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  • Presentazione del nuovo cammino MissioLab

    Zoom, 7 maggio 2021 – L’animazione missionaria si rinnova. Sapevamo da tempo che qualcosa stava bollendo in pentola e avevamo già colto alcuni segni di queste novità: l’organizzazione nuova di vivere quelle che conoscevamo come “Scuole di Mondialità”, il nome nuovo dell’esperienza e il logo che la accompagna, il ritorno alla proposta di una missione estiva in Italia… ma ieri sera abbiamo potuto ascoltare e vedere quello che sta nascendo, non solo per quei giovani che hanno già un cammino sensibile ai temi della missionarietà, ma anche per tutti quei bambini, ragazzi e giovani che incontriamo nei diversi ambienti educativi e che hanno bisogno di crescere con lo sguardo ampio e un cuore grande. È nata ufficialmente la proposta del MissioLab, frutto del lavoro di un Gruppo di Studio interispettoriale, favorito (dobbiamo dirlo) dallo stop obbligato imposto dalla pandemia, sapientemente trasformato in ricco spazio di riflessione. MissoLab costituisce una revisione importante della prassi di animazione missionaria delle tre Ispettorie ICCI-ILS-IRO e si inserisce a pieno titolo nelle proposte di animazione del Movimento Giovanile Salesiano, supportando quanto le diverse opere educative del nostro variegato territorio già offrono. Il piccolo documento che presenta questo percorso conta poche pagine e due sole tabelle. Mantiene il linguaggio degli Itinerari di educazione alla fede e, di fatto, va ad arricchire gli strumenti individuati nella Carta MGS IC per quanto riguarda l’Animazione Missionaria. Nella serata di presentazione di questo lavoro abbiamo sentito raccontare il percorso di lavoro e abbiamo visto un’anteprima del documento scritto. Il terzo step, adesso, è affidato alle comunità locali che potranno sperimentare e mettere a progetto queste proposte all’interno delle programmazioni del prossimo anno. Pare quindi sensato concludere questa piccola comunicazione con la stessa citazione che apre il documento del MissioLab: «Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo» (Fil 3,16). Buon cammino a tutti!

  • Giovani al centro della scena

    Domenica 18 Aprile si è svolta la formazione giovani MGS Liguria. A differenza delle precedenti, in cui era presente un relatore, questa volta siamo stati messi noi giovani al centro della scena, con le nostre riflessioni, messi alla prova dal fatto di doverci esprimere su degli argomenti analizzandoli da punti di vista a volte differenti dal nostro. Partendo da un quiz, siamo giunti ad affrontare tematiche riguardanti la vita di noi giovani, il nostro rapporto con il mondo del lavoro e con l’università. Una volta suddivisi in gruppi, ai quali era stata assegnata una tematica, siamo stati invitati ad esprimerci usando la tecnica dei “sei cappelli”, che consiste nell’analizzare una situazione da varie prospettive, a partire dal colore del cappello che era stato abbinato a ognuno di noi. Il cappello bianco esponeva l’obbiettività, quello nero il lato negativo, quello giallo il lato positivo; invece quello verde richiedeva creatività, quello rosso emotività, il cappello blu coordinava i vari punti di vista. La tematica affrontata nel mio gruppo riguardava l’approccio e gli aiuti che sono stati messi a disposizione dei giovani per entrare nel mondo del lavoro. Dal confronto è venuto fuori che noi giovani, entrando nel mondo del lavoro, ci siamo sentiti spesso un po' trascurati e le riforme che dovevano aiutarci ci hanno solo fatti sentire poco valorizzati. D’altro canto un errore che noi giovani a volte commettiamo è quello di non metterci in gioco completamente, un po' per paura, un po' per pigrizia. Dovremmo imparare a uscire dal guscio e a valorizzare meglio il nostro tempo. Penso sia stato interessante esplorare questo argomento sotto vari punti di vista e soprattutto il fatto di essere stati al centro della formazione ha dato l’opportunità a tutti di esprimerci, di conseguenza di crescere. La domanda che più di tutte ci ha messi in discussione, e che voglio porre a voi, è la seguente: come possiamo noi, dal punto di vista salesiano, aiutare i nostri giovani ad entrare nel mondo del lavoro?

