Cerca nel sito
155 risultati trovati con una ricerca vuota
- Memorie dal campo Base
Dal 30 Giugno al 7 Luglio 2019, agli Altipiani di Arcinazzo, io, insieme a tanti altri ragazzi provenienti da altre realtà salesiane, abbiamo partecipato al Campo Base, il primo di tanti campi che ci porteranno a diventare (si spera!) animatori salesiani a tutti gli effetti. Premetto col dire che ero partito con pochissime aspettative, ero sicuro che mi sarei annoiato o che mi sarei trovato male, ma una volta arrivato lì, tutto è cambiato… appena arrivato mi sono sentito subito a mio agio, grazie soprattutto all'ottimo lavoro di accoglienza da parte dell’equipe, ho cominciato a stringere i primi rapporti, e già a partire dal quel momento, ho capito che non mi sarei più annoiato. Le giornate erano sempre molto piene ed intense, sveglia molto presto (a ritmo di musica ad alto volume!), preghiera per iniziare al meglio la giornata, colazione, momento di pulizia e preparazione dei vari ambienti, e poi subito addentrati nei vari momenti formativi che l’equipe aveva preparato per noi. Soffermandomi un attimo su questi momenti formativi, penso che tutti mi abbiano aiutato a capire cosa vuol dire essere animatore salesiano, a capire le varie dinamiche dell’animazione salesiana, a spingermi ad andare oltre le apparenze, a guardarmi dentro e capire, per poi metterla in pratica, la missione che il Signore mi ha assegnato. Subito dopo i momenti formativi e la Celebrazione Eucaristica (partecipazione facoltativa), vi era il momento del pranzo, ottima occasione per fare conoscenza con ragazzi di altre realtà, e poi, prima dei laboratori formativi del pomeriggio, c’era un momento libero per svagarsi un attimo e ricaricare le batterie in occasione del pomeriggio. Per quanto riguarda i laboratori del pomeriggio, questi davano degli ottimi consigli e tecniche su come mettere in pratica il nostro “essere animatore salesiano”, anche questi molto utili e interessanti. Uno dei laboratori che mi ha colpito maggiormente è stato quello sull'animazione missionaria perché mi ha aiutato a comprendere quanto noi siamo fortunati e non ce ne rendiamo conto, e che c’è bisogno di allargare le nostre prospettive, c’è bisogno di “andare oltre”. Dopo i vari laboratori, affrontati un tempo di studio e la formazione su cosa sia l’MGS e la sua struttura, si arrivava al momento della cena che anticipava uno dei momenti più belli del campo, ovvero la serata. Le serate erano sempre molto diverse l’una dall’altra, si facevano giochi notturni all’aperto, giochi di squadra basati sui vari talent-show, insomma, non ci si annoiava mai! Uno dei momenti che più mi rimarranno impressi di questo primo campo è stato quello della camminata, grazie al quale ho avuto l’opportunità di conoscere tanti ragazzi di altre realtà. Nonostante la camminata fosse molto impegnativa, la fatica non si sentiva perché avevi qualcuno con cui confrontarti e scherzare, e penso che sia il massimo che si possa desiderare. Penso che modo migliore per iniziare un lungo percorso di vita non ci possa essere. Sono stati giorni fantastici nei quali si è creato un forte legame tra tutti noi, e l’ultimo giorno ne è stato la prova… spero di poter continuare fino in fondo questa mia esperienza, perché… se questo è l’antipasto, non vedo l’ora che arrivino le altre portate!
