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  • Un weekend per costruire ponti

    In preparazione alla festa L’8 aprile si è svolta, come di consueto, la festa MGS Lazio Umbria rivolta ai bambini delle scuole elementari e ai ragazzi delle medie. Ma quest’anno ha avuto una particolarità rispetto al passato… Il sabato prima, 7 aprile, si sono ritrovati all’oratorio del Pio XI non solo i rappresentanti del comitato e gli animatori maggiorenni, ma persino ragazzi più giovani, della fascia d’età delle scuola superiori biennio e triennio, provenienti dai vari oratori salesiani del Lazio, per organizzare la giornata di domenica. Il tema era “+ ponti – muri”, con il ben noto hashtag #nessunoescluso che accompagna tutto il Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia da ormai un anno, e nel pomeriggio di sabato è stato preparato tutto il necessario per la buona riuscita della festa di domenica. Per la prima volta i più giovani sono stati in prima persona incaricati, previa organizzazione dei responsabili, di predisporre l’accoglienza, allestire il cortile, ideare i giochi e il momento formativo di preghiera... e possiamo dire che ci sono riusciti benissimo! Non sono mancati ovviamente i momenti educativi anche per loro: prima di mettersi all’opera, i ragazzi hanno ascoltato le testimonianze di don Stefano Casu, salesiano al Sacro Cuore che lavora con i giovani stranieri, e di Ibu, un ragazzo proveniente dal Gambia che è stato accolto appunto nell’oratorio alla stazione Termini, il quale ha condiviso con i giovani il suo passato e di come adesso si stia facendo una vita qui in Italia. Dopo la prima fase di preparazione, un’adorazione con riflessione in cappellina e dopo la cena serata di divertimento tutti insieme, in perfetto stile salesiano. Tutti parte di un movimento Una giornata passata tra giochi e allegria in un clima sereno e di condivisione, in perfetto stile salesiano. Questo è stata la giornata dell’8 aprile, giorno della festa fanciulli MGS Lazio-Umbria. Dalle elementari agli universitari, tutti sono stati coinvolti nella festa. I più piccoli si sono messi in gioco nelle varie attività proposte seguendo il tema “+ ponti, - muri”, i più grandi sono stati al loro fianco accompagnandoli ed animando i vari momenti. Dopo il lancio del tema e i giochi della mattinata, la celebrazione eucaristica presieduta da don Vittorio che nella sua omelia ha coinvolto attivamente i ragazzi presenti sottolineando l’importanza di darsi da fare per costruire ponti eliminando qualsiasi barriera. Pranzo e subito pronto per i giochi del pomeriggio. Un ringraziamento speciale a tutte le persone che hanno collaborato per rendere questo appuntamento occasione di crescita per tutti i partecipanti, dai più grandi ai più piccoli.

