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  • TERZO INCONTRO MISSIOLAB. Osservando il mondo: Come possiamo rispondere alla realtà?

    Dall’Egitto in Bielorussia, dal Benin al Messico, durante il terzo incontro di MissioLab i nostri testimoni provenienti da diverse parti del mondo hanno raccontato come nella realtà in cui si trovano, vivono il contesto. Il nostro cammino è iniziato in Medio Oriente con Don Alejandro SdB, Ispettore del MOR, che ha illustrato una panoramica delle criticità dei paesi del Medio Oriente: povertà e guerra in Siria, sfida educativa in Egitto, divisione e conflitto di confine tra Israele e Palestina. Le FMA e SdB dell’Ispettoria si chiedono ogni giorno cosa possono fare per stare vicini a chi ne ha bisogno, cosa possono attivarsi per mitigare questo dolore. Tutto ciò che fanno attraverso le loro strutture è stare vicini al dolore della gente e provare a dargli senso nell’amore nella speranza della propria fede. Don Alejandro continua dicendo “Il guardarsi intorno riceve sempre un feedback, noi come buoni cristiani siamo chiamati a dare testimonianza con la nostra vita, inoltre con un po’ d’intelligenza e apertura di cuore possiamo imparare tanto da chi è diverso da noi. Guardarsi intorno ci serve a essere più sensibili alla realtà degli altri ma è anche una bellissima opportunità di crescita personale”. Dall’Egitto voliamo in Bielorussia, dove da una situazione complessa crisi politica, di oppressione e silenzio ci arrivano parole di speranza: “Cosa facciamo lì? Niente. Non possiamo fare niente.” Ma quelle piccole azioni che riescono a fare, sono preziose agli occhi della gente. “Fare quel poco che facciamo è meglio di non fare niente”. Pregare, dare speranza alla gente che incontrano, essere quelle luci di speranza così come riescono ad essere. Di questa testimonianza ci portiamo con noi l’augurio che “sempre si potrà fare qualcosa anche quando sembrerà niente, quel poco che potrete fare sarà una cosa grande che potrebbe salvare la vita a qualcuno; che Dio possa chiederci cose che non possiamo fare o almeno pensiamo di non poter fare e trovare il coraggio; che siamo noi a scegliere dove vogliamo guardare quindi guardate al mondo attorno con l’occhio aperto e lo sguardo positivo per cercare miracoli, che ci sono tra di noi, e la fraternità, che salverà il mondo.” Passiamo in Benin dove Suor Silvia Melandri, missionaria a Cotonou, vive dal 2006. Ci racconta che il Benin, situato tra il Togo e il Burkina è un paese molto giovanile, con una chiesa giovane e una religione tradizionale chiamata Vodoun, che però porta il peso di una enorme povertà che provoca sfruttamento minorile e tratta dei bambini. Le FMA, insieme ad educatori locali, offrono un riparo e un’assistenza ai bambini e bambine che vivono per strada e lavorano al mercato, a quelle giovani donne, vittima di violenza, diventate madri e abbandonate. In un foyer accolgono max 80 bambine con un passato di sfruttamento o di tratta o vittime di violenze sessuali; Gestiscono Maison de la Sperance, e Maison du Soleil, case di accoglienza per bambine e ragazze madri che vivono al mercato. Ultima tappa – dal confine tra Messico e USA arriva la testimonianza delle FMA che lavorano affianco e con i migranti che vengono soprattutto da Haiti, Honduras, El Salvador. Dopo 20 anni di studi e riflessioni, nel 2017 viene inaugurata la comunità interispettoriale “Sacra Famiglia” per l’attenzione delle persone migranti al confine tra Messico e Stati Uniti, a Santa Caterina Nuevo Leon. Le suore svolgono il loro lavoro seguendo l’invito di Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare con gioia, semplicità e amicizia diventando segno ed espressione dell’amore preveniente di Dio. A concludere l’incontro la condivisione in due gruppi dove abbiamo riflettuto sulle realtà critiche nel nostro quotidiano, nel nostro quartiere, oratorio ecc... davanti a queste criticità ci viene da dire, cosa posso fare io? Sono solo una ragazza/o non posso fare niente. Dio ci chiama lì dove siamo e nelle sue mani possiamo fare ciò che ci chiama a fare per ciò che siamo. Ciò che c’è intorno ci chiama e ci interpella e non possiamo rimanere indifferenti. Siamo chiamati a metterci in gioco in una realtà che ferisce per andare oltre anche dalla nostra zona di comfort. Partiamo dal poco che ci sembra possibile e poi facciamo cose impossibili, l’importante è mettersi in moto. Cosa posso fare io nel mio quotidiano?