- Missionari nel quotidiano
Per organizzare la festa dell'estate ragazzi MGS Lazio-Umbria siamo partiti dal tema dell'anno: io sono una missione #perlavitadeglialtri. Giovani animatori di ogni casa si sono impegnati nelle settimane precedenti per realizzare una giornata ricca di gioia, da vivere secondo il carisma salesiano. Noi dell'organizzazione ci siamo visti il giorno prima per terminare gli ultimi preparativi e questo ha permesso di creare un clima di collaborazione e fraternità. Un ringraziamento particolare all'oratorio di Latina che ci ha ospitato facendoci sentire a casa. È stato uno spettacolo per gli occhi vedere tantissimi ragazzi provenienti da diversi ambienti tutti uniti dall'amore per don Bosco. Abbiamo ballato, giocato imparando a conoscere dei missionari dei giorni nostri e soprattutto ci siamo divertiti vivendo tutto spinti da una competizione sana che ha reso la giornata ancora più speciale. L'insegnamento che ci siamo portati a casa è che "ogni giorno del calendario sono chiamato ad essere missionario", senza dover andare lontano ma partendo dalla quotidianità. Non perdiamo tempo allora!
- Lavoratori della festa!
Nel giorno in cui la Società Civile ha festeggiato i lavoratori e la Chiesa ha celebrato la memoria di San Giuseppe lavoratore, il Movimento Giovanile Salesiano della Toscana ha voluto riproporre anche quest'anno la sua festa tutta dedicata ai fanciulli e alle loro famiglie. La possibilità di vivere questa giornata di festa in modo alternativo rispetto ai tipici picnic o concerti da piazza è stata negli ultimi anni molto gradita dalle famiglie delle comunità salesiane zonali. Potersi ritagliare uno spazio familiare a livello regionale, in cui le famiglie possano sperimentare cosa significhi giocare insieme, con adulti e bambini, animare ed essere animati insieme, sentirsi accompagnati e infine celebrare l’Eucarestia, non lascia indifferente nessuno. Sappiamo benissimo che nella routine lavorativa tutto questo spesso non risulta possibile, ma quando celebrare il lavoro diventa ricordarsi il senso stesso del lavoro, che è fondamento di dignità umana, propria e dei propri cari, esperienza di servizio non solo per la società, ma anche per il prossimo più prossimo che abbiamo: la famiglia… ecco, questo diventa a dir poco meraviglioso. Ma non solo il mettersi in gioco in prima persona, anche l’essere il primo esempio dei propri bambini all’interno di una squadra e davanti ad una prova del loro livello è un importante componente che la festa ha fatto di tutto per avere al suo interno. C’è stato anche un momento formativo in cui adulti e bambini si sono separati per dedicarsi occasioni di approfondimento. A conclusione della festa genitori, bambini, animatori, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice hanno sfilato in un corteo per le strade di Livorno dall’Istituto Santo Spirito alla celebre Terrazza Mascagni, dando testimonianza a tutta la cittadinanza con canti, musiche e striscioni dedicati ai nostri due santi fondatori. Perché è proprio vero che anche don Bosco e Madre Mazzarello hanno creato una grande famiglia e questa si sentiva, e forte, per le strade della città. Ogni genitore ha potuto rivivere luminosi ricordi della propria giovinezza MGS o un’esperienza nuova, inaspettata, che ha aperto loro orizzonti diversi, condividendo di più con questi figli che "tornavano sempre così allegri a casa". Il grido, ottimamente musicato, era: missione insieme saremo per la vita degli altri. Come Madre Mazzarello. Come don Bosco. Ma ancora di più come Giuseppe, patrono di questa Chiesa giovane che cammina nella storia facendo rumore, come ha chiesto spesso il Santo Padre, una Chiesa in prima linea per la vita degli altri. Giuseppe, lavoratore e genitore sublime, sposo dalle zero parole e tanti fatti. Perché essere per la vita degli altri, soprattutto all’interno della propria famiglia, è una missione che richiede poche parole e tanto dono di sé, e il Santo custode della prima Chiesa offerta al mondo sa bene cosa significhi e sta davanti a noi come esempio luminoso di una santità quotidiana. Proprio quel quotidiano in cui alla fine dalle feste bisogna tornare e per il quale il Comitato MGS Toscana ha pensato, come gadget-ricordo, un moschettone con l’ashtag del tema pastorale inciso, simbolo proprio della restituzione quotidiana, nel piccolo, di ciò che si è vissuto e ascoltato. Attaccato alle chiavi o ad un borsello ci permetterà di non dimenticarci di avere come prima preoccupazione di farci santi della porta accanto, di non lasciar cadere nel vuoto la notizia di tutte le notizie: la santità è anche per te, per la tua famiglia. Ora. Qui. Allora la festa dei lavoratori ci ha voluto dire che così facendo il lavoro stesso può diventare festa.