  • Li amò fino alla fine

    Don Bosco aveva pensato gli Esercizi come un momento per riposarsi e riprendersi, sia a livello fisico che spirituale. Siamo arrivati venerdì ognuno con motivi diversi: chi per abitudine, chi per staccare dalla vita quotidiana e chi, invece, non avrebbe voluto venire affatto. Invece il Signore ha lasciato un segno nel cuore di ognuno di noi. Primo tra tutti la bellezza e la dolcezza delle suore di clausura della comunità di Santa Chiara, che ci hanno ospitato nel monastero di San Severino, e ci hanno guidato con le loro voci nei nostri momenti di preghiera più intensi. Nei tre giorni abbiamo riflettuto sul Dono di sé che il Signore ha fatto sulla croce per noi e che ci chiede di fare ogni giorno nella nostra quotidianità. “Fino a dare la vita per tutti” è la frase che ci ha accompagnato nei momenti di deserto introdotta dal film “Stelle sulla Terra”, che a modo suo ci racconta come in ogni ragazzo ci sia un punto accessibile al bene, a cui ognuno di noi, come educatori, deve arrivare. La prima riflessione è stata sull’episodio del Vangelo di Giovanni dell’ultima cena, quando Gesù lavando i piedi ai suoi discepoli si dona completamente a loro come un servo al suo padrone. Come Lui stesso nel Vangelo compie gesti semplici, “Si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita”, chiede a noi di donarci in piccoli gesti d’amore tutti i giorni. Nel pomeriggio il brano del vangelo di Giovanni del chicco di grano che cade nella terra e porta frutto ha accompagnato la celebrazione penitenziale che con la grazia di Cristo ci permette di partecipare con cuore nuovo alla Pasqua del Signore. Siamo così arrivati all’Adorazione Eucaristica carichi di pensieri e preghiere da poter affidare al Signore e colmi di gratitudine per la giornata appena trascorsa. Abbiamo concluso con la bella e commuovente testimonianza di Chiara Corbella che, come sale della terra e luce del mondo (Mt 5, 13-16), nella sua breve ma intensa vita, ha dato tutta se stessa per un dono più grande e un amore che porta ancora frutto nella vita di tanti giovani. Don Piero Ingegnere, affiancato dallo Spirito Santo, si è donato a noi per farci comprendere ciò che il Signore ci chiede, che non è mai al di sopra delle nostre capacità. Se siamo partiti dubbiosi di questi Esercizi, torniamo a casa consapevoli che è proprio bello donarsi per qualcuno.

  • Stupore e meraviglia: gli effetti dell'incontro con Lui

    Venerdì pomeriggio ci siamo messi in viaggio per gli Esercizi Spirituali che hanno avuto luogo a Solanas, a Villasimius. La casa che ci ha accolto si trova in riva al mare: le onde, la sabbia, il sole non potevano che aiutarci nelle meditazioni guidate da Don Mirko Rosso. La prima riflessione ha riguardato la nostra predisposizione agli esercizi e alla vita: sono pronto a rimanere incantato davanti al Signore e ad affidarmi completamente a Lui? Faccio in modo che lo Spirito Santo mi guidi nel silenzio e nella solitudine? Queste domande hanno dato luogo all’inizio degli esercizi e hanno permesso di soffermarci sulla cura della preghiera, fonte inesauribile di crescita e di fiducia del rapporto con Dio. La serata di venerdì è continuata con giochi e sfide in cui tutti noi abbiamo potuto divertirci e condividere la gioia di questa esperienza, per poi concludere la serata con la via Crucis prima di andare a dormire. Sabato abbiamo avuto la fortuna di svegliarci con un sole splendente potendo ascoltare le predicazioni di Mirko all’aperto: abbiamo letto gli Atti degli Apostoli e continuato a riflettere sui doni dello Spirito Santo e sulle domande che possiamo porci per crescere da buoni cristiani. Le nostre debolezze e fragilità possono essere occasioni di incontro e di accoglienza se affidate al Signore! Nel pomeriggio abbiamo avuto modo di abbracciare Gesù nella confessione e nella celebrazione penitenziale potendo meditare sui nostri desideri, comportamenti e reazioni di fronte a un problema; in seguito abbiamo cantato insieme nella serata karaoke per poi terminare con l’adorazione eucaristica. Domenica mattina ci siamo riuniti per la celebrazione eucaristica e abbiamo ragionato su come dare spazio allo Spirito Santo per agire su di noi e su come spesso mettiamo invece noi stessi al centro della nostra vita: Dio agisce in modi che spesso non ci aspettiamo e non comprendiamo ma affidandoci alla preghiera possiamo essere testimoni della gioia di essere cristiani donando l’amore che riceviamo agli altri. Questo è il più grande risultato della meraviglia e dello stupore dell’incontro con Lui!

