoscenze e competenze. Poi ti capita, come a noi, di andare in Egitto e di scoprire una scuola diversa. Una scuola conosciuta ovunque, amata dagli studenti, una scuola verso la quale si resta riconoscenti perché si è consapevoli delle opportunità che ha dato e che continua a dare. Una scuola nella quale ragazzini di 14 anni, in piena estate, si mettano alla prova e danno il meglio di se stessi per essere ammessi e continuare lì gli studi superiori. Una scuola nella quale tutti i giorni si promuove un’integrazione attiva e le differenze di cultura e religione non costituiscono più una barriera; una scuola rigida e rigorosa senza dubbio, ma che alla fine licenzia ragazzi preparati, competitivi, educati, con una conoscenza della lingua italiana che ha poco o niente da invidiare a quella di un madrelingua; al punto che a volte, nelle interazioni quotidiane, quasi ti dimentichi che stai parlando con ragazzi egiziani e ti torna indietro un contesto di italianità che accentua il sentimento di sentirsi a casa. Tutto questo non è poco e non è stato poco per noi e spiega il legame che si è creato, che sentiamo e ci porta a voler tornare in Egitto per approfondire la conoscenza di un paese e di una cultura straordinari e a continuare a intessere le relazioni di amicizia con la comunità salesiana del Cairo e con i colleghi della scuola Don Bosco, con la speranza di poter tornare, anche l’anno prossimo, a Rod El Farag pronti a dare il nostro piccolo contributo e a ricevere un’ospitalità senza pari. A quasi un mese dalla fine del corso in modalità didattica a distanza e a un anno dal nostro ritorno dal Cairo, ci sentiamo di ringraziare di cuore la comunità salesiana, in Egitto e in Italia, per l’opportunità insostituibile che ci ha dato e la Direzione didattica della scuola che ci hanno permesso di crescere come persone e come insegnanti. Grazie di cuore Elena e Leo

  • Tra il respiro e l'apnea

    È il 18 giugno 2020. Come molti, sono seduto alla scrivania davanti al libro del prossimo esame, resistendo al caldo ancora vagamente sopportabile di inizio estate. È il momento di una pausa. Vado in cucina, prendo un caffè, cedo al richiamo del divano su cui mi stendo per pochi minuti. Apro Instagram ed inizio a fare scrolling sulla bacheca. Sembrerà strano, ma qui inizia il mio campo Biblico! Precisamente, inizia quando vedo la locandina che annuncia il campo, pubblicata dall’account di Spazio MGS. E se a qualcuno toccò un roveto ardente che non bruciava (Esodo 3), ad altri una voce nella notte (1Samuele 3), noi per ora dobbiamo accontentarci di un post come segno/invito di Dio nella nostra vita. Peraltro, la prima risposta che do è negativa: troppo studio questa estate, troppi impegni, c’è bisogno di riposo e non di aggiungere dell’altro. Bene, è deciso: niente campo. Qualche giorno dopo, sempre in una pausa serale dallo studio, sono in spiaggia a chiacchierare con uno dei miei più cari amici che, dopo un sorso di birra e due patatine prese dal pacchetto, commenta la scelta di non andare con poche (ma provvidenziali) parole: “ma in fondo, che hai da fare? Di certo, non può farti male…”. In fondo ha ragione, perché non andare? Benedetto fu questo cambio di idea. Il campo biblico è stato (un po’ per tutti) come una boccata d’ossigeno dopo una prolungata apnea, e allo stesso tempo come quando ti viene tolto il fiato dalla Bellezza di ciò che hai davanti. È stato un po’ come respirare ed essere senza respiro nello stesso momento. Per ciò che concerne il respiro, mi riferisco al bisogno, avvertito da molti, di rimettersi in carreggiata, di ricaricare le pile dopo mesi indubbiamente destabilizzanti. Ebbene, questo è forse il dato che maggiormente ci si poteva aspettare già prima di partire, aspettativa nei pensieri di molti che è stata ampiamente soddisfatta e superata. La vera sorpresa però riguarda la meraviglia e lo stupore legata ad alcuni momenti o aspetti, che forse in pochi potevano immaginare. È quello cui mi riferivo poc’anzi con l’immagine del rimanere senza fiato. Tante le volte in cui la Bellezza ha investito i nostri occhi, obbligandoci a qualche secondo di apnea. In particolare, sono tre le “apnee” che mi piacerebbe condividere con il lettore di queste righe (beninteso, a voler tacere di tutte le altre, seppur numerose). La prima apnea è senza dubbio quella del secondo giorno in cui si è vissuto un pellegrinaggio ad Assisi, sui luoghi di S. Francesco. Un giro in basilica inferiore e superiore, tappa nel Santuario della spogliazione, visita di San Damiano, Celebrazione Eucaristica in Santa Maria degli Angeli. Luoghi che profumano di santità, che brillano di povertà e semplicità. La seconda apnea invece non è un dove, ma è un chi. In particolare è chi ha partecipato, come equipe e come partecipanti. Persone note che si ritrovano dopo molto tempo o storie nuove che si conoscono in un reciproco arricchimento. Qualcuno qui potrebbe obiettare che questo è un aspetto tipico di ogni campo, e di certo non possiamo smentire. Tuttavia, il campo biblico resta uno dei pochi momenti MGS dedicati a giovani non più adolescenti (universitari/lavoratori) e dunque un momento preziosissimo per noi per riconoscerci nell’altro mentre ci confrontiamo con la sua storia, per ricordarci che “non solo io, non solo a me”. Inoltre, il tema scelto, la fragilità, esigeva, più di altri, di mettersi a nudo con se stessi e davanti ai compagni di viaggio. Infine, il numero elevato di ragazzi ha permesso senza dubbio l’incontro di storie sempre più diverse, ma sempre più intimamente legate da un’unica fede. Un gruppo in armonia tanto grande da generare quella Bellezza che toglie il fiato. L’ultima apnea è legata alle particolarità che questo campo ha visto a causa della pandemia. Anzitutto alcune regole da seguire come l’avere ciascuno la propria borraccia a tavola per non passarsi oggetti durante i pasti, oppure il dover rispettare le distanze ed indossare la mascherina in molti momenti, hanno dato la cifra della specialità del periodo che stiamo vivendo, bisognoso di attenzioni sotto più punti di vista. Ben più forte però è stata l’esperienza di assistere al rinnovo dei voti temporanei di Marco, il quale avrebbe dovuto professare perpetuamente nel prossimo autunno, ma che invece ha dovuto rinviare causa covid. È stata il primo rinnovo dei voti temporanei all’interno di un campo ed in generale davanti ad un’assemblea di giovani e laici. Un’emozione forte che trasudava Bellezza e, di nuovo, toglieva il respiro.