- Vallecrosia: i primi passi verso l'animazione
Il 4 e 5 maggio, a Vallecrosia, si è svolto il campo delle idee in vista dell'estate ragazzi. All'interno della chiesa ci ha accolto il parroco don Giovanni e subito dopo Don Domenico Ricca che ci ha parlato della propria esperienza all'interno del carcere minorile di Torino. Il suo discorso era finalizzato a sensibilizzare ognuno di noi riguardo a tutto ciò che può succedere ai giovani se non ricevono le dovute attenzioni o cure. Tramite il racconto della sua esperienza ci ha esortato a metterci in gioco, a cogliere ogni occasione che ci si presenta; ci ha anche suggerito di dare fiducia ai ragazzi e ai bambini che saranno nostri animati come faceva don Bosco perché è appunto la fiducia alla base di ogni rapporto, anche tra di noi. Ci siamo poi divisi in ragazzi del triennio e biennio per svolgere i vari laboratori (arte e creatività o organizzazione di eventi, preghiera e un altro incontro con don Ricca). I laboratori sono serviti anche a conoscere altri ragazzi, a confrontarci con altre realtà e a riflettere su alcune tematiche importanti. Dopo la cena si è svolto il gioco serale, anche questo volto ad aiutare ognuno di noi a conoscere gli altri. Il gioco, infatti era suddiviso in varie prove: ad ognuna dovevano partecipare un certo numero di ragazzi provenienti da oratori diversi in modo che dovessimo collaborare per poterle superare. Dopodiché ci siamo riuniti in chiesa per la Via Lucis, un momento di riflessione personale e preghiera. Il giorno seguente hanno ripreso a svolgersi i laboratori (organizzazione di eventi sportivi o progettazione di volantini), un'attività riguardo i giochi da svolgere con i bambini dopodiché si è svolto "salesianamente", un laboratorio per riflettere insieme sulla vita di don Bosco e sul suo metodo di educazione. Anche questi laboratori erano finalizzati a metterci in gioco, ad insegnarci ad avere un rapporto spontaneo e giocoso con i futuri bambini che parteciperanno all'estate ragazzi. Vi è stata poi la Messa, il pranzo e in conclusione, un breve momento di preghiera per terminare l'incontro. È stata un'esperienza interessante e formativa, soprattutto utile per il nostro percorso per diventare educatori. Due giorni ricchi di momenti di riflessione riguardo i valori fondamentali che don Bosco riusciva a trasmettere ai suoi ragazzi.