  • La palestra dell'anima

    “Sì ma esattamente cosa sono gli Esercizi Spirituali?” Così un’amica si è rivolta a me subito dopo esser tornato dagli Esercizi Spirituali organizzati dal MGS Lazio- Umbria dal 2 al 4 marzo. Varie sono le risposte che ho tentato di dare prima di leggerne una più “ufficiale”, e data la sua efficacia (e considerato che ubi maior minor cessat) ho deciso di riproporla qui: “Come il passeggiare, il camminare e il correre costituiscono esercizi fisici, così si chiamano Esercizi Spirituali tutti quei modi di preparare e disporre l'anima, così da scartare da sé tutte le affezioni disordinate, e cercare e trovare la volontà divina nella disposizione della propria vita, per la salvezza dell'anima.” (S. Ignazio di Loyola). Essenzialmente l’esperienza vissuta (penso di poter parlare a nome di tutti i 21 giovani presenti) è stato questo: una nicchia in cui cercare di mettere a posto qualche tassello, di rileggere gli ultimi accadimenti, di dare una disposizione alla propria vita. Una pausa non per negare ma per vivere la bellezza dell’ordinario. In particolare questi Esercizi hanno assunto sfumature particolarmente belle, a mio avviso, essendo stati capaci di far convivere profondi silenzi personali con momenti di condivisione con chi era accanto e con il gruppo nella sua totalità. Ecco che il tuo stato d’animo cambiava tanto per un brano della Parola, quanto per un commento, o persino per un sorriso. Questo, esemplificando, è stata per me l’esperienza: il prestare particolare attenzione ad una voce (che pur non smette mai di parlare) e che si mostra in diverse parole, volti, sorrisi, voci, ed anche risate. Così se sento di poter affermare che porto con me riflessioni generate da (ri)letture di passi come quello del martirio di S. Stefano (ed altri, specialmente degli At), allo stesso modo credo di poter dire che porto dietro altrettante riflessioni nate da storie raccontate che si sono incrociate con la mia. Un’esperienza di fede, ma anche un’esperienza di umanità, di Chiesa. Anche questo a mio modo di vedere è toccare con mano cosa significhi fino in fondo quel #nessunoescluso di cui iniziamo a sentir spesso parlare. Anche questo è un esercizio per l’anima.

  • Chiamati a scomodarsi per diventare benedizione

    Non c’è miglior modo di iniziare l’Avvento che lasciarsi guidare ed abitare dallo Spirito Santo. Questo fine settimana venti giovani del Movimento Giovanile Salesiano del Lazio-Umbria si sono ritrovati nella casa salesiana di Genzano per vivere insieme gli Esercizi Spirituali. Accompagnati ed ispirati alla Proposta Pastorale dell’anno, “La Chiesa: Casa per molti, Madre per tutti”, ci siamo lasciati provocare in particolare da tre figure, Abramo, Maria e gli Apostoli. La figura di Abramo ci ha permesso di riflettere su tre parole: Terra, benedizione, discendenza, i tre grandi doni della promessa che Dio concede ad Abram. Essi vengono concessi e si realizzano solamente lasciandosi plasmare dal desiderio di Dio di farsi vicino all’uomo per liberarlo dal buio del peccato. Il Dio di Abram non è dunque paragonabile agli altri dèi dei popoli vicini. Il Dio di Abram è Dio di relazioni. La figura di Maria, nel brano della visitazione e nella preghiera del Magnificat, si pone come nuova Arca dell’Alleanza, portando nel suo grembo la nuova alleanza. Si rivela a noi come donna accogliente e ci dà gli strumenti per poter essere anche noi uomini e donne accoglienti perché radicati sulla Parola del Signore che costantemente ci parla. Maria non è dunque “l’irraggiungibile”, ma si presenta a noi come madre premurosa e vicina che invita anche noi ad essere come Lei: beati. Altro aspetto su cui ci siamo soffermati è la presenza di Maria nel Vangelo di Marco (3, 31-35). La Madre, apre e chiude questo brano che sfida ciascuno di noi a riflettere sul nostro rapporto con il Signore. Oltre alla Madre, nel brano ci vengono presentati due diversi atteggiamenti, due modi di essere in cui ciascuno di noi può identificarsi: i parenti si sa chi sono, conoscono Gesù ma stanno fuori, son o lontani da Lui; la folla non ha un’identità, ma sta seduta attorno a Gesù. Ecco allora che possiamo identificarci come “parenti stretti” di Gesù, ma stare fuori rispetto a Lui, oppure possiamo essere “senza volto e senza identità”, desiderosi però conoscere e ascoltare il Signore. Presumibilmente alcuni della folla dicono a Gesù che fuori ci sono i parenti che lo aspettano. Ci siamo poi soffermati sull’atteggiamento degli Apostoli nel brano della Pentecoste (Atti degli Apostoli 2, 1-13.) L’evento della Pentecoste non è un fatto relegato al passato, legato solamente alla prima comunità dei credenti, ma dentro quell’esperienza ci siamo anche noi, e ciascuno con la propria esperienza di vita. Il tempo che stiamo vivendo è abitato dallo Spirito Santo. Abramo, Maria e gli Apostoli hanno vissuto un cammino di scoperta della fede, illuminati dalla Parola che hanno innanzitutto ascoltato e incontrato. Essi per noi sono immagine viva della Chiesa che è capace di uscire dalle proprie terre di egoismo e di chiusura per diventare luogo fertile in cui far germogliare l’Infinito. Esempio più bello di questo lo vediamo in Maria, Madre per tutti i credenti e donna dell’ascolto, del silenzio e del servizio, che ha saputo insegnare agli Apostoli, dopo i fatti della Resurrezione, ad essere Chiesa accogliente, casa per molti, credenti e non credenti che anelano nel profondo, alla ricerca di quella realtà che disseta e ci fa uno: Gesù Cristo.