  • Dare Parola alla Fragilità

    Ognuno di noi, alzandosi al mattino e guardandosi allo specchio, si trova di fronte ad un’immagine di sé che non corrisponde alle aspettative: c’è chi è scontento del suo aspetto, chi ha paura di non essere all’altezza, chi si rimprovera di essere incoerente. In sintesi, ognuno di noi, ogni giorno, si riscopre fragile. Tra i tanti spunti che custodisco nel cuore al termine di questo Campo Biblico, c’è un intervento di Alessandro D’Avenia che dice “Un uomo forte non teme di avere debolezze, perché sono parte della sua identità, amata da chi conta”. Spontaneo ed immediato è il rimando alle parole di San Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte”. D’Avenia prosegue affermando “Su di lui (l’uomo che non teme di avere debolezze) puoi appoggiarti, sa prendersi responsabilità̀, sa sostenere il peso della vita, senza fuggire, anche se a volte piange perché la vita sembra schiacciarlo”. Confrontandosi con la Parola, si riconosce come questa sia esattamente la logica con la quale Dio ha scelto i protagonisti della lunga storia della Salvezza. Mosè era un assassino affetto da balbuzie e fu chiamato a guidare il popolo eletto nella Terra Promessa, Davide era il più piccolo tra i suoi fratelli, ma da gracile pastore è stato unto Re di Israele. Mi ha sorpreso scoprire come queste fragilità siano un elemento strutturale della nostra natura, quanto ci rende pienamente umani. Dio stesso, al momento della creazione di Adamo, ha posto un divieto e gli ha tolto una costola, ovvero ha segnato dei limiti. Con questa finitezza, non ci ha voluto rendere manchevoli per sadismo, ma ha piuttosto instillato in noi il desiderio di Infinito e la consapevolezza di non poterci autodeterminare, di avere bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi e di qualcuno di cui prenderci cura. Mi piace immaginare San Francesco camminare tra l’erba alta attorno la chiesetta di San Damiano, mentre loda il Signore anche per “Sora Fragilità”. Prima di diventare il poverello d’Assisi, Francesco è descritto dalle cronache come basso e non troppo bello, arrivista e amante delle feste e, senza conoscere la sua storia, non verrebbe da scommettere che lo stesso uomo, molti anni dopo, dirà che la gioia piena, la celebre “perfetta letizia”, consiste proprio nell’abbracciare e vivere le mancanze, invece dei successi. Dove trovava la forza per vivere una vita così, casto povero e obbediente? Da nessun’altra parte se non in Gesù Cristo, che vero Dio, si fa vero Uomo, che sulla mensa eucaristica si dona come pane spezzato, che sulla croce diviene l’emblema di una fragilità potente, salvifica. “L’amore è possibile solo tra due cuori feriti. Il Cuore di Gesù è un cuore ferito, per sempre, per amore” (don Giorgio Gozzellino). Cinque giorni non sono certo sufficienti per guardarsi dentro e imparare a fare pace con le proprie cicatrici, il campo dunque non è una parentesi autoreferenziale, ma quasi vede il suo inizio proprio ora che siamo tornati nel nostro quotidiano. Un seme è stato gettato, sta a noi metterlo nelle condizioni di portare frutto. Anche voi, considerate il vostro cuore come un pezzo di pietra. Se la pietra è liscia e perfettamente levigata, l’acqua vi scorre sopra senza scalfirla, ma se su quella superficie si trova una crepa, una frattura, è proprio là che l’acqua si insinua e, col tempo, inizia a sgretolare la roccia, rivelando il cuore di carne. Prendiamoci tutti il nostro tempo e, facendoci accompagnare, rendiamo le nostre ferite delle feritoie da cui far entrare Dio e da cui far splendere la Sua luce.