- Un'occasione di incontro con il Signore e con #glialtri
Quest'anno l'MGS Sardegna si è riunito nell'accogliente casa di Latte Dolce a Sassari dove i ragazzi del comitato, con l'aiuto di tutti gli animatori, hanno organizzato una fantastica giornata per scoprire cosa significa il tema di questo anno “Io sono una Missione #perlavitadeglialtri.” La giornata si è aperta con una ricca colazione e a seguire si è tenuta nella parrocchia la Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Valerio Baresi, che partendo dal Vangelo della domenica ci ha ricordato che noi siamo stati inviati, e che “Come il Padre ha mandato Me, anche io mando voi”, per la vita degli altri. A seguire c’è stato un momento di animazione condotto da Michele Contis, Marco Palla e Fabio Serra, e animato dalle varie case dell’isola. Successivamente i ragazzi hanno partecipato ai giochi. Le elementari e le medie si sono riuniti per una parte molto importante della giornata: formare una grande squadra per affrontare al meglio le prove che con tanto amore gli animatori hanno preparato; il biennio invece si è trovato immerso in una grande storia per accompagnare quattro amici in un viaggio molto importante, quello a “Talaltri”, una località inventata ma che ricorda il tema. Con un po’ di teatro e di giochi hanno riflettuto sul fare delle scelte concrete, lasciare i pesi, affrontare le difficoltà e infine e compiere/essere una missione per gli altri. Come si è conclusa la festa? Sicuramente con tanta gioia e tanta felicità, infatti i ragazzi hanno lasciato la casa con i cuori colmi di allegria e con un pizzico di “missionarietà” in più.
- Esercizi spirituali per i giovani del MGS d’Europa
Dal 23 al 28 aprile, nell’ottava di Pasqua, Colle Don Bosco ci ha accolto a braccia aperte. Eravamo 30 giovani del Movimento Giovanile Salesiano provenienti da 9 stati europei (Austria, Spagna, Croazia, Irlanda, Italia, Lituania, Malta Slovacchia e Ungheria), riuniti per la prima volta in un’esperienza spirituale in lingua inglese. Don Fabio Attard, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile ha guidato gli esercizi spirituali, animati da don Lytton Quadros, con la presenza di don Luca Barone, Direttore della comunità, di don Cyril Odia e di suor Loyla Neli e di suor Celine Rajendran. Le 4 lectio divine delle mattine e le 4 “lectio salesiane” del pomeriggio hanno orientato la profonda riflessione personale e comunitaria, svolta in silenzio ma anche in condivisione e comunione. Il poter percorrere insieme i sentieri di Don Bosco, Mamma Margherita e Domenico Savio ha reso le giornate ancora più speciali. Insieme abbiamo riflettuto su Gesù che ci chiama per nome e ci aspetta, si siede al nostro fianco, sa e conosce, anche se non interviene e ci lascia liberi. Gesù è paziente. Perché noi no? Be humble, strong and energetic! Accettiamo le sfide con lo stesso coraggio e forza con cui lo fecero Don Bosco e Mamma Margherita, che mantennero una solida e profonda fiducia in Dio. Impariamo la pedagogia dell’amore in un impegno di onestà e devozione. Siamo chiamati ad obbedire non perché capiamo ma perché crediamo. E credendo, dobbiamo lasciare che Dio sia il centro della nostra vita. L’ultima giornata si è concentrata sull’identità spirituale dei giovani salesiani, chiamati ad essere una comunità educativa ma anche pastorale. Don Fabio ci ha ricordato che non siamo chiamati a fare ma ad essere. E l’essere poi si esprime nel fare, ciascuno al meglio delle proprie possibilità. L’incontro con i giovani è l’opportunità che ciascuno di noi ha di testimoniare con gioia l’ottimismo della Pasqua. Non dobbiamo avere paura né vergogna. Solo coraggio e fede. Le difficoltà fanno e faranno parte della sfida, come lo è stato per Don Bosco stesso, fin dal principio della sua missione. Ma siamo chiamati ad accettare la responsabilità, a sentirci protagonisti e a condividere il dono dell’amore di Dio, moltiplicando il carisma salesiano. Ed è la vita quotidiana il luogo in cui incontrare Dio. Siamo chiamati a percorrere la scala della santità ogni giorno e a pianificare il nostro cammino spirituale di crescita, scoprendo la nostra vocazione in una relazione amicale e personale con Dio. Perché la santità, come fu per Domenico Savio, è una questione di stoffa e di sartoria. La santità è la via per riconoscere l’immenso amore che Dio ha per noi. E vedere che altri giovani, con la stessa energia, testimoniano l’amore di Dio in altre città d’Europa, ti fa capire non solo quanto è grande l’amore di Dio, non solo quanto è grande la missione di don Bosco, ma anche che ovunque tu vai troverai una casa pronta ad accoglierti a braccia aperte, al ritmo festoso di un hukulele, di un cajon o anche nel silenzio… perché il silenzio è dove Dio non è silente.