  • Sale per la terra e protagonisti delle nostre vite

    Altro anno, altra corsa, anche questa volta gli esercizi spirituali di Quaresima del MGS IC li abbiamo vissuti online proprio come viviamo la gran parte dei nostri Incontri negli ultimi tempi. Mi piace pensare però, che fosse un buon metodo per non perdere nessuno per strada, per essere proprio tutti insieme, come una grande Famiglia, a vivere un momento così ricco, accompagnati dalla Parola, dono gratuito su cui molto spesso non riflettiamo. A colpirmi molto, è stato il nostro primo compagno di viaggio, Giuseppe, che nel giorno della sua Festa, ci ha insegnato attraverso la Sua vita quanto si possa amare in silenzio e quanto sia Bello prendersi cura dell’altro. A proposito di questo, è stata una grazia poter conoscere Paolo e Aurora, che con la loro testimonianza ci hanno trasmesso l’Amore con cui, sulla scia di Don Bosco, hanno servito i giovani e tutt’ora donano la loro vita e la loro quotidianità. Lo stupore più grande è stato non essermi sentita sola in questo cammino, grazie alla costante presenza di Don Emanuele, allo sguardo pieno di Suor Loredana e all’impercettibile vicinanza di tutti gli altri SDB e FMA che, con la loro discrezione e tenerezza, ci hanno accompagnati sulle orme del Risorto, sempre pronti ad ascoltare e a prendersi cura di noi. L’incontro con la Parola del Signore ha alimentato il fuoco vivo nei nostri cuori e il desiderio di amare ed essere amati, di perdonare ed essere perdonati, proprio come la donna adultera, perdonata da tutti ma soprattutto da Dio, che ci ama imperfetti e peccatori come siamo e che ci esorta a fare i conti con i nostri sbagli imparando da questi e perdonando noi stessi. Come il Samaritano, don Emanuele ci ha esortato ad avere compassione, ad amare l’altro, come vorremmo essere amati noi (e forse anche di più!), stando attenti a non imparare mai l’indifferenza di fronte alla sofferenza. Giunti all’ultima sosta del nostro viaggio, è stato interessante riflettere sulla figura del Sale. Chi è Sale per noi? Per chi noi siamo Sale o per chi vorremmo esserlo? Consapevoli della Grazia che siamo chiamati a testimoniare, sono stati fondamentali i momenti di riflessione individuale che abbiamo vissuto e ancor più belle le condivisioni con le quali ci siamo guardati negli occhi e abbiamo potuto pregare l’uno per l’altro. Questi Esercizi ci hanno dato modo di capire che, grazie al rapporto con Dio, coltivato quotidianamente, il nostro cuore può solo ardere e l’amore per gli altri assume un significato immensamente profondo. Dio ci vuole Vivi, con Lui, Sale per la Terra, misericordiosi verso il prossimo e verso noi stessi!

  • Formazione Animatori Sardegna nel cuore del mondo

    L'ultima domenica di febbraio si è svolta, dopo tanto tempo, la formazione animatori MGS Sardegna ad Arborea. Dopo la preghiera iniziale, si è sviluppato il tema "Nel Cuore del Mondo" grazie alle esperienze di cinque testimoni: Daniela Pettinao, docente universitario e Salesiana Cooperatrice; Matteo Contis, giovane impegnato nella sanità e animatore salesiano; Giulia e Lelle, famiglia che vive la sua missione all’interno di una comunità; Michele Piga, giovane con la passione per la musica impegnato nella vita pastorale locale e diocesana. Successivamente, dopo qualche abbuffata e altrettante chiacchere, ci si è dedicati ai laboratori volti a capire cosa più è rimasto impresso delle testimonianze del mattino, e su quale sia la nostra missione. In seguito, ci si è divisi per case di provenienza al fine di creare progetti per i propri oratori che si sono conclusi con una breve condivisione. Infine abbiamo celebrato la messa conclusiva e ci siamo salutati. Si è tornati a casa contenti di essere riusciti a fare, dopo svariato tempo, un incontro in presenza, ed essere tornati a vivere a pieno le emozioni di questi eventi.