  • SECONDO INCONTRO MISSIOLAB. Ed essi narravano ciò che gli era accaduto

    Durante il mese di dicembre è continuato il percorso di MissioLab nelle regioni del territorio IC. Questo incontro è stato caratterizzato dal brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-53) e dell’ascolto di una o più testimonianze di giovani che hanno vissuto esperienze missionarie in Egitto. Il brano scelto dal Vangelo di Luca parla di due discepoli tristi e delusi dalla morte di Gesù e increduli delle parole delle donne che L’hanno visto risorto, che si allontanano da Gerusalemme. I due uomini sono in cammino ma verso la direzione sbagliata. Quando Gesù si avvicina a loro non si rendono subito conto della sua identità, ma quando lo riconoscono mentre spezza il pane, cambiano direzione e tornano a Gerusalemme per annunciare che il Cristo è risorto (“Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane”). Come i discepoli di Emmaus hanno annunciato la risurrezione di Cristo, anche i missionari invitati nelle varie zone, hanno testimoniato la presenza di Dio nelle loro esperienze con sincerità e semplicità. Le varie testimonianze hanno aiutato i ragazzi a capire meglio alcune dinamiche e lo spirito giusto per affrontare alcune esperienze nel modo migliore. Una tematica affrontata dai vari testimoni è stata quella della Parola di Dio, che ha avuto una forte influenza sull’esperienza vissuta. L’ascolto della Parola e l’invocazione allo Spirito sono due elementi fondamentali per seguire la strada che Dio ha pensato per ognuno di noi e per fare il Bene, anche per un missionario, che si trova spesso in situazioni difficili e faticose. L’incontro si è poi concluso con alcune condivisioni sulle parole ascoltate poco prima e su alcune domande. L’incontro si è concluso con la condivisione da parte dei partecipanti di alcuni aspetti emersi durante l’incontro: dubbi, curiosità, paure e decisioni sull’esperienze missionarie. Il prossimo appuntamento è l’8 Gennaio e sarà un incontro online e territoriale. I vari ragazzi delle diverse zone potranno, quindi, confrontarsi con altri giovani di tutta l’Italia Centrale e con alcuni testimoni che parleranno di alcune situazioni nel Mondo e in Italia. Lieti di aver potuto fare questi primi due incontri in presenza e della partecipazione dei ragazzi interessati, ringraziamo il Buon Dio e auguriamo un buon Santo Natale a tutti dall’Equipe di Animazione Missionaria IC.