- Estate Ragazzi, un mondo da scoprire
Domenica 7 aprile si è tenuto l'incontro dell'Estate Preparando, nel quale i ragazzi degli oratori della zona Marche-Abruzzo si sono incontrati per iniziare la preparazione dell'Estate Ragazzi. La giornata si è svolta in una prima parte introduttiva, tenuta da Don Mirko Rosso, riguardante alcune nozioni di base dell'estate ragazzi: cos'è, com'è nata, e soprattutto evidenziando la dinamica del gruppo, l'importanza di essere coesi e di lavorare come equipe collaborativa. Poi, divisi in vari gruppi, si sono approfonditi i diversi aspetti del sussidio, relativamente alle diverse sezioni: balletto, scenografia, riflessione, storia. Era quindi una prima presentazione della tematica generale e un'introduzione al tema. Nel gruppo 'storia' infatti i ragazzi hanno potuto conoscere la trama, i vari personaggi e le modalità di strutturazione dei vari episodi; nel 'balletto' hanno imparato la coreografia, i vari passi e il come poter coinvolgere i ragazzi; nella 'scenografia' hanno sperimentato le diverse ambientazioni, e nel gruppo 'riflessione' le varie tematiche da dover approfondire. Terminati i laboratori, hanno partecipato all'Eucarestia in un clima di spiritualità e condivisione, e a seguire il momento del pranzo. Nella seconda parte della giornata, si sono divisi per fasce d'età (primo, secondo, terzo, quarto superiore) e rispettivamente hanno approfondito il come relazionarsi con gli animati e i vari aspetti dell'Estate Ragazzi in relazione alla propria formazione personale: gioco, preghiera, tecniche di animazione e cortile, e formazione. Nel gruppo 'gioco' hanno imparato le modalità di attuazione di questo, le varie tipologie e le modalità di spiegazione. In 'animazione del cortile' si sono concentrati sulle modalità di coinvolgimento dei ragazzi, nello stare in mezzo a loro, e nel saperli intrattenere anche nei momenti "morti". Nella 'preghiera' hanno approfondito la tematica del saper pregare, e del far vivere agli altri tale esperienza. Infine nel gruppo 'formazione' hanno approfondito il tema del relazionarsi con i ragazzi e i principali aspetti educativi. Come momento conclusivo, prima dei saluti, c'è stato il lancio della festa dell'Estate Ragazzi (20 giugno- Ancona), e infine il rientro a casa dei vari oratori.