  • Integrazione: una sfida importante per il nostro futuro

    In questo mese si sono tenuti per i giovani delle Marche e dell'Abruzzo, sempre da remoto, due importanti incontri sul tema integrazione. Un tema complesso e che spesso ci pone degli interrogativi importanti. Il primo incontro con don Emanuele ha trattato la storia e il contatto che lui ha avuto con molti giovani stranieri, che si trovano ad arrivare in Italia in cerca di un futuro migliore. Ci ha fatto riflettere su come hanno difficoltà a trovare un "posto" nel nostro territorio, di come è difficile per loro integrarsi e a volte riuscire ad essere accettati. Ripartire da zero non è mai facile, ma è ciò che li spinge ad affrontare mille ostacoli per migliorare la vita loro e della loro famiglia. Diverso invece, è stato il tema del secondo incontro, dove padre Sergio, un padre gesuita che da anni lavora a Scampia, ha affrontato l'argomento dell’”integrazione" da un'altra prospettiva. Mosso dallo spirito di servizio, ci ha raccontato delle molte iniziative che ha attuato per quei giovani che tutti i giorni vivono nella criminalità. Ci ha reso partecipi di molti aneddoti che ha vissuto e di come con la determinazione e un po' di coraggio ha smosso qualcosa nelle loro esistenze e ha convertito molti cuori. Abbiamo riflettuto su come noi ci poniamo di fronte a tutto questo e su come magari molte volte abbiamo dei pregiudizi e potremmo migliorarci. Entrambi gli interventi ci hanno fornito degli importanti spunti e ci hanno fatto capire come basta mettersi magari in un'ottica di ascolto e di accoglienza per fare la differenza. Una piccola sfida per un futuro migliore.

  • Gesù è vivo, e ti vuole vivo!

    È iniziata da poco la Quaresima 2021 e, anche quest’anno, il Covid ci ha costretto ad annullare gli Esercizi Spirituali che le nostre zone avrebbero vissuto nelle prossime settimane. Nel prendere atto della cosa, come Segreteria MGS IC ci siamo domandati quale sarebbe stata la proposta migliore da fare per non lasciar passare questo tempo prezioso di cammino fino alla Pasqua di Resurrezione del Signore. La risposta è stata semplice e immediata: dobbiamo metterci in ascolto orante della Parola per riorientarci verso Cristo, unica vera bussola, come papa Francesco ci ha ricordato questo Mercoledì delle Ceneri. Da qui nasce la proposta degli Esercizi Spirituali che vedranno il nostro territorio impegnato dal 19 al 21 Marzo in tre giorni di silenzio, preghiera e ascolto della Parola, vissuti dove possibile nelle nostre case salesiane, con l’opportuno rispetto di ciò che le norme anti-Covid prevedono, oppure dalla propria abitazione qualora le limitazioni non permettano l’incontro nei nostri ambienti. Potranno partecipare i giovani dai 18 ai 30 anni, compresi coloro che stanno ancora vivendo l’ultimo anno di liceo. Le tre predicazioni, due il sabato e una la domenica, avverranno tramite la piattaforma Zoom e lasceranno spazio a tempi di silenzi e di condivisione, anche queste online per chi sarà a casa e in presenza per chi potrà. Consapevoli poi che essere a casa è molto diverso dallo stare in un eremo, magari immerso nella natura, per fare deserto ognuno secondo i propri tempi, abbiamo deciso di proporre, per chi vorrà, nella giornata di sabato mattina un laboratorio di Introduzione alla Preghiera in cui ognuno potrà acquisire elementi utili per imparare ad entrare nell’intimità del cuore dove il Signore parla a ciascuno. Inoltre, come per lo scorso anno, alcuni sdb e fma hanno dato la loro disponibilità per dei colloqui personali per conservare il prezioso elemento di confidenza e dialogo che gli esercizi rappresentano. Per poter partecipare agli Esercizi Spirituali confrontati con il responsabile della tua casa. Per iscriverti è sufficiente inviare, entro l'8 marzo, una mail a materiale.spaziomgs@gmail.com specificando NOME, COGNOME, ETA’, CASA DI PROVENIENZA e MAIL. Nel caso in cui i referenti preferiscano mandare un'unica mail per tutti i partecipanti, chiediamo di raccogliere comunque i dati di tutti per una comunicazione più efficace. Verrà successivamente inviata una mail agli indirizzi forniti in cui verranno indicati i link per collegarsi alle predicazioni, ai momenti di condivisione e al laboratorio di preghiera. Per quest’ultimo, la partecipazione sarà libera, ma, al fine di avere un’indicazione dei numeri per poter vivere al meglio l’esperienza, verrà inviato un questionario da completare per indicare l’interesse o meno a partecipare. Pur consapevoli che sicuramente queste modalità non rispettano il criterio del “si è sempre fatto così”, pensiamo che siamo chiamati a rispondere con coraggio e speranza alla sfida più grande che questo tempo ci propone: comprendere che Cristo vive e che ci vuole Vivi. Siamo pronti a riscoprire questa vita vera a cui siamo chiamati e nel farlo insieme, anche se lontani, non possiamo che vedere un’esperienza di Grazia che ci fa riscoprire il nostro essere famiglia salesiana, ma soprattutto chiesa.