  • Lettera ai giovani del Rettor Maggiore

    Miei carissimi giovani, giunga a ciascuno di voi il mio saluto con vero affetto e con tutto il cuore da Valdocco, dove stiamo celebrando la festa del nostro amato Don Bosco, “Padre e maestro della gioventù” – come ha dichiarato San Giovanni Paolo II. Vi scrivo questa lettera, mentre da pochi istanti sono tornato dalla preghiera che ho fatto per voi nella Basilica davanti al Signore, davanti alla nostra Madre Ausiliatrice, davanti a Don Bosco, a Madre Mazzarello e a San Domenico Savio, il santo adolescente dei primi anni dell’oratorio qui a Valdocco. In questo anno in cui commemoriamo nella Chiesa il IV centenario della morte di un grande santo, quel “gigante della santità” che fu San Francesco di Sales, la Famiglia Salesiana di Don Bosco, e voi, i giovani che ne fate parte, tutti noi con voi siamo chiamati a vivere la nostra fede cristiana e tutto il dinamismo giovanile che portate nel cuore, con questa carità e dolcezza “salesiana” che San Francesco di Sales ci ha lasciato in eredità e che Don Bosco fece sua. Nel 1854, egli stesso scrisse a riguardo dell’Oratorio di Valdocco: «Questo Oratorio è posto sotto la protezione di San Francesco di Sales per indicare che il fondamento su cui poggia questa Congregazione deve essere la carità e la dolcezza, che sono le virtù caratteristiche di questo santo». Don Bosco per realizzare la sua opera si ispirò a San Francesco di Sales, il Santo che comprese – come pochi altri – che Dio e il suo amore misericordioso erano al centro della sua vita e della sua storia. Francesco di Sales è il Santo della tenerezza, del cuore modellato sul cuore di Dio Padre che, con la sua dolcezza, attira tutti a sé. E facendomi eco di questa sensibilità e spiritualità, che abbiamo ricevuto da San Francesco di Sales attraverso Don Bosco, e con la forza della Parola con cui sia il Papa Emerito Benedetto XVI sia Papa Francesco si sono rivolti a voi, desidero invitare voi, cari giovani di tutte le presenze salesiane nel mondo, a vivere con grandi ideali, con grandi mete che vi conducano sulla via della felicità e verso Dio. Mi è parso molto bello quando in uno dei suoi messaggi rivolti a voi giovani, Papa Benedetto XVI vi ha detto: «Cari giovani, non accontentatevi di meno della Verità e dell’Amore, non accontentatevi di meno di Cristo». Che bello e che proposta che vale la pena accettare con coraggio, perché è molto probabile che l’ambiente sociale e culturale in molti luoghi nei quali vivete non vi aiuterà in questo. Ma il privilegio di non accontentarsi di niente di meno che Cristo nelle vostre vite è che potete fidarvi di Dio, abbandonarvi a Lui, il Dio vivente e che invita tutti a vivere come è vissuto Gesù. Sono convinto che essere un giovane cristiano oggi sia davvero una sfida coraggiosa. E nell’affermare questo, non dimentico molti di voi, cari giovani delle presenze salesiane del mondo, che professano un’altra religione. Vi auguro con vero affetto di vivere la vostra fede in profondità, di essere veri credenti nella fede che professate, di viverla autenticamente. L’unico Dio che esiste e al quale tutti ci rivolgiamo, sarà sempre al vostro fianco e saprà incontrare ognuno di voi. Le case di Don Bosco e di tutta la Famiglia Salesiana nel mondo hanno, e continueranno sempre ad avere, porte aperte per ogni giovane che le avvicina. Allo stesso tempo, insieme ai miei confratelli Salesiani, alle mie consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, e a tanti altri che compongono questa nostra preziosa Famiglia, faccio risuonare le proposte che vi hanno rivolto Papa Francesco e Papa Benedetto, perché capisco che, proprio come ha fatto Don Bosco con i suoi ragazzi, insieme desideriamo chiedervi di essere coraggiosi, di non avere mai paura, di lasciarvi sorprendere da Gesù, il Signore, di aprire le porte del vostro cuore a Lui, lasciando che Lui vi parli. Gesù vi sorprenderà sempre e vi condurrà sul sentiero dell’autentica felicità: quella che cercate, che desiderate e di cui avete bisogno. Miei cari giovani, oso dirvi in questa festa di Don Bosco che oggi, come sempre o più che mai, il Signore ha bisogno di voi e vi chiama ad essere discepoli missionari nel Regno. Don Bosco ha bisogno di voi, come aveva bisogno dei suoi ragazzi di Valdocco, per fare del bene a tanti altri. E tanti vostri compagni e amici hanno bisogno di voi e del vostro sostegno. Di voi giovani che, con responsabilità e generosità, prendete in mano la vostra vita. Il nostro mondo ha bisogno di giovani che sentano di avere una missione sognata da Dio e che si innamorino di essa. Giovani che sentono che Dio ha un sogno e un bellissimo progetto per ognuno di loro. Giovani con speranza e forza. Giovani, come dice Papa Francesco, che non si lasciano rubare la speranza: «Un giovane non può essere scoraggiato, la sua caratteristica è sognare grandi cose, cercare orizzonti ampi, osare di più, aver voglia di conquistare il mondo, saper accettare proposte impegnative e voler dare il meglio di sé per costruire qualcosa di migliore. Per questo insisto coi giovani che non si lascino rubare la speranza» (Christus Vivit, 15). Carissimi giovani, concludo questo messaggio augurandovi una buona festa di Don Bosco e invitandovi a vivere tutto l’anno in grande armonia con Don Bosco e San Francesco di Sales. Loro continueranno a condurvi a incontrare l’unico che conta: Gesù Cristo il Signore. Ricordo che nell’incontro della Consulta Mondiale del Movimento Giovanile Salesiano (SDB-LEADS) tenutosi nel dicembre scorso, dopo aver approvato le linee guida della Consulta Mondiale del Movimento Giovanile Salesiano (SDB-LEADS), i giovani rappresentanti di tutto il mondo sono stati unanimi nel proporre di celebrare il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales. I membri della Consulta della Regione Africa-Madagascar coordineranno questo evento, al quale parteciperanno tutti i gruppi del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) delle ispettorie salesiane del mondo, in segno di omaggio, gratitudine, amore e devozione a questo grande Santo, ispiratore del nostro amato Don Bosco. Vi incoraggio a continuare a curare i momenti di preghiera, le iniziative a favore dei più svantaggiati e a far conoscere e condividere tutto quello che state facendo. Miei cari giovani, buona festa di Don Bosco e buon anno “salesiano” sotto l’ispirazione di San Francesco di Sales. La mia benedizione per tutti. Con vero affetto e l’assicurazione del ricordo nella mia preghiera, vi saluto. Ángel Fernández Artime, SDB Rettor Maggiore