- Davanti alla Croce con gli occhi di Francesco
Flussi di coscienze. Alcuni: "Oooh, finalmente. Non ne potevo più di sentirmi raccontare il sogno dei nove anni". Altri: "Questi Salesiani, nemmeno il tempo di predicare gli esercizi hanno!". Altri ancora: "Curiosità! Magari mi viene voglia di farmi francescano...". Queste le reazioni che hanno caratterizzato il diffondersi della locandina degli esercizi spirituali di Quaresima vissuti dagli animatori della Toscana dal 5 al 7 Aprile 2019 a Pietrasanta. Tante cose si potrebbero dire di queste giornate così fitte, ma proviamo riassumerle così: "Signore, cosa vuoi che io faccia?", "Signore, chi sei Tu? E chi sono io?" e "Signore, dove sei?". Accompagnati all'interno della vita del santo di Assisi da fra Alessandro Martelli, ci siamo confrontati con tre dei suoi incontri con il Signore, scoprendolo vicino, giovane e con le stesse nostre domande. Già da subito entriamo nel tema rivivendo gli incontri di Gesù lungo la via della croce e completiamo la nostra via crucis con la "nostra" stazione: Gesù incontra Irene. Ti ricordi, Irene, il giorno, l'ora, il luogo? Sì... mi ricordo. Faccio due conti per alcune date, ma ci arrivo. Dal giorno dopo invece si parte con Francesco per la crociata, ma qualcosa va storto, e si torna subito indietro. "Alto e glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio". "Signore, allora, cosa vuoi che io faccia?". Siamo di fronte al crocifisso di San Damiano, andiamo a ripescare tutti i nostri conti in sospeso con il Signore e ci mettiamo vigili, se per caso ci eravamo un po' addormentati. Quante volte ci sarà successo di avere piani o spunti rimasti a metà e di non aver saputo cosa il Signore voleva da noi. Quel che conta è essere svegli e pronti, e iniziare con quel pochino che Dio ci mostra passo passo. Il resto verrà. Se il Signore avesse detto a Francesco: "Vorrei che tu fondassi un ordine e attraverso di te vorrei convertire tutti da ora al 2019 e oltre" non so come l'avrebbe presa. Come Francesco poi ci scopriamo simili a quell'uomo in croce, abbiamo anche noi mani ferite, con tutti i disastri che hanno combinato, piedi feriti, con tutte le strade senza uscita che hanno percorso, e un costato ferito, con i desideri falsi che hanno preso posto nel nostro cuore. Davanti a Cristo, lasciamo che tutto venga a galla, e ci sentiamo accompagnati da Lui fino nei più bassi luoghi che l'umanità può raggiungere. Siamo feriti insieme e, piano piano, noi guariamo. Prima delle confessioni, fra Alessandro ci regala ancora un altro spezzone della vita di Francesco: La Verna 1224. "Signore, chi sei tu? E chi sono io?". Anche noi rispondiamo e condividiamo tra noi tanti vissuti e spunti diversi, ma infondo simili. La giornata non finisce e la sera, dopo la testimonianza di una famiglia, un gioco e un invito a Livorno, abbiamo l'adorazione notturna. La mattina dopo il Signore è ancora là e lo riscopriamo tanto umile da venirci incontro tutti i giorni. "Signore, dove sei?", eccoti qua. Qua, davanti a noi nell'Eucarestia. Qua, in questo corpo che ha fatto la comunione. Qua, nei fratelli che mi circondano. E non pensate, ci dice fra Alessandro, che gli apostoli avessero vissuto qualcosa di tanto diverso. Con i loro occhi vedevano un uomo, come voi vedete pane. Siamo invitati insieme ad andare oltre con gli occhi dello Spirito, ad incontrare Cristo che si mescola irrimediabilmente con noi e a far sì che faccia parte delle nostre vite come Lui vuole.
- La voce del silenzio
Sostare, lasciarsi amare, riscoprire, abitare e dare la vita: sono questi i temi attorno ai quali sono stati svolti gli esercizi spirituali di Quaresima della zona Lazio-Umbria, le parole che ci hanno accompagnato nei diversi momenti in cui siamo stati chiamati a riflettere su noi stessi e sul nostro posto nel mondo. “Non è il sapere molto che sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente.” Con questa frase sono stati aperti gli esercizi, una frase che richiama un po' la prima parola, quella che più di tutte mi ha colpito: sostare, sostare in un silenzio relativo e non assoluto, un silenzio curante, unico metodo tramite il quale le cose possono essere “sentite e gustate internamente”. Quindi, tramite questo, ritrovare un vero e proprio dialogo, una conversazione con tutte quelle voci che riceviamo e capire se queste sono compatibili con la nostra felicità. Così come per il sostare, quindi, siamo andati incontro alla necessità di lasciarsi amare, di diventare figli per poter essere padri; abbiamo esaminato la riscoperta di tutte quelle cose che si danno per scontato e che dovrebbero invece essere prese di nuovo in considerazione, l’interiorità, la preghiera e tutto ciò che è dato per scontato o che sfocia spesso nel sentimentalismo e nell’intellettualismo. Infine, ci siamo affacciati al tema del dare la vita, del donarsi come Dio si dona a ciascuno di noi, senza desiderare nulla in cambio. A tutto questo va aggiunto il luogo in cui è stato svolto il ritiro, la casa di San Biagio a Subiaco, un eremo posto sul monte Taleo: non riuscirei ad immaginare un posto più adatto a un’esperienza del genere, tra il paesaggio mozzafiato offerto dalla natura incontaminata e l’estrema ospitalità delle figlie di Maria Ausiliatrice che ci hanno accolto come se facessimo parte della loro comunità. Ritorno a casa estremamente soddisfatto dell’esperienza fatta, un’esperienza che mi ha lasciato tanto, breve ma veramente intensa, vorrei ringraziare veramente di cuore tutte le persone che hanno permesso la realizzazione di questi esercizi e tutte le persone fantastiche che li hanno vissuti insieme a me.