  • "E' il momento per prendere il largo"

    Ammetto che questa volta è più difficile del solito scrivere questo articolo. La Consulta MGS IC di fine anno di questo 2020 è stata un po’ diversa. Come al sempre eravamo giovani, Salesiani, FMA di tutta l’Italia Centrale, come sempre avevamo un ordine del giorno ricco di appuntamenti e pieno di orari a scandire il tempo a nostra disposizione, come sempre le menti e i cuori dei partecipanti erano totalmente coinvolte per poter vivere a pieno un momento sì di verifica dell’anno, ma soprattutto di incontro, di scambio e confronto delle esperienze delle varie regioni. Non mancavano i diversi strani accenti, le battute, le risate, i confronti e le domande… insomma, c’era tutto. Ma una cosa in più ci ha permesso di portare al termine questi due giorni di progettazione dell’estate e del Forum: una grande voglia di continuare a camminare insieme, così come ci è possibile. Vivere questa Consulta 2.0 dietro uno schermo per due giorni sembrava un’impresa difficile, devo ammettere che non credevo che la passione potesse spingerci a tal punto da rendere questo tempo piacevole e fecondo. È bello vedere che nonostante tutto, nonostante una pandemia, la creatività spinta dall'amore riesce ancora a generare idee e bei momenti. È bello poter dire ancora ora, nonostante tutto, che il MGS continua ad esserci, ad esserci in modo creativo, giovane per i giovani, determinato, camminando con i piedi per terra e spinto dal cuore rivolto al cielo. A voi che state leggendo dico: state pronti e soprattutto siate giovani vivi!