  • VERSO UN NATALE SANTO - Esercizi Spirituali d'Avvento, Sardegna

    Dal 26 al 28 novembre 2021 si sono svolti gli esercizi spirituali MGS della zona Sardegna guidati da un grande don Francesco De Ruvo, ad Arborea. Purtroppo sono stati dei giorni abbastanza piovosi e freddi, che non hanno però impedito la creazione di un bel clima di fraternità e condivisione, il quale ha reso ancora più speciali questi esercizi di avvento. Dopo due anni online, è stato molto bello incontrarsi dal vivo, anche se non è mancata la partecipazione in via telematica di chi non si è potuto spostare. La pandemia e lo stare a casa ci hanno tenuti lontani per tanto tempo ed era decisamente arrivata l’ora di stare assieme, con le adeguate precauzioni e seguendo le misure anti-Covid, per poter condividere non solo con le parole ma con tanti altri piccoli gesti altrettanto importanti. I giovani della Sardegna che hanno partecipato, oltre ad appartenere a case diverse, appartengono a diverse generazioni ed è stato molto bello riscoprire la bellezza della diversità e del confronto per crescere insieme. Spesso, anche nel compito di educatori, non ci si rende conto delle risorse che si possono mettere a disposizione degli altri e che si possono ricevere, anche se si sta a pochi chilometri di distanza, e questi esercizi sono stati un’occasione importante di incontro e di scambio. Un altro elemento degno di nota è sicuramente il periodo dell’anno. Novembre e dicembre sono due mesi particolarmente impegnativi e carichi di impegni. Non sempre, quindi, è facile ricordarsi di essere amati dal Signore, che ci ama infinitamente anche nei momenti più difficili. Questi esercizi spirituali ci hanno ricordato, inoltre, l’importanza dei canti. Spesso, infatti, ci capita di cantare dei brani e di non accorgerci del significato di determinate parole ed espressioni. Il canto che ha fatto da guida agli esercizi è il canto “Re dei re”, dal quale sono emersi numerosi per la meditazione e la preghiera. Un ringraziamento speciale va fatto a don Francesco De Ruvo, che ha guidato gli esercizi con grande spirito e attenzione, al neosegretario Lorenzo Moi, che ha organizzato le giornate e preparato una grande serata, semplice ma divertente, e come sempre al Buon Dio, che ci ama e ci chiama alla santità ogni giorno e ci ha permesso di vederci dal vivo. È importante, infatti, ricordare che gli esercizi spirituali non sono fini a loro stessi ma sono delle giornate di preparazione e, appunto, di esercizio, per rispondere alla chiamata di Dio nel quotidiano. Concludendo, sicuramente non sono state delle giornate tanto soleggiate, ma sicuramente ricche di Amore, preghiera e condivisione che ci hanno preparato al bel periodo di avvento che stiamo per vivere. Buone settimane di avvento a tutti!!

  • IN CAMMINO RENDENDOCI UMILI, FORTI E ROBUSTI - Esercizi Spirituali d'Avvento, Liguria-Toscana

    “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli” Con questa frase Maria, nel noto sogno dei 9 anni , mostra a Giovannino Bosco, quale sarà la chiave del suo carisma, quella chiave con la quale aprirà migliaia di cuori di giovani che ancora oggi realizzano il suo sogno su questa terra. Partendo da queste tematiche, umiltà, fortezza e robustezza abbiamo iniziato i nostri esercizi spirituali a La Spezia nel weekend del 26/11. Personalmente questa è stata la mia prima partecipazione agli esercizi del movimento giovanile salesiano ed è stata un’esperienza bellissima che ha donato alla mia vita entusiasmo ed energia. A guidarci in questo cammino di esercizi è stato il predicatore don Piero Ingegnere, giovane salesiano, che ci ha aiutato a condividere dei momenti insieme riflettendo sui temi precedentemente citati. Ad arricchire l’esperienza è stata la convivenza tra noi giovani, fatta da momenti trascorsi insieme, di preghiera di condivisione sulla parola del Signore e di semplice convivialità. Concepire l’umiltà come veicolo razionale, è un dono da chiedere per avere la consapevolezza che l'umiltà ci aiuta ad andare avanti cosicché il Signore possa entrare a far luce negli angoli più bui di noi stessi. La caratteristica che mi ha richiamato di più è stata quella della robustezza perchè in ogni modo è quella capacità che ci rende fedeli a Dio, che ci fa amare. Inoltre ci consente di riuscire ad organizzare la propria vita in modo positivo, a non lasciarci mai tirare indietro nelle situazioni più difficili ma a trovare sempre la forza per andare avanti. Il più grande dono che Dio ci ha fatto e che l’Avvento ci ricorda ogni anno è di amare se stessi e gli altri, poiché l’amore gioisce con la verità, crede e sopporta ogni cosa, viene definita volontà di amare con il cuore e con l’anima.