- Percorso verso il cuore: trovare Dio è una strada in discesa
Una scala da scendere: ecco l’immagine usata da Suor Rosanna per spiegarci come arrivare al cuore, come trovare Dio. Ogni gradino rappresenta un obiettivo da raggiungere. Il primo passo è quello di scegliere di cercare Dio ed è ciò che abbiamo fatto noi presentandoci agli esercizi spirituali. Per la prima volta si sono svolti nella Casa FMA di Macomer, dal 22 al 24 marzo. Venerdì ci siamo presentati e conosciuti, abbiamo cenato e, dopo la serata di gioco, abbiamo vissuto insieme l’intenso momento della Via Crucis. Il giorno seguente, durante la meditazione, suor Rosanna ci ha accompagnato nella discesa dei primi cinque scalini della preghiera: decidere di fidarci di Dio, lasciare il chiasso, togliere le maschere, abbandonare i giudizi e superare il rancore. È stato importante riflettere su questi aspetti che necessitano una consapevole ricerca dentro sé, perseveranza ed equilibrio. Grazie ad alcune tracce abbiamo potuto meditare anche su come riconoscere i nostri talenti sia un necessario punto di partenza, insieme alla fiducia in Dio, per poterci risollevare nei momenti di difficoltà. Nel pomeriggio abbiamo ragionato su come affrontare i successivi quattro scalini: disfarsi dell’invidia, liberarsi dal pessimismo, abbandonare le paure e rinunciare a ciò che ci sembra indispensabile; la certezza che Dio ci è accanto in ogni momento del percorso rende la discesa più facile! Infatti, abbiamo avuto l’occasione di incontrarLo nel sacramento della Riconciliazione grazie alla presenza di Don Emanuele, di Don Michelangelo e di Don Valerio. Nella liturgia penitenziale ognuno di noi ha scelto un simbolo che rappresentasse la meditazione che aveva fatto; un cuore, una roccia, una porta sempre aperta, una luce: solo alcune delle immagini portate all’altare che volevano delineare l’importanza e l’amore di Dio per noi. Abbiamo fatto comunità condividendo i nostri pensieri per poi cenare e scherzare insieme. Dopodiché siamo andati in cappella per un momento di adorazione molto intenso in cui abbiamo davvero assaporato l’attesa, la vicinanza e la presenza di Dio in mezzo a noi. Tramite alcuni canti, pensieri e preghiere abbiamo potuto sperimentare l’amore che sempre consola. Arrivati a domenica abbiamo raggiunto insieme l’ultimo scalino del nostro itinerario: scendere al cuore. Finalmente, siamo a tu per tu con Lui. Gesù è dentro di noi sempre, a volte siamo noi a non ascoltarlo e non lasciarci guidare; con i dieci gradini della preghiera creiamo il modo di trovarlo e di riaccendere la speranza e la fiducia che solo in Lui possiamo trovare. Prima dell’eucarestia abbiamo condiviso le nostre esperienze. È stato bello potersi confrontare con altre sedici persone: Lui ci parla in tanti modi diversi!