  • Cercate le cose di lassù

    Non si può certo dire che Dio non sia un tipo fantasioso: chi di noi avrebbe immaginato di essere contattato da Lui in videochiamata? Invece è proprio quello che è successo in questi giorni, perché senza dubbio l’idea di vivere a distanza gli Esercizi Spirituali non può che essere stata ispirata dallo Spirito Santo, come dimostrano la gioia e la gratitudine che oggi abitano il nostro cuore. E non è stato solo Dio a raggiungerci lì dove eravamo, ma è stato il Movimento Giovanile Salesiano! La difficoltà di concentrarsi (anzi, raccogliersi!) a casa è stata compensata dall'unità straordinaria che si è creata, dall'entusiasmo di condividere questo momento con tutti i giovani del MGS IC. Di più, proprio questa inedita modalità di vivere il ritiro ci ha permesso di superare i confini delle nostre regioni e così abbiamo gustato insieme un’esperienza di esercizi che forse prima potevamo dare per scontata, ma che ora è davvero da riconoscere come dono gratuito e soprattutto non scontato. Con la sua dolcezza e saggezza don Mario Rollando ci ha presi per mano e ci ha accompagnati sulle orme del Risorto. L’incontro con Lui attraverso la sua Parola fa rinascere in noi la memoria del suo amore che scalda il cuore e che ci rende testimoni: non persone perfette, ma mendicanti che sempre desiderano il Signore. Come e con sant'Agostino don Mario ci ha esortato proprio a desiderare, perché il nostro desiderio di Dio è preghiera, anche e soprattutto quando emotivamente siamo in difficoltà, quando ci sentiamo insensibili alla Grazia o addirittura in lotta con essa. Dalle nostre contraddizioni può scaturire una preghiera che è solo nostra, che è personale e originale, come quella di san Tommaso, che soffre e pretende di vedere Gesù per poi prorompere nel bellissimo “Mio Signore e mio Dio!”. Nell'ultima intensa tappa del nostro percorso don Mario ci ha portato in Galilea, luogo non scelto a caso da Gesù per incontrare i suoi discepoli: luogo dello scarto, del margine, dei poveri, dei peccatori… Luogo da cui vorremmo fuggire, ma che fa parte di noi, che rappresenta le nostre più intime zone buie, gli aspetti di noi stessi e della nostra vita che vorremmo nascondere e con cui non siamo riconciliati. Ma Gesù ci dà appuntamento proprio in quelle Galilee, ci aspetta lì, perché “ama illuminare i nostri sotterranei”. Quelli in cui forse siamo anche più veri. Perché non c’è bisogno di sforzarti per meritare l’amore di Dio: la sua Grazia ti precede ed è lei che crea in te infiniti motivi per amare ogni pezzo della tua vita, che sia Galilea o che sia Giudea, buio o luce. Ancora don Mario ci ha spinto a vedere la bellezza nella diversità che abita il mondo e la stessa Chiesa, come nelle due figure di Pietro e Giovanni, a scoprire che la relazione con Dio è l’asse portante che spinge il pastore ad amare il suo gregge, perché: “soltanto gli assidui frequentatori del mistero di Dio possono essere raffinati interpreti e servitori del mistero dell’uomo”. Così il nostro amore per gli altri non risulta sminuito dal nostro rapporto prioritario con Dio, ma semmai potenziato, reso divino. Dopo queste giornate abbiamo imparato per esperienza che a contatto con la Parola di Dio il nostro cuore può sempre ardere, non importa dove siamo: nella natura, in oratorio, all'università, al lavoro, in Chiesa… A casa. Come ci ha detto madre Yvonne, altro grande regalo di questi Esercizi, la Parola ci raggiunge nel nostro oggi, con una chiamata che non è quella di ieri e nemmeno quella di domani: oggi, #lìdovesei, non lasciar spegnere il fuoco che Dio ha acceso nel tuo cuore.

  • Esercizi Spirituali: qualche informazione

    Ciao ragazzi! Come sapete la situazione che stiamo vivendo ci richiede di cambiare molti ritmi e abitudini, e già nelle nostre case ci stiamo organizzando in vari modi per non perdere le nostre belle attività. Perché allora non pensare in modo nuovo anche gli esercizi spirituali? Come MGS Italia Centrale vorremmo dare la possibilità a tutti i giovani universitari e lavoratori di vivere i "classici" 3 giorni di esercizi da casa. Ci ritroveremo sulla piattaforma Zoom venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 maggio per dei momenti di ascolto e di condivisione della Parola, guidati da don Mario Rollando, un sacerdote della diocesi di Chiavari che alcuni di noi hanno già conosciuto in Liguria durante gli ultimi esercizi di Avvento. Saranno degli esercizi spirituali un po' particolari ovviamente, centrati sul tempo di Pasqua che stiamo vivendo, dove ci lasceremo guidare da tre brani in cui Gesù incontra i discepoli dopo la Resurrezione, dove non mancheranno momenti di condivisione per provare a rileggere, alla luce della Parola, il momento difficile che stiamo vivendo. Non sarà facile vivere gli esercizi come se fossimo in una casa per ritiri, ma anche casa nostra può diventare proprio il luogo in cui Gesù viene per incontrarci! Per questo quindi basta avere piccole attenzioni per preparare bene il cuore a questo incontro: -custodire i momenti di silenzio il più possibile -staccarsi da smartphone e pc se proprio non ne abbiamo bisogno per studio o lavoro -ridurre al minimo lavori extra, video-aperitivi, maratone Netflix -dare valore al riposo e alla notte per poter essere connessi con mente e cuore -e perché no, condividere anche con le nostre famiglie il tempo che vivremo! Ecco il programma dettagliato: VENERDI' 8 17.45 ritrovo su Zoom e introduzione agli esercizi 18.00 prima meditazione, a seguire tempo personale 21 ritrovo su Zoom per preghiera del Rosario e buonanotte SABATO 9 9.00 ritrovo su Zoom e seconda meditazione, a seguire tempo personale 17.00 ritrovo su Zoom per preghiera divisi per gruppi con una breve condivisione DOMENICA 10 10.30 ritrovo su Zoom e terza meditazione, a seguire tempo personale 16.00 ritrovo su Zoom e condivisione per gruppi 17.00 Messa conclusiva dal Sacro Cuore a Roma I dettagli tecnici per il collegamento verranno mandati a ciascuno via mail a iscrizioni concluse.