  • MissioLab 2021 - Distanti ma vicini, da tutta l’Italia Centrale

    Può un piccolo virus fermare la voglia di fare, di crescere, di confrontarsi e di amare? No, e il gruppo del MissioLab 2021 lo sa bene! Venerdì 22 gennaio 2021, si è svolto il primo incontro del MissioLab dell’MGS Italia Centrale. L’incontro, organizzato da un’equipe insuperabile e gestito da don Francesco De Ruvo, si è svolto online e ha coinvolto circa 50 ragazzi tra i 17 e i 25 anni provenienti da tutta l’Italia Centrale. Dopo una breve presentazione attraverso un padlet, si è subito parlato di spiritualità missionaria salesiana con don Francesco Carta, continuando con una riflessione di suor Ilaria Fara su come don Bosco abbia affrontato il colera e Maria Domenica Mazzarello il tifo. Dopo questi due interventi, Luca e Chiara, due giovani che hanno fatto l’esperienza missionaria nel 2019 a Rod el Farag (Il Cairo, Egitto), ci hanno parlato un po’ della loro esperienza, raccontandoci cosa vuol dire essere chiamati e mandati a servire con lo stile originale che Don Bosco ci ha insegnato in un contesto diverso da quelli dell’Italia Centrale. L’incontro, infine, si è concluso con un altro padlet, riguardante l’espressione “nel cuore del mondo”, il tema caratterizzante di questo percorso bello e intenso del MissioLab di quest’anno. Un’occasione, un incontro di circa 60 persone che si sono connesse con gli altri per imparare, per crescere, per vedersi, per conoscere e per servire nel nome di Don Bosco. Questo raduno di giovani provenienti da ogni parte dell’Italia Centrale ha dimostrato ancora una volta che essere a distanza non vuol dire essere distanti, e che si può amare, fare qualcosa per gli altri e sognare anche in situazioni come queste, come don Bosco e Maria Domenica Mazzarello ci hanno insegnato.