  • Il sì che riempie

    Durante i primi tre giorni di dicembre si sono svolti a L’Aquila, presso il Monastero Sant’Amico delle suore di clausura agostiniane, gli Esercizi Spirituali della zona Marche-Abruzzo. Il tema degli Esercizi, predicati da Don Mirko Rosso, è stato “La Chiesa: Casa per molti, Madre per tutti”. Venerdì sera, dopo essere stati accolti nel caldo monastero, ci siamo predisposti all’ascolto dello Spirito Santo, raccogliendoci e meditando nel silenzio. Il giorno dopo abbiamo riflettuto sull'episodio della Pentecoste, cioè l’evento in cui i discepoli ricevono lo Spirito Santo, e sull’immagine dello storpio guarito. Possiamo riconoscerci in questo personaggio, perché molti sono gli ostacoli che incontriamo lungo i nostri cammini, ma grazie alla fiducia e con il nostro “Sì” Dio ci riempie di grazia e amore, ci porge la mano e ci aiuta ad alzarci, a farci saltare dalla gioia come con lo storpio. Dopo il momento di condivisione pomeridiano, toccante è stato l’incontro con due suore di clausura. Smontati un po’ di stereotipi legati alla concezione della clausura, ci hanno raccontato come il loro risveglio è ogni giorno più gioioso del giorno prima, perché sempre più sicure della loro scelta di una vita appartata di preghiera per il prossimo, in comunione con le sorelle, alternata a momenti di cura della casa, dell’orto e di lavori di ricamo. La clausura implica una separazione materiale con il mondo, ma ciò non comporta il disinteresse per l’umanità. La sera, dopo un momento di gioco a squadre, ci siamo riuniti per l’Adorazione Eucaristica serale, momento di preghiera e di incontro con Dio. La domenica, la prima dell’Avvento, iniziata con una spruzzata di neve, abbiamo ripreso le nostre riflessioni attraverso la figura del primo Martire: Santo Stefano. Egli, testimone dell’amore di Dio, giudicato negativamente dai suoi stessi amici, si mette a servizio di Lui per portare l’annuncio di un amore grande, di perdono e misericordia. Accetta il suo destino, così come Maria accetta di diventare madre, in piena fiducia di Colui che è grande e fa cose grandi per noi, senza abbandonarci mai.