  • Andare incontro è la parola d’ordine

    Oggi, Domenica delle Palme, inizio la mia giornata con un bel sorriso soddisfatto perché come gruppo animatori siamo riusciti a far preparare ai nostri ragazzi dei Savio (Gruppi Apostolici) delle palme di carta che il nostro parroco benedirà virtualmente attraverso la Messa in diretta dalla pagina di Facebook del nostro oratorio! Evvai, li abbiamo raggiunti! Siamo riusciti a dare loro una parvenza di normalità in questi giorni sconquassati dove ci sembra di vivere a testa in giù! Prendo il telefono per ascoltare il messaggio di don Maurizio che tutte le mattine mi dà qualche spunto per la giornata e trovo un messaggio di una mamma che prova a spiegarmi che il suo bambino non è riuscito a fare tutte le attività proposte perché il suo papà è ricoverato in ospedale dal 27 di marzo per COVID-19. Non è intubato, ma ha bisogno di ossigeno e la situazione si prospetta alquanto lunga. Ed è in quel momento che realizzo quanto tutte le mie preoccupazioni siano reali: fino ad ora ho solo rivolto il mio pensiero alle persone malate e ho pregato per loro, mi sono dispiaciuta per non essere riuscita a continuare il percorso con i bambini del gruppo - proprio in questo periodo avremmo dovuto cominciare a parlare dei sacramenti e avremmo camminato tutti insieme verso questo incontro con Gesù - mi sono chiesta come stiano i ragazzi che ci vedono semplicemente come un campetto da calcio e che inconsapevolmente ci regalano un pezzettino della loro quotidianità venendo a tirare calci al pallone. Insomma, tutto quello che mi frullava per la testa mi è sembrato immediatamente molto reale e per niente virtuale. Varazze è sembrata fin’ora un’isola felice, nessuno si esprime sulla diffusione dell’epidemia, passano con gli altoparlanti a dirti di continuare a stare a casa come da ordinanza, e noi continuiamo a pensare di vivere in una bella bolla d’aria dove stiamo tutti bene e “tutto andrà bene”! Sì, certo, fino a quando non ti tocca! Sei così preso dalla tua routine casalinga che non senti più il desiderio di sapere come stanno gli altri al di fuori delle tue quattro mura. È incredibile come questo ritorno all'essenziale letto in chiave egoistica ci faccia dimenticare quanto questa situazione significhi tornare alla disuguaglianza: tutto quello contro cui io nel mio piccolo combatto in prima linea insieme ai salesiani. Quanto è ingiusto che abbia diritto ad un’istruzione solo chi ha i mezzi per farlo? Quanto è ingiusto che chi ha una casa minuscola non possa far correre liberamente i propri figli? Quanto è ingiusto non poter essere aiutati? Mentre scorrono questi pensieri ci pensa l’omelia in diretta di don Claudio a riportarmi sul binario giusto: “Gesù solo con la sua umanità vissuta fino all'ultimo respiro ci ha salvati!”; proprio così, solo Gesù ci riporta su quello che serve, su quello che è giusto e su quello che è vero. Finisce la Messa virtuale e chiamo al telefono questa mamma che mi dice: “Che bello sentirti! Sai cos'è l’unica cosa che sta sollevando il morale di mio marito? Le foto di amici e parenti che fanno il tifo per lui!” - e allora, mi chiedo, cos'è che veramente ci salva? LA RELAZIONE. Con Dio, con gli altri. Siamo nati per questo… quindi riprendiamoci la nostra umanità, non lasciamo che una piccola particella proteica che entra dentro le nostre cellule, possa cambiare la nostra natura, la nostra vera essenza! Io sono Claudia e sono una mamma, ma sono anche una Salesiana Cooperatrice. All'inizio di questo isolamento ho approfittato di questa situazione per concentrarmi sulla mia famiglia, sulla nostra casa: lavoretti di qua, riordino di là. Ero quasi contenta di avere un po’ di tregua da quel posto risucchia-energie che è l’oratorio… e invece, giorno dopo giorno, ho cominciato a sentirne la mancanza, il mio senso di giustizia si è fatto strada, il desiderio di tendere una mano è cresciuto in me… ed oggi, più degli altri giorni, dopo aver sentito la voce di questa mamma, vorrei uscire, vorrei fare la mia parte. La relazione con l’altro è la chiave; andare incontro è la parola d’ordine.