  • L’INIZIO DI UN PERCORSO: DOVE SIAMO? COSA FACCIAMO?

    Pronti, partenza… via! Durante il mese di novembre sono iniziati i percorsi di MissioLab nelle varie regioni dell’Italia centrale. Cos'è MissioLab? Un'occasione per approfondire insieme i grandi temi della mondialità, con l'obiettivo di Introdurre e accompagnare i giovani su tematiche internazionali e attuali, per riflettere sulla missionarietà cristiana nel mondo di oggi. Alla fine del percorso, nei mesi estivi saranno fatte delle proposte di servizio concreto, in Italia o all’Estero, per chi desidera vivere in prima persona la mondialità. Vari i temi che saranno affrontati durante l’anno: il dialogo interreligioso, culturale, il senso della missione e del carisma salesiano, la cura del creato… il tutto accompagnato dal documento di riferimento che lega tutti gli argomenti, l’Evangelii Gaudium di Papa Francesco. I ragazzi si sono mostrati in tutta la loro serietà, impegno ed entusiasmo, con una grande voglia di condivisione finalmente in presenza! Questo primo incontro è iniziato per tutti con alcune dinamiche di conoscenza, i ragazzi poi sono stati invitati, attraverso un itinerario fatto di testi e video, a riconoscere come la loro esperienza di MissioLab si inserisce nella grande storia missionaria salesiana, che ha origine nel cuore di don Bosco e di Madre Mazzarello e nell’essenza del carisma salesiano. Successivamente è stato presentato il documento di papa Francesco, approfondendo il tema della missione della Chiesa e di cosa significa parlare di missione per i cristiani, analizzando anche tutte le sfide che bisogna affrontare nel mondo di oggi e le possibili strade da seguire. I partecipanti sono molto motivati e spinti da un grande senso di servizio e missione. Nei vari incontri si è creato un clima sereno di dialogo e partecipazione. Nella speranza di poter vivere un’esperienza di missione concreta e sincera, l’appuntamento è a dicembre con il secondo incontro, dove, grazie a delle testimonianze di chi è già partito, si entrerà nel cuore di quello che i futuri partenti potranno vivere. Concludiamo con le parole del Papa che sono state centrali per questo primo incontro: “Se la Chiesa intera assume questo dinamismo missionario deve arrivare a tutti, senza eccezioni…Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”. Lazio-Umbria Toscana-Emilia

  • Politica: La più alta forma della Carità - Formazione Animatori MGS Toscana 2021-2022

    L’arte di bruciare: questo il titolo scelto dal Comitato per il modulo di formazione animatori MGS 2021-22 della zona Toscana, che completa e chiude, insieme al prossimo appuntamento del 14 Maggio, il trittico tematico così formato da La mia natura è fuoco (2019-20), incentrato sull’affettività, e La mia missione è ardere (2020-21), proiettato verso il concetto di cittadinanza attiva e responsabile. Per me, che ho 19 anni, questa del 14 novembre 2021, è stata la prima esperienza e sono felice che si sia potuta svolgere di nuovo in presenza, muovendoci, nonostante la pioggia, tra i vivaci ambienti dell’oratorio e l’affascinante centro storico di Prato. Da un lato, le testimonianze che hanno scandito la nostra giornata mi hanno lasciato l’urgenza e il dovere, in quanto cristiana, di mettermi in gioco per provare a migliorare le realtà attorno a me, spesso davvero miserabili. Dall’altro ho una nuova speranza, incarnata proprio dalle figure che abbiamo conosciuto. Grazie ad ognuno di loro infatti, Corrado Caiano (responsabile dell’oratorio Sant’Anna insieme alla moglie Sara Baldi), il Vescovo di Prato Mons. Giovanni Nerbini, Giannetto Fanelli (consigliere comunale di Prato), Ilaria Santi (assessore all’istruzione pubblica, pari dignità e memoria), Don Marco Natali (collaboratore dell’associazione Libera) ed infine i riferimenti a Papa Francesco, Giorgio La Pira e Piero Calamandrei, ho compreso che un’azione politica con gli altri e per gli altri, basata sulla correttezza e l’onestà, sia tutt’oggi non solo richiesta, ma anche possibile. Riprendendo il concetto espresso da Papa Francesco della “Chiesa in uscita”, è emerso come noi giovani cristiani siamo chiamati a confidare in Dio, a lasciarci snidare ma non scoraggiare, vincendo la tentazione di un troppo facile accomodamento. Come prima forma di politica, Gesù ci invita alla carità, a iniziare a preparare attivamente il regno dei cieli qui sulla Terra, evitando l’indifferenza. D'altronde Don Bosco per primo rappresentava questa possibilità insegnando ai suoi ragazzi ad essere nel quotidiano “buoni cristiani e onesti cittadini”, binomio riassuntivo dell’impegno sociale (ma anche politico) all’origine di tutte le nostre comunità salesiane. Concludo riportando una splendida frase di Don Marco, che a mio parere salda perfettamente il legame tra la responsabilità politica, ovvero l’approdo del nostro percorso, e il tema iniziale dell’affettività: “Innamoratevi delle persone che avete accanto e il bisogno della politica lo sentirete da voi”.

