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Sguardo rivolto al futuro

11 novembre 1875, Torino, don Bosco benedice la prima spedizione missionaria salesiana. 14 novembre 1875, Genova, salpa la nave con i primi missionari salesiani a bordo.

11 novembre 2020, Genova, ricordiamo i 145 anni da questa prova di coraggio da parte di don Bosco e dei giovani che si sono affidati a Lui e sono partiti diretti verso l’Argentina. Sì, parliamo di coraggio e fiducia nel Signore, come ci ricorda don Francesco leggendoci le Memorie sul tramonto del Porto Antico di Genova: don Bosco sapeva che questa spedizione era la cosa giusta, sapeva che c’erano altri giovani poveri nel mondo che avevano bisogno di conoscere Dio e di sentirsi amati, eppure al momento della partenza aveva il viso rosso per lo sforzo di non piangere… immaginiamo la situazione: siamo nel 1800, con le navi costruite con le conoscenze del tempo e con il grande interrogativo di cosa avrebbero trovato una volta attraccati a La Boca, un quartiere di Buenos Aires.

Forse questo non è solo coraggio, è una spinta che viene da dentro, un desiderio grande di lasciarsi guidare da Dio, affidandosi a Lui… così facendo don Bosco e i primi missionari, ci danno la possibilità ancora oggi di fermarci per ricordarci di loro e pensare.

Per riflettere al meglio abbiamo vissuto alcuni momenti nel pomeriggio di mercoledì che ci aiutassero ad ascoltarci, ad ascoltarLo e ad ascoltare più in generale il mondo in cui siamo chiamati ad operare… perché è vero che il nostro carisma è per i giovani più poveri e gli ultimi, ma a volte ci dimentichiamo che i giovani che hanno bisogno di noi vivono in qualsiasi parte del mondo, che sia un altro continente o sotto casa nostra.

Gli spunti di riflessione sono sicuramente stati tanti per i giovani del MGS dell’Italia Centrale, grazie all’intervento del direttore del Museo del Mare di Genova e dei vespri pregati virtualmente insieme al cardinale Bagnasco. Tutto questo si può riassumere nelle parole del Rettor Maggiore che ci ha dato la Buonanotte, come era solito fare don Bosco: missionarietà evangelica. Tutti siamo chiamati ad essere missione, a spostarci per andare incontro ad altre realtà, così come i discepoli si spostarono per far conoscere un Dio misericordioso, che parlasse di amore e fraternità.

Spesso associamo le parole missione, migrazioni e multiculturalità, alla politica… ormai viene tutto strumentalizzato e sfruttato dai social media in una società in preda alla globalizzazione, invece, proprio noi, abbiamo la responsabilità di ricordare al mondo che siamo tutti esseri umani e, proprio per questo, dobbiamo aver voglia di costruire ponti, per noi abitanti della stessa Terra e residenti sotto lo stesso cielo.

145° anniversario non solo per ricordare, ma anche per progettare, per guardare al futuro. È facendo memoria che si può partire con il giusto approccio ad un tema così delicato e al contempo così importante… ci muoveremo a piccoli passi e stiamo cominciando a camminare scegliendo il nome della scuola di mondialità, fondamentale per sensibilizzare i giovani e formare coloro che si sentono chiamati a lavorare in questo campo.

Passo dopo passo arriveremo #NELCUOREDELMONDO.



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