  • Abbracciare i confini

    Entrare nella “logica dello sconfinamento di Dio” è stato un po’ il motto degli Esercizi Spirituali che i ragazzi della Toscana e del GR Main Liguria-Toscana hanno vissuto a Lucca, nel weekend della prima domenica di Avvento. Questi tre giorni di Grazia sono incominciati con alcuni consigli che suor Carmen ha voluto regalarci: pendere dalle labbra di Dio e prestare l’orecchio alla Sua Parola. Solo con questi due atteggiamenti di fiducia verso il Padre possiamo vivere al meglio questi giorni di silenzio che nascono proprio per mettere al centro Dio e la Sua Parola. Le tre meditazioni che suor Carmen ci ha proposto hanno avuto come punto in comune il tema della proposta pastorale di quest’anno, colto con una sfumatura particolare sintetizzata nell’hashtag #abbracciareiconfini. Ci siamo lasciati guidare da tre personaggi: Maria, la donna cananea e il centurione Cornelio. In questi tre passi biblici abbiamo tre sconfinamenti del Signore. Con l’Annunciazione, il Padre sceglie di sconfinare nel quotidiano: squarcia i cieli e scende per abitare in mezzo a noi. Maria si interroga, ma non si impone, si affida alla volontà del Signore che sconfina nel suo cuore colmo di Grazia. Anche don Bosco e Madre Mazzarello hanno ricevuto delle annunciazioni. Anche noi nella nostra vita ne abbiamo ricevute, ma forse non sempre siamo stati in grado di riconoscere il Signore che ci cerca, che ci viene incontro. La donna cananea ci ricorda che Cristo è venuto per tutti, anche per quelli che, come lei, stanno ai confini. I discepoli questo non lo avevano capito. Spesso anche noi ci comportiamo come loro. Vediamo dei confini che riteniamo invalicabili, e dimentichiamo che Gesù è quella manna scesa dal cielo per tutta l’umanità. Il centurione Cornelio ci insegna che il confine può diventare il luogo dell’incontro tra le differenze. Dall’incontro tra Pietro e lui scaturisce una grande verità: la Grazia di Dio raggiunge chiunque sia pronto ad accoglierLo nel suo cuore e chiunque viva nella giustizia. Questo ci ha portato a ricordare tutte quelle persone che abbiamo incontrato e che, con la loro bellezza, ci hanno permesso di vedere il volto del Signore. Nella notte tra sabato e domenica abbiamo vissuto un’intensa Adorazione che ci ha permesso di portare davanti al Signore tutte le preghiere nate nei nostri cuori in questi giorni. Domenica mattina don Emanuele ha spezzato per noi la Parola della prima domenica di Avvento, dopo di che ci siamo salutati con una grande certezza: Ciascuno di noi è il preferito di Dio.