  • Infuocati d’Amore per gli altri

    È il 22 novembre, è una domenica. Alle 9:15 più di 80 ragazzi sono collegati su zoom, tutti insieme per la formazione animatori del Movimento Giovanile Salesiano della Toscana. Ero tra gli 80 partecipanti, e ho potuto ascoltare e ricevere moltissimi spunti, nonostante, come sappiamo, la modalità a distanza spesso limiti la riuscita di molte esperienze. La formazione era intitolata così: “La mia missione è ardere. Formazione e maturazione di una cittadinanza responsabile”. Ma… mi ricorda qualcosa. Ma certo! La formazione animatori dell’anno scorso era proprio “La mia natura è il fuoco!”. La tematica di quest’anno si collegava direttamente a quella dell’anno scorso, quando ci siamo accorti che c’è un fuoco dentro di noi, un ardore tutto volto alla bontà, che riguarda ogni parte di noi: dal corpo, alla mente, all’anima. Se allora c’è un legame tra tutte le parti di noi stessi, c’è anche fuori di noi, nella società in cui viviamo. Se l’anno scorso abbiamo guardato dentro di noi, ora ci guardiamo attorno. Pensando alla nostra società odierna, potrebbe sopraffarci un sentimento di sconforto: siamo giovani in un mondo pieno di disuguaglianze e ostacoli. Ma avrebbe senso vivere passivamente ciò che accade intorno a noi? Sentiamo una responsabilità, uno slancio. Quando scopro chi sono, ho tanta voglia di dire: “Eccomi!”. Inizia così quindi la nostra formazione animatori: abbiamo risposto ad una serie di domande per riflettere su quanto e come viviamo la nostra città, che è la società a noi più prossima. Quanto ci sentiamo coinvolti, quanto percepiamo i bisogni delle persone intorno a noi, anche al di fuori dei luoghi che frequentiamo più spesso…tutte domande che ci hanno aiutato ad iniziare la riflessione. La mattinata è proseguita con una bella testimonianza: a raccontarci qualcosa della sua vita è stato Corrado, un salesiano cooperatore di Prato che con sua moglie e insieme ad altri cooperatori gestisce l’oratorio nella sua città. La formazione avrebbe dovuto tenersi proprio lì, dove Corrado e i ragazzi dell’oratorio ci avrebbero accolto; nonostante le circostanze, Corrado ci ha raccontato della sua vita, trascorsa fin dai primi anni in oratorio, e di come a Prato i salesiani si siano guardati attorno e abbiano intravisto il bene che un oratorio poteva fare in una città grande come Prato. Quella di Corrado in un certo senso è stata una vera e propria missione: quella di dedicare la sua vita ai giovani. Un sogno, una chiamata a “muoversi” verso il mondo, un fuoco che brucia d’Amore per gli altri. Abbiamo capito che un sogno è da custodire: è necessario che questo desiderio ardente, scontrandosi con la realtà, non si spenga ma si accenda! Il nostro sguardo sulla nostra società sarà profondamente cambiato, sarà rinnovato da quell’Amore. La nostra città, i luoghi intorno a noi dove ci sentiamo chiamati saranno il nostro campo, il luogo dove lavorare. Dopo questa intensa mattinata, facendosi ormai ora di pranzo, ci siamo salutati dandoci un piccolo impegno: guardare attorno alla nostra casa, magari fare due passi per sgranchirsi le gambe, e provare ad attivare tutti e 5 i nostri sensi per accorgerci di qualcosa a cui non avevamo mai prestato attenzione. Quando ci siamo di nuovo collegati tutti, abbiamo condiviso foto, frasi, tutto ciò che potevamo condividere. Guardarsi attorno, andare per la città, per Don Bosco e Madre Mazzarello ha significato spesso andare nei luoghi che noi oggi chiameremmo periferie, e trovare in quei luoghi il vero cuore del mondo, in quei ragazzi buona stoffa. Era una vera urgenza rendere i propri ragazzi buoni cristiani e onesti cittadini, liberi, attivi e responsabili: e come farlo se non attraverso il lavoro e l’istruzione? All’oratorio si formavano giovani abili nel loro mestiere, di cui avrebbe tratto beneficio non solo l’oratorio, ma tutta la società. Don Bosco e Madre Mazzarello sono stati loro stessi cristiani nel mondo. L’ultima parte della giornata è stata dedicata alla condivisione divisi per case di provenienza. È stato molto importante calare tutto ciò che ci siamo detti nel nostro quotidiano, nel particolare delle nostre realtà: sentiamo il desiderio, l’ardore che ci spinge a guardarci attorno. È un fuoco che si accende per gli altri.

  • Avvento MGS - 5 insegnamenti della pandemia

    Come vivere in tempo di Covid l’Avvento che inizia? Noi giovani della Segreteria MGS IC ce lo siamo chiesti con una certa urgenza e tanta incertezza dopo aver annullato gli Esercizi Spirituali nelle nostre zone. Come essere MGS anche in questo momento? Cosa proporre agli universitari e ai giovani lavoratori che si vedevano mancare una tappa così importante del loro cammino? Ci siamo subito resi conto che un surrogato non sarebbe stato possibile, ma che forse eravamo chiamati a camminare su una strada nuova, un’opportunità che questo tempo ci offriva e che non era da sprecare. Speranza è la parola che è risuonata nel cuore di ognuno ed il desiderio di riaccenderla tramite un cammino semplice, fatto di preghiera e una provocazione forte, ha messo insieme i pezzi di un puzzle che ha iniziato a prendere forma sotto i nostri occhi domenica 29, Prima Domenica d’Avvento, tramite la voce autorevole di don Pascual Chavez. E quale provocazione migliore che quella di iniziare a tirare le somme di quello che il Covid ci ha insegnato finora e continua ad insegnare in un orizzonte di Speranza, finestra all’interno del quale l’Avvento assume il suo vero significato? Osservare che la vita è prevalsa, nella consapevolezza che non siamo immortali, riscoprire la necessità di progettare un nuovo futuro ripartendo da un sempre più invocato cambiamento sociale nell’orizzonte di un vero rispetto dei diritti umani. Ecco a cosa ci ha richiamato don Chavez con il suo linguaggio semplice, ma capace di interpellarci in modo impellente, ecco cosa, come MGS IC, mediteremo in questo tempo di Avvento nelle prossime domeniche con la preghiera del rosario per concludere, come abbiamo iniziato, con un pensiero di buona notte di Chavez la quarta domenica di Avvento. Se, come Chavez ci ha ricordato, l’Avvento è il tempo per nutrire la nostra nostalgia di Dio, questo cammino che iniziamo a vivere non potrà che prepararci come giovani della famiglia salesiana a colmare questo vuoto con la Speranza della nascita del Redentore che viene ogni giorno e che, ogni giorno, ci salva.