  • "Maneggiati con cura, sii la custodia di te stesso" - Formazione Giovani Liguria

    Domenica 7 novembre si è tenuta, nell’oratorio di Genova Quarto, la Formazione Giovani organizzata dall’MGS Liguria, una giornata basata sulla crescita personale. Il tema della giornata era “Maneggiati con cura” e riguardava tutto ciò che comprende la cura verso sé stessi; gli interventi sono stati tenuti da Don Karim, direttore salesiano delle case di Vallecrosia e Alassio, e dalla dottoressa Valentina Bigatto, psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo analitico transizionale. Divisi in due gruppi i partecipanti hanno potuto assistere ad approfondimenti riguardanti il tema della cura per sé stessi sotto due aspetti: quello salesiano affrontato da Don Karim e quello psicologico e della quotidianità della dott.ssa Bigato. Terminati gli incontri i ragazzi si sono riuniti a pranzo per poi continuare nel pomeriggio con un’attività incentrata sul trovare una frase o citazione ed un’immagine che per loro rappresentassero di più la cura verso la loro persona; si sono divisi poi in piccoli gruppetti da cinque persone con l’obiettivo di creare un dialogo e di argomentare la loro scelta. La giornata è volta al temine con la partecipazione alla Messa presieduta da Don Karim. Sicuramente è stata una giornata ricca di emozioni, una buona opportunità per riflettere e anche per incontrare nuove persone con cui condividere i propri pensieri. In un mondo irrefrenabile dove ogni giorno si hanno sempre impegni è stato bello potersi fermare una giornata e poter ragionare e scambiare il proprio pensiero riguardo a un tema importante come la cura di sé stessi.

  • Mattone dopo mattone: essere e farsi casa - Formazione Giovani Marche-Abruzzo

    Venerdì 29 ottobre, i giovani della zona MGS Marche-Abruzzo e della diocesi di Macerata si sono incontrati a Loreto per vivere insieme un momento di formazione, condivisione e preghiera. Nel primo incontro del progetto "Formazione giovani”, siamo stati accompagnati dal tema: "quale casa per me?" con l'obiettivo di capire quale idea di casa abbiamo, quale sognamo. Dopo un momento di conoscenza, infatti, costruendo un modellino di una casa ideale, abbiamo riflettuto su quali valori fossero fondamentali per sostenerne le mura e quali invece fossero più superficiali, pensando anche a chi la dovrebbe abitare (singoli, coppie o famiglie) e con quale stile. Alla fine della serata, raggiunta la Basilica, abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare la testimonianza di alcuni giovani di Tolentino che vivono il monastero come una vera e propria casa e che hanno cercato di creare una nuova famiglia per scoprirsi figli e fratelli di una comunità più grande. Sono seguiti poi la buonanotte del vescovo di Loreto Fabio Dal Cin e un momento conclusivo di preghiera in cui ognuno di noi ha avuto l'opportunità di consegnare a Maria e poi portare a casa riflessioni, domande e certezze. Infatti, l’ultimo passo è stato entrare nella Santa Casa dove tutto è cominciato e dove Maria ha pronunciato il suo sì rendendosi casa per il Signore.