  • La bellezza di un Dio che ci ama

    Tre giorni intensi si sono appena conclusi a Suvero, nell’entroterra spezzino. Noi ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano della Liguria e della Toscana ci siamo incontrati nelle colline liguri per vivere insieme gli Esercizi Spirituali. Il tema dell’anno pastorale 2017/18, “La Chiesa: Casa per molti, Madre per tutti”, ci ha accompagnato nelle nostre riflessioni aiutati dalla Parola, in particolare dagli Atti degli Apostoli. Tre sono stati i momenti di meditazione, alternati dalla celebrazione penitenziale e dall’Adorazione Eucaristica notturna. Le nostre riflessioni sono partite dalla Pentecoste, quando lo Spirito discende sui discepoli che aprono gli occhi e il cuore al mondo assumendo la capacità di testimoniare cioè di rendere lode a Colui che ci ha creato. Anche noi, nel nostro quotidiano, dobbiamo imparare a uscire da noi stessi per incontrare Gesù nel prossimo e per farlo dobbiamo diventare comunità. Ricevendo lo Spirito il centro non è più il progetto del singolo ma tutti collaborano al progetto di Dio e niente è più senza senso. Ogni comunità però è costituita da individui differenti e quindi essa è soggetta a spaccature. Ma proprio attraverso queste brecce, Dio riesce ad entrare, il suo Amore penetra attraverso quei muri che l’uomo si costruisce per “difendersi” dagli altri uomini. Proprio quando Dio tocca il cuore dell’uomo allora esso non confiderà più nelle sue forze ma si affiderà totalmente al progetto di Dio, perseverando con entusiasmo e fedeltà, proprio come succedeva nella prima comunità cristiana. Ascoltando la Parola cambia il modo di pensare e di vivere: si guardano gli altri con gli occhi di Dio. Si entra in comunione con Dio, con l’Ostia consacrata, si diventa luce per gli altri. “Ci vuole uno sguardo capace di far passare un uomo dalla morte alla vita” e questo non è certamente facile, eppure è il compito di un cristiano, cioè di colui che si sente amato da Dio. Sì, proprio quel Dio che è totalità ma che si fa piccolo, si fa bisognoso, per lasciare spazio all’uomo. Ecco allora la certezza, quella di cui dobbiamo ricordarci ogni volta che facciamo il segno della Croce: Dio ci ama così tanto da dare la vita per noi, per la nostra salvezza. Qui entra in gioco Stefano, primo martire della storia cristiana, uomo pieno di Spirito, disprezzato dai suoi amici perché aveva cambiato vita per testimoniare la Verità. Il martirio è l’annuncio di un amore più grande capace di trasformare la cattiveria degli uomini in offerta di salvezza. Gli avversari sono benedetti e i nemici amati. Quanto è già difficile amare un amico, pensate un nemico! Un amore così grande si può sperimentare anche nel nostro quotidiano “basta” vivere dell’amore di Gesù. Ecco perché i martiri sono sorridenti: vivono la gioia del dono. Il momento più intenso di questi tre giorni è stato sicuramente quando ci siamo trovati faccia a faccia con Gesù, durante l’Adorazione. Per tutta la notte ci siamo alternati a stare con Lui, a dialogare con Lui, ascoltando la Sua voce. In questo momento Lui ha toccato il nostro cuore, la nostra anima, ci ha fatto sentire il Suo calore di Padre e Amico. Lui è il Fedele. E proprio per la sua fedeltà ci mettiamo interamente nelle sue mani, perché è da lì che proveniamo. Lui è la nostra guida. Sei pronto a lasciarti prendere per mano da Gesù? Riesci a fare un passo indietro, un passo di umiltà per riconoscere che Cristo è il tuo Re?