  • “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini”: scopriamo qualcosa di più sui Diritti Umani

    Domenica scorsa, 22/11/2020, ho partecipato alla Formazione Giovani MGS Liguria incentrata sui Diritti Umani. L’incontro è iniziato con la visione della Strenna 2020, un momento estremamente suggestivo perché la voce narrante del video racconta l’episodio in cui Don Cafasso invita Don Bosco a “guardarsi intorno” e ciò che Don Bosco vede è la gioventù abbandonata e bisognosa dell’800, ma le immagini del video mostrano la gioventù di oggi e, nonostante siano passati quasi 200 anni, la descrizione è tristemente ed estremamente calzante. Siamo quindi ancora oggi chiamati a prenderci cura dei giovani. Come possiamo farlo? Una precisa indicazione è contenuta in Lc 10, 25-37: “Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione”. La figura del samaritano ci richiama, come ci ricorda Papa Francesco, alla nostra vocazione di cittadini responsabili. Non serve avere funzioni importanti nella società, se non abbiamo nel cuore l’amore per il bene comune e la voglia di trovare il tempo per permettere a questo amore di fruttificare. La domanda che dobbiamo porci è: con quale dei protagonisti della parabola del buon samaritano mi identifico? Siamo chiamati ad essere costruttori di un nuovo legame sociale: perseguire il bene comune. “L’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro”. Questa nuova consapevolezza è stata suggellata dalla Preghiera di Papa Francesco per ricevere lo “spirito fraterno” che ci permetta di costruire il mondo che Dio ha pensato per noi. Potrebbero sembrare tutte belle parole, ma poi, nella pratica, come faccio a vivere questa “vocazione di cittadino responsabile”? Ad esempio facendomi aiutare dalla testimonianza di chi la sta già vivendo! Così Suor Maria Grazia Caputo (iniziatrice dell’esperienza dell’Ufficio dei Diritti Umani presso le Nazioni Unite a Ginevra, con due ONG: l’Istituto Internazionale di Maria Ausiliatrice e il VIDES Internazionale) ci ha aiutato a scoprire qualcosa di più sulle tematiche relative all’educazione ai Diritti Umani, sulla loro storia e sugli organi che vigilano sull’applicazione degli stessi nei vari Paesi del mondo. È stato importante perché effettivamente se non sappiamo neanche quali sono questi diritti umani, come possiamo pensare di difenderli? Dopo il preziosissimo aiuto di Suor Maria Grazia, divisi in gruppi, abbiamo ragionato e fatto un po’ di condivisione su 6 parole chiave: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia. A questo punto eravamo pronti per ascoltare Irene Nannetti, una giovane bolognese che ci ha raccontato del suo impegno politico a partire dalla sua esperienza di consigliera comunale a Monte San Pietro (BO). Irene ci ha fatto riflettere sul fatto che non dobbiamo e non possiamo aspettarci che ci governa pensi a tutto. La parola chiave per far funzionare la società è corresponsabilità. Ci ha infatti fatto notare come anche il buon samaritano non si prende cura da solo del suo prossimo, ma si appoggia all’albergatore. Inoltre ci ha giustamente ricordato che il contributo che un giovane può dare alla propria comunità è importantissimo, perché porta ricchezza e anche solo con la preghiera può dare sostegno! Attraverso questa formazione ci sono stati dati degli spunti per rispondere “Eccomi!” alla chiamata ad essere cittadini responsabili (o “buoni cittadini” per dirla alla Don Bosco!). Vi invito tutti a non perdere l’occasione di partecipare ai momenti formativi perché è un buon modo per approfondire tematiche importanti per il vostro cammino umano e di fede.