  • Abitare la città - Formazione Giovani Lazio-Umbria

    In ogni sfida, o abiti o scappi. Questa è una delle tante provocazioni, lasciate dal docente universitario Simone Budini, durante il primo incontro della formazione per giovani (lavoratori e universitari) al Sacro Cuore. Il luogo non è stato frutto di una scelta casuale, ma rappresenta il nucleo della salesianità a Roma: don Bosco, infatti, nel 1887 celebrò proprio qui la Messa in cui visse, con pienezza, il suo celebre “sogno dei 9 anni” e con esso, quello della sua lunga missione terrena. Un ambiente così carico di significato ha permesso senz’altro di parlare di cittadinanza attiva in termini molto concreti, a partire dalle definizioni di "abitare", per domandarsi, in conclusione: dove voglio abitare? Il termine “abitare” rimanda molto spesso a un’idea statica di risiedere, stare da qualche parte e non muoversi più da lì: come se tutto ciò che ci circondasse fosse sbagliato e noi fossimo l’unico elemento giusto che ha trovato il proprio posto, tanto che, quando non ci troviamo a nostro agio, la prima decisione che prendiamo è quella di andarcene e trovare un posto migliore. Ma se fosse proprio quello il nostro posto? Se ci fosse un MOTIVO per cui ci troviamo proprio in quel luogo e in quel preciso momento? Questi interrogativi necessitano un ribaltamento della prospettiva: e se la risposta non fosse di cambiare città, ma di cambiare la città? Abitare è una chiamata che implica responsabilità, un mettersi in gioco a vivere, conoscere e amare la propria città, in quanto noi per primi siamo stati amati dalla nostra città, dalla nostra comunità che ci ha fornito tutto già prima che nascessimo! Arrivato a questo punto, credi che sia finita qui? Che sia sufficiente leggere poche righe per portare un cambiamento? Eh no, questo è solo il primo passo! Quando senti che quello che stai facendo non ti smuove, non ti trasforma, significa che devi smettere di farlo e solo quando ti sentirai cresciuto e a posto con la coscienza, quello è il momento di cambiare, la tua città ti sta chiamando a fare la muta, come i serpenti. Se hai notato che nella tua città ci sono cose che non funzionano o che a te non stanno bene, non aspettare che arrivi magicamente qualcun altro a risolvere la situazione, sii tu a portare il cambiamento! E c’è ancora altro, se tutto questo ti fa paura, significa che ti sta toccando, che c’è qualcosa dentro di te che si sta smuovendo, e questo fa paura. Per molti giovani immigrati che frequentano il Sacro Cuore, “abitare” acquista tutto un altro significato: per qualcuno significa trovare un posto nel mondo, per altri avere un posto dove stare, per altri ancora avere semplicemente dei documenti. Se quello che hai letto ti ha interessato e sei curioso di trovare gli strumenti per essere cittadino attivo, non devi fare altro che presentarti venerdì 12 novembre alle 18:00 al Sacro Cuore, per il secondo incontro di: Io Abito la città. “La libertà non è stare sopra un albero, non è un’invenzione… la libertà è partecipazione” .