  • Chiamati da Dio ad essere testimoni del Risorto e pescatori nella Chiesa

    Questa è la proposta che ci viene fatta durante gli Esercizi Spirituali in Sardegna, ad Arborea (OR), svoltisi da venerdì 24 a domenica 26 novembre. La vera domanda che ci siamo posti in questi giorni è: cosa posso fare per essere testimone? Grazie alla guida di Don Ivan, Don Gabriele, Don Daniele e ai consigli di Suor Loredana e suor Debora abbiamo potuto analizzare e riflettere su alcuni brani del Vangelo. Il primo che ci è stato presentato è l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria, esempio lampante della differenza tra credere in Dio e far affidamento in Lui: Dio ci viene incontro facendo il primo passo, sta a noi saperLo ascoltare e sentirLo nel nostro cuore. Spesso il nostro modo di pensare prevale su quella che è la logica di Dio nel momento in cui crediamo che i criteri per i quali Dio ci chiama siano gli stessi della nostra società o della nostra valutazione personale: Maria era una ragazza semplice, giovane, che abitava in una piccola città; sconosciuta dal mondo ma famosa per Dio. Inoltre abbiamo fretta di avere subito tutte le risposte alle domande che gli poniamo e andiamo nel panico se non sappiamo esattamente dove ci porterà ogni singolo passo del nostro cammino, quando basterebbe semplicemente dire ‘’Eccomi!’’ e farci sorprendere da Dio. Dopo la lectio e la medidatio abbiamo pregato i vespri per ringraziarLo e chiederGli di guidarci in questi giorni di riflessione e condivisione. Dopo la cena grazie all’organizzazione di Marco e Michele siamo tornati tra i banchi di scuola giocando insieme tra la ricreazione, l’ora di italiano e quella di matematica. La giornata di sabato è iniziata con il sole e le lodi, per continuare poi con la riflessione sul brano dell’ascensione di Gesù grazie al quale abbiamo potuto ragionare sul fatto che ognuno di noi può fare la differenza perché è testimone dell’amore di Dio che si è donato per noi. Possiamo solo essere grati e felici, invocare lo Spirito Santo e metterci nelle Sue mani! La giornata è continuata con la messa e la condivisione delle nostre riflessioni. Di pomeriggio abbiamo avuto l’occasione di essere abbracciati da Lui grazie alla celebrazione penitenziale in cui abbiamo potuto pregare, ascoltare e farci provocare dalla Sua parola per poi confessarci. Come ci eravamo ripromessi all’inizio di queste giornate, abbiamo continuato ad affidare a Maria i pesi che ci portavamo appresso e a chiederLe di aiutarci a custodire i tesori che Dio ci ha affidato attraverso la preghiera del Rosario. Dopo cena ognuno di noi ha avuto occasione di pregare per gli altri durante l’adorazione eucaristica grazie anche alle letture preziose proposte da Don Ivan e ai canti. L’ultima giornata di esercizi abbiamo ragionato sul perché ognuno di noi potesse dire ‘’l’anima mia magnifica il Signore’’, su quali bellissimi doni ci ha fatto e sul modo in cui Lui ci accompagna durante la nostra vita. L’ultimo testo che abbiamo letto insieme era quello in cui Gesù ci chiede di affidarci e fidarci di Lui prendendo il largo e gettando le reti: è arrivato il momento di prendere coraggio e trasformare in realtà tutto l’amore provato e ricevuto in questi giorni di ritiro dimostrando agli altri che non esiste paura se Dio è accanto a noi! Abbiamo partecipato insieme all’Eucarestia e condiviso le nostre impressioni sui brani. La vera nostra missione, però, è iniziata domenica nel momento in cui siamo tornati a casa e abbiamo capito che Dio ci dà la libertà di essere testimoni di quanto sia felice la nostra vita se Lui è presente!

  • L'ascolto e il silenzio

    Tra il 28 e il 29 Ottobre si è tenuto il primo incontro dell'anno 2017/18 delle iniziative GR GxG (Gruppo Ricerca Giovani per i Giovani) e GR Ado (Gruppo Ricerca Adolescenti) dell'Italia Centrale. L'incontro si è svolto nell'Istituto Salesiano Villa Sora, coinvolgendo più di 80 ragazzi giunti da tutto il Lazio e dall'Umbria. Arrivati nel tardo pomeriggio nel luogo indicato, dopo un periodo di gioco all'interno del cortile dell'Istituto, i ragazzi si sono radunati in una delle strutture presenti e sono stati introdotti al tema principale dei due gruppi ricerca dell’anno: l'ascolto. Prima di iniziare le attività per illustrare più approfonditamente il tema, ai ragazzi è stato dato del tempo per pensare e scrivere a "chi" e a "cosa" danno ascolto durante la loro giornata, su dei post-it. Una volta terminata l'introduzione, si è dato il via a due attività, l'una l'opposto dell'altra, dove si sono illustrate le diverse modalità di ascolto. Durante la prima attività, dopo un breve riepilogo delle due modalità di respirazione (polmonare e diaframmatica), ai ragazzi è stato chiesto di fare silenzio e di ascoltare il suono del loro respiro, nel mentre gli venivano poste alcune domande: l'attività aveva l'obiettivo di far ascoltare sé stessi ai ragazzi. La seconda attività è stata invece l'opposto: far comprendere ad un compagno situato al centro del cerchio dei ragazzi, una frase nel mentre che questi aveva indosso delle cuffie con musica ad alto volume. La persona al centro avrebbe dunque dovuto scegliere cosa ascoltare, se la musica o le grida dei propri compagni. Terminate le attività, queste ultime sono state spiegate: esse avevano lo scopo di far realizzare ai ragazzi il modo con cui si può ascoltare qualcosa o qualcuno, ovvero non solo con l'udito, ma anche con la mente e con l'attenzione da parte dell'"ascoltatore". Il giorno dopo è stato caratterizzato da un momento di silenzio nel quale i ragazzi si sono messi a confronto col loro "ascolto" della Parola di Dio e su cosa glielo impedisce durante l'arco delle giornate, e dalla possibilità delle confessioni. L'incontro si è terminato con la Messa domenicale, e con il pranzo insieme. Personalmente, il primo degli incontri è stato estremamente intenso e, secondo i commenti di molti dei ragazzi, è stato efficace ed ha permesso davvero di metterci più in ascolto con noi stessi.