  • Giovani e cambiamento

    Non sarà di certo il covid-19 a fermare le iniziative giovanili! Da poco si è dato inizio a una serie di incontri virtuali serali, sulla piattaforma Zoom, che vede protagonisti i giovani dai 18 anni in su, sacerdoti e suore di Marche e Abruzzo. Una vera e propria novità per il territorio che ha riscosso particolare successo con la partecipazione al primo incontro di circa 74 persone. Questi appuntamenti prevedono la discussione di tematiche attuali e una parte di esse saranno basate su un "vademecum" ovvero la "Laudato si" di Papa Francesco. Il 12 novembre, primo incontro, si è parlato di un problema molto attuale: il cambiamento climatico, con i suoi effetti sul pianeta e tutto ciò che possiamo fare per ridurre gli impatti ambientali. È stato poi approfondito meglio dai diversi gruppi, formati dagli organizzatori all'interno della riunione virtuale, dove c'è stato uno scambio di idee e opinioni riguardo l'argomento trattato. Nell'organizzazione di questo percorso che abbiamo iniziato e continueremo a seguire insieme troviamo salesiani e giovani di diverse case della zona Marche-Abruzzo, uniti per portare avanti questa iniziativa tutta nuova per le nostre regioni. Il prossimo appuntamento sarà per l'11 dicembre, sempre da remoto, sperando presto di poter tornare alla normalità e chissà, magari, anche di poterci incontrare tutti insieme!

  • Sguardo rivolto al futuro

    11 novembre 1875, Torino, don Bosco benedice la prima spedizione missionaria salesiana. 14 novembre 1875, Genova, salpa la nave con i primi missionari salesiani a bordo. 11 novembre 2020, Genova, ricordiamo i 145 anni da questa prova di coraggio da parte di don Bosco e dei giovani che si sono affidati a Lui e sono partiti diretti verso l’Argentina. Sì, parliamo di coraggio e fiducia nel Signore, come ci ricorda don Francesco leggendoci le Memorie sul tramonto del Porto Antico di Genova: don Bosco sapeva che questa spedizione era la cosa giusta, sapeva che c’erano altri giovani poveri nel mondo che avevano bisogno di conoscere Dio e di sentirsi amati, eppure al momento della partenza aveva il viso rosso per lo sforzo di non piangere… immaginiamo la situazione: siamo nel 1800, con le navi costruite con le conoscenze del tempo e con il grande interrogativo di cosa avrebbero trovato una volta attraccati a La Boca, un quartiere di Buenos Aires. Forse questo non è solo coraggio, è una spinta che viene da dentro, un desiderio grande di lasciarsi guidare da Dio, affidandosi a Lui… così facendo don Bosco e i primi missionari, ci danno la possibilità ancora oggi di fermarci per ricordarci di loro e pensare. Per riflettere al meglio abbiamo vissuto alcuni momenti nel pomeriggio di mercoledì che ci aiutassero ad ascoltarci, ad ascoltarLo e ad ascoltare più in generale il mondo in cui siamo chiamati ad operare… perché è vero che il nostro carisma è per i giovani più poveri e gli ultimi, ma a volte ci dimentichiamo che i giovani che hanno bisogno di noi vivono in qualsiasi parte del mondo, che sia un altro continente o sotto casa nostra. Gli spunti di riflessione sono sicuramente stati tanti per i giovani del MGS dell’Italia Centrale, grazie all’intervento del direttore del Museo del Mare di Genova e dei vespri pregati virtualmente insieme al cardinale Bagnasco. Tutto questo si può riassumere nelle parole del Rettor Maggiore che ci ha dato la Buonanotte, come era solito fare don Bosco: missionarietà evangelica. Tutti siamo chiamati ad essere missione, a spostarci per andare incontro ad altre realtà, così come i discepoli si spostarono per far conoscere un Dio misericordioso, che parlasse di amore e fraternità. Spesso associamo le parole missione, migrazioni e multiculturalità, alla politica… ormai viene tutto strumentalizzato e sfruttato dai social media in una società in preda alla globalizzazione, invece, proprio noi, abbiamo la responsabilità di ricordare al mondo che siamo tutti esseri umani e, proprio per questo, dobbiamo aver voglia di costruire ponti, per noi abitanti della stessa Terra e residenti sotto lo stesso cielo. 145° anniversario non solo per ricordare, ma anche per progettare, per guardare al futuro. È facendo memoria che si può partire con il giusto approccio ad un tema così delicato e al contempo così importante… ci muoveremo a piccoli passi e stiamo cominciando a camminare scegliendo il nome della scuola di mondialità, fondamentale per sensibilizzare i giovani e formare coloro che si sentono chiamati a lavorare in questo campo. Passo dopo passo arriveremo #NELCUOREDELMONDO.

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