- Guardate a lui e sarete raggianti
Un invito a fissare lo sguardo e il cuore al Signore per illuminarsi, quello rivolto ai giovani del MGS Marche-Abruzzo che, dall'8 al 10 marzo, hanno trascorso tre giornate di Esercizi Spirituali presso il monastero delle suore agostiniane S. Amico de L'Aquila. I giovani animatori stati guidati in questa "immersione" nella meditazione e nella preghiera dalle parole ricche di Spirito di don Francesco Carta SDB e accompagnati da Don Salvatore Policino SDB, Suor Loredana Locci FMA e la giovane Carol Pallini. "Guardate a Lui e sarete raggianti. Un desiderio, quello di illuminarsi, che può e deve nascere soprattutto nel tempo di Quaresima, attraverso un passaggio dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù del peccato alla salvezza del Signore. Questo il passo affrontato dai noi giovani durante la riflessione del primo venerdì di Quaresima, vissuto anche tramite la Via Crucis. La giornata di sabato è iniziata con queste parole di Papa Francesco: "Tutti siamo chiamati a essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova" ("Gaudete et Exsultate", cap.14). Per essere santi, partendo dalle piccole fatiche di ogni giorno, non si può che iniziare attraverso il suo abbraccio della Riconciliazione, così come abbiamo potuto sperimentare con la celebrazione penitenziale, concludendo la giornata "a tu per Tu" con Lui, l'Adorazione Eucaristica. Infine, con la celebrazione eucaristica della prima Domenica di Quaresima, abbiamo indagato ancor più a fondo la bellezza del riconoscere il luminoso volto di Gesù. Lui ci chiama per nome, così come ha fatto con Maria di Magdala che, incredula, non Lo aveva riconosciuto, risorto, davanti al sepolcro vuoto. La luce della Risurrezione, infatti, salva chi -confidando nel Signore- affronta le tenebre per uscirne, con tutto l'Amore di cui è capace. Grazie a don Francesco Carta, ai salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla mamma e al papà di don Mirko SDB, alla comunità delle suore agostiniane che ci ha ospitato con generosità e tutti coloro che, con la presenza o attraverso la preghiera, ci hanno accompagnato e sostenuto.
- Suor Antonella: una missione per i giovani
Nel weekend del 9-10 febbraio i ragazzi del GR leader, provenienti da gran parte della Sardegna, hanno riflettuto sul tema della vocazione e della scelta di vita. L'esperienza è stata resa ancora più arricchente e concreta grazie alla Professione Perpetua di Suor Antonella, che negli anni precedenti era stata responsabile del GR e quindi amata e conosciuta dagli stessi ragazzi. Questi hanno avuto l’opportunità la sera del 9 di porle alcune domande per soddisfare la loro curiosità: “Hai paura di pentirti?”, “Perché devi confermare il tuo sí?”. A queste e tante altre domande ha risposto con sorrisi e parole dolci, ricche di commozione. Il giorno seguente i ragazzi delle medie, raggiunti dai giovani più grandi del MGS Sardegna, hanno partecipato alla Professione Perpetua presso la parrocchia della Santa Famiglia, celebrata per l’evento da Monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero-Bosa. Ció che ha contraddistinto questi momenti molto forti è stata l’enorme gioia, travolgente, delle sorelle che durante la celebrazione hanno abbracciato, salutato e accolto Suor Antonella. La stessa gioia che sicuramente ha provato anche suor Antonella. Queste giornate ci hanno mostrato quanto una persona possa essere felice quando comprende e segue la sua vocazione, donandosi con tutto se stesso agli altri e al Signore.