  • Chiamatemi Padre e mi farete felice

    Carissimi giovani del MGS, Come state? Spero bene! Questo non è un momento facile per nessuno, ma non dobbiamo scoraggiarci, la Resurrezione è l’unico vero Antidoto, l’unico vero antivirus alla nostra esistenza. Certo non è facile da comprendere e vivere, perché come nella Favola di Pinocchio, le “medicine” non piacciono sempre. Ma state allegri, il Medico, il Medico “ferito” sulla Croce è venuto a sanare tutti noi medici malati terminali, per renderci sani per essere mandati verso gli altri, in modo speciale verso i giovani che adesso stanno facendo più fatica, o verso quelli che la fatica non la fanno perché sono proprio bloccati: i giovani più poveri. Mi è stato chiesto di dirvi cosa facciamo nella nostra Parrocchia-Oratorio, come viviamo nella nostra Comunità Salesiana. Beh, facciamo quello che possiamo! La nostra è una realtà molto variegata, con tantissimi ragazzi. Voi vi starete chiedendo: “ma cosa state facendo adesso?”. Oltre alla vita della Comunità abbiamo attivato alcune iniziative che abbiamo chiamato: Hashtag 1 alla 5°. Insieme alla Comunità si può partecipare ad alcuni momenti di preghiera: il Rosario, l’Adorazione, la Via Crucis e la Messa domenicale. Poi ci prepariamo alla Liturgia Pasquale… che sarà davvero molto particolare quest’anno, purtroppo. Ogni sera viviamo sui social la classica buonanotte salesiana. Per i ragazzi inoltre abbiamo avviato un Contest: “Oratorio chiama Casa”; i vari gruppi si sono poi organizzati per stare vicini ai ragazzi e giovani. Con i giovani stiamo provando ad organizzare Estate Ragazzi in video chiamate. Con gli adulti della Diaconia (Caritas) ci stiamo anche occupando dei poveri, andandoli a visitare e portando gli alimenti, stando attenti a prendere tutte le precauzioni per non fare del male a nessuno. Mi chiederete: “Come è stare lontano dai giovani?” Non è facile rispondere, perché è facile scadere nel sentimentalismo. Intanto cerco e cerchiamo noi salesiani di pregare sempre per i giovani. Poi con qualcuno siamo in contatto. E qui spendo due parole: non è facile dire nel tuo cuore chi chiamare, quindi la mia scelta è quella di stare in contatto con gli animatori dei vari gruppi per stare in contatto con i giovani e i ragazzi, perché non puoi dire: “Chiamo quello o chiamo quell'altro”, tutti davvero sono importanti. Penso ai ragazzi e i giovani? Si, prego per loro. Mancano tanto, questo è certo. Mancano tutti anche se un pezzetto di cuore va a quelli del cortile, quelli che non appartengono ai gruppi, quelli “sgarupati”, quelli che creano sempre problemi, che li richiami “due per tre” ogni giorno. Loro mancano perché non li raggiungi con i mezzi di comunicazione attivati dai gruppi, perché non appartengono a nessuno se non al cortile. È una sensazione strana il cortile, le stanze, la palestra vuoti. Ma anche questo serve. Ora non lo capiamo molto e, al di là di chi dice che tutto ciò che ci accade è la punizione di Dio o è colpa di Dio, io sono convinto che anche Dio come nel Vangelo di Lazzaro, ora pianga per i suoi figli. Mancano i ragazzi e i giovani? Rispondete a questa domanda: è il padre che genera i figli o sono i figli che danno all'uomo il significato di padre? Se rispondete bene a questa domanda capirete quanto a noi salesiani mancano i giovani, perché senza di voi, io chi sono? Permettetemi infine un piccolo augurio a voi di buona Pasqua, che davvero la gioia di Cristo Risorto contagi la vostra vita e così possiate contagiare la vita di tante persone, giovani in modo speciale e perché no, anche la vita di noi salesiani, che abbiamo bisogno di voi e non sapete quanto. Noi preghiamo per voi e voi pregate per noi.

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