  • Cop26 - Il futuro, oggi

    Domenica scorsa, il 31 Ottobre 2021, è iniziata a Glasgow, in Scozia, la COP26, ventiseiesima sessione della Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Per la prima volta Gran Bretagna e Italia in partnership guidano questo appuntamento mondiale dei leader politici, che terminerà il 12 Novembre 2021. L'evento è stato preceduto da due incontri rivelanti: il "Vertice sul clima" dei leader religiosi in Vaticano del 4 Ottobre e il "Youth4Climate: Driving Ambition (Pre-COP Youth Event)" a Milano del 18 Ottobre. A Glasgow si discute sui temi più urgenti, sulle "bugie green", sulle strategie per apparire interessati e partecipi al tentativo di fare qualcosa, senza però fare niente, continuando a fare danni, e sulle decisioni serie da prendere una volta per tutta mettendoci la faccia. Tutto questo è Cop26. Sono coinvolti i giovani, ed è coinvolta la Chiesa, soprattutto quella dei giovani. Tra i giovani anche Greta Thunberg: "hanno evitato d'intraprendere un'azione reale" e questo dimostra come "il cambiamento climatico non sia una vera priorità attuale per loro", "contenere i danni è possibile, lo dobbiamo volere veramente! Dipende da noi". Lo ha denunciato alla Bbc l'attivista svedese, arrivata la sera prima a Glasgow per animare le proteste in occasione della conferenza. Greta ha anche giustificato "la rabbia" della gente, fintanto che la protesta non diventa violenza. Anche il Movimento Laudato Sii, di cui fa parte la Don Bosco Green Alliance per la Famiglia salesiana, è presente all'evento con i suoi rappresentanti e incontra gli scienziati e i leader religiosi presenti per cercare di portare il punto di vista della Chiesa Cattolica e del mondo salesiano. Il Santo Padre non riuscendo a partecipare all'incontro per motivi non ancora noti, ha inviato diversi messaggi di incoraggiamento per i lavori, dopo il Vertice in Vaticano, ha messo al centro la questione del Cop26 con tutti i leader politici incontrati nella settimana precedente, ed infine, mediante il Segretario di Stato Mons. Pietro Parolìn, ha inviato una lettera alla Conferenza, letta oggi, 3 Novembre, e accolta con grande plauso. "Si tratta di un cambiamento d’epoca, di una sfida di civiltà per la quale vi è bisogno dell’impegno di tutti ed in particolare dei Paesi con maggiori capacità" dice Papa Francesco. Il suo è un invito ad assumere un ruolo guida nell'ottica del servizio, a quei paesi potenti che hanno le capacità per farlo. "Guida nel campo della finanza climatica, della decarbonizzazione del sistema economico e della vita delle persone, della promozione di un’economia circolare, del sostegno ai Paesi più vulnerabili per le attività di adattamento agli impatti del cambiamento climatico e di risposta alle perdite e ai danni derivanti da tale fenomeno" continua nella lettera, cercando di indicare vie sicure per il risanamento di quello che definisce il “debito ecologico” , che abbiamo, e che ostacola spesso lo sviluppo dei popoli. Da parte sua la Santa Sede, come indicato all’"High Level Virtual Climate Ambition Summit" del 12 dicembre 2020, ha adottato una strategia di riduzione a zero delle emissioni nette (net-zero emission) che si muove su due piani: 1) l’impegno dello Stato della Città del Vaticano a conseguire questo obiettivo entro il 2050; 2) l’impegno della Santa Sede stessa a promuovere un’educazione all’ecologia integrale, ben consapevole che le misure politiche, tecniche ed operative devono unirsi a un processo educativo che, anche e soprattutto tra i giovani, promuova nuovi stili di vita e favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente naturale. Da questi impegni sono nate migliaia di iniziative in tutto il mondo. Anche il Movimento Giovanile Salesiano si interroga su come possa contribuire carismaticamente a questa missione, soprattutto quando il Papa indica l'educazione come la principale convergenza di energie. Restiamo sintonizzati con quello che succede in Scozia in queste settimane, con la speranza di poterne trarre grande ricchezza spirituale, per noi e per le nuove generazione, che dovranno proseguire l'opera. Intanto ci uniamo al desiderio di Francesco della preghiera comune, per la nostra comune Casa, e per i fratelli sofferenti.

  • Amati e Chiamati - Assemblea MGS Italia 2021

    Il 22, 23, 24 ottobre l'opera salesiana di Mestre ha ospitato l'assemblea MGS Italia. Una sessantina fra giovani, FMA e SdB, provenienti da tutta Italia si sono incontrati per un confronto sinodale sul tema della proposta pastorale di quest'anno "Amati e Chiamati", concentrandosi in particolar modo sul capitolo 7 del Quaderno di Lavoro "Affetti e legami". Il lavoro è stato suddiviso nelle tre fasi sinodali: Riconoscere, Interpretare e Scegliere. La prima fase, il Riconoscere, ha analizzato ciò che accade all'interno delle nostre realtà e nella società in cui viviamo, facendo attenzione in particolar modo ai cambiamenti emotivi e affettivi che sono avvenuti negli ultimi due anni. La fase dell'Interpretare ha, invece, messo in gioco il nostro carisma salesiano, domandandoci come noi, in quanto salesiani, viviamo tale cambiamento. La terza fase, lo Scegliere, ci ha resi protagonisti della formulazione di proposte, volte ad affrontare gli interrogativi dei giovani sui temi dell'affettività e sessualità in relazione allo spirito salesiano e cristiano. L'assemblea MGS Italia è stato un momento di confronto profondo fra tutti i partecipanti; un momento di condivisione di interrogativi e visioni differenti che si sono sempre intrecciate e mai scontrate imponendosi le une sulle altre. Ma soprattutto l'assemblea MGS Italia è stato un momento di analisi interiore che ciascuno ha vissuto in maniera diversa con se stesso, ma in comunione con gli altri. All'interno dell'assemblea si è sentita chiaramente la differente provenienza geografica dei partecipanti: accenti e termini differenti hanno più volte rallentato e reso interessanti le nostre conversazioni! Ma la presenza del carisma salesiano ha reso l'incontro un momento di condivisione familiare, come don Bosco stesso avrebbe voluto e progettato, facendo sì che ciascuno di noi si sentisse amato e chiamato all'interno della propria vita. Oltre alla Segreteria nazionale, ci hanno aiutato nel cammino due salesiani, con "le mani in pasta": don Andrea Bozzolo, teologo e Rettore della Università Pontificia Salesiana di Roma, e don Rossano Sala, docente di Pastorale Giovanile, segretario speciale del Sinodo sui giovani e Direttore di NPG.

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