  • Imparare a guardare con occhi nuovi

    A piccoli passi... la Scuola di Mondialità della Toscana è ripartita! Accogliendo l’invito di Papa Francesco ad «imparare a guardare con occhi nuovi» abbiamo dato un’occhiata al mondo, per scoprire che è molto più vicino di quello che pensiamo, se non siamo noi stessi a volerlo tenere lontano. Emergenza ecologica, analfabetismo, urgenza educativa, non equo alle risorse, estremismi di ogni tipo, chiusure ideologiche, prepotenza di una economia disumana e molti altri fenomeni che con preoccupazione osserviamo non sono davvero tanto distanti dal nostro quotidiano, dal luogo preciso in cui viviamo. Tutto ciò ci interpella come persone che hanno a cuore il presente e il futuro del mondo e che scoprono ogni giorno di più la forza umanizzante del Vangelo di Gesù che non tralascia di “sfidarci”. Allora con coraggio e orizzonte, ognuno di noi la sfida la accetta! Perché è vero e ciascuno di noi lo sente: «Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (EG 273). Suggeriamo anche a voi che leggete due input di riflessione che per noi sono stati particolarmente significativi nell’incontro del 21 ottobre, con la speranza di avervi con noi sabato l’11 novembre, a Firenze. https://www.youtube.com/watch?v=oUqeFQNjyiE&t=66s https://www.youtube.com/watch?v=w-dZteGvFjg

  • La risposta di Geremia

    Dal 13 al 15 ottobre si è svolto il primo incontro dei GR Main. A questo nuovo percorso proposto dall’Ispettoria ILS abbiamo scelto di partecipare in 4, tutte provenienti da case diverse della Circoscrizione. In questi tre giorni nella particolarissima casa di Carrara, che ospita tra le altre cose anche due case famiglia per minori e alcuni monolocali in cui sono accolte donne migranti con bambini, siamo state accompagnate da suor Anna Maria, dalla neoprofessa suor Letizia e, ospite speciale, la novizia Giorgia. Il nucleo fondamentale dell’incontro è stato la conoscenza di sé: tema che abbiamo affrontato a partire dal brano della chiamata di Geremia e poi con l’aiuto di suor Paola della Ciana, direttrice di Rimini. La prima sera abbiamo avuto anche la possibilità di conoscere la realtà che ruota intorno alla casa di Carrara preparando una veglia aperta a tutti. Nel pomeriggio di sabato, invece, un volontario VIDES affezionato alle FMA, Marco, ci ha portato in giro per conoscere la città. Più di tutto però ci ha colpite il lavoro che silenziosamente ogni giorno svolge questa comunità, assistendo ragazze che portano sulle loro spalle situazioni nella maggior parte dei casi molto pesanti. Cariche di questo primo incontro di approfondimento sul discernimento vocazionale, ci siamo salutate dandoci appuntamento agli Esercizi Spirituali della Toscana.

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