LA CURA DELLA CASA - Formazione Animatori 2 Toscana
Il 30 Aprile a Scandicci si è tenuta la giornata di formazione per gli animatori salesiani della Toscana per quest'anno 2023.
Il tema ormai ha preso forma, sviscerato nelle sue varie sfaccettature reali e dimensioni pastorali.
La Casa Michele Magone, struttura semiresidenziale per minori in difficoltà, nata durante la pandemia per volontà della comunità, è il luogo del compimento del nostri percorso.
Da οἶκος (òikos) casa, e νόμος (nòmos) legge, l’economia ci indica le regole della casa,
come gestirla e farla fruttificare nel tempo.
Ecco i due distinti momenti interni ed esterni della giornata, tra mattina e pomeriggio.
Dati i miei studi economici mi soffermerò soprattutto sul workshop pomeridiano su Economy of Francesco.
La prima visione di un’economia di mercato la si deve a san Francesco e al pensiero francescano
durante il periodo dell’umanesimo civile; pensiero che non rimase solo tale, ma che seppe anche
trasformarsi in azione e che seppe declinarsi in vari ambiti. Per esempio, di fronte ad una società
dominata dagli strozzini, che chiedevano un tasso d’interesse altissimo per i prestiti, i francescani
crearono i monti di pietà, un istituto di credito che concedeva prestiti con dei tassi d’interesse molto
bassi. Una persona poteva quindi avere accesso al credito, investire, stabilizzarsi nel lavoro, superare
situazioni private di difficoltà e con il tempo ripagare il suo debito senza essere soffocato da un tasso
d’interesse eccessivo. C’erano poi altri istituti come i monti frumentari e i monti dei matrimoni, tutti
con l’obbiettivo di permettere al povero, uomo o donna, di potersi costruire un lavoro, goderne i frutti
e vivere della dignità che viene dal lavoro uscendo da condizioni di povertà e miseria.
Non a caso papa Francesco ha invitato moltissimi giovani a ripensare l’economia con un progetto che
porta il nome di san Francesco, un progetto di portata mondiale per sognare qualcosa di nuovo, per
rendere possibile l’impossibile. «Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e
deve essere un’economia amica della terra, un’economia di pace. Si tratta di trasformare
un’economia che uccide in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni»ha detto il papa.
L’economia è nata come branca della filosofia morale, nel tempo ha subito un processo di
machiavellizazione, infatti, nelle università dagli anni trenta si passò a chiamare la materia da
“political economy” ad “economics” perché quella desinenza cs ricorda le scienze come mathematics
o phisics che non dipendono dalla morale.
Il mondo ha bisogno di una nuova economia perché negli ultimi decenni, invece di fare tesoro di
un’economia che guardasse al bene comune, il mondo ha perseguito politiche economiche per
favorire la massimizzazione del benessere e del consumo individuale, l’idea neoliberista del “mercato
libero” ha creato più vinti che vincitori per cui pochi si sono arricchiti tantissimo e molti si sono
impoveriti. Il pianeta, poi, è quello che si è impoverito di più. Abbiamo imparato che un’economia
che vuole solo aumentare la crescita economica e i livelli di produzione non è sostenibile, ora è il
momento di cambiare la rotta per un nuovo orizzonte. Di questo si occupano i giovani di Economy of
Francesco, una sfida possibile, una sfida di studio, ascolto e collaborazione alla luce del Vangelo e
della Dottrina sociale della Chiesa.
Alcune note su cose imparate:
1) Il PIL tiene conto della ricchezza totale di un paese, non come questa sia distribuita. Infatti, tramite
l’indice di Gini possiamo vedere il livello di disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e negli
ultimi quarant’anni in Italia e nel mondo l’indice è aumentato. Disuguaglianze troppo grandi creano
disagi e danni sociali, gli Stati Uniti, molto più di noi, ne sono un chiaro esempio.
2) Non considera gli effetti che la produzione ha sull’ambiente
3) Non considera che una parte della ricchezza possa provenire da attività criminali
4) Parte del PIL sono le spese e gli investimenti nel settore bellico, quindi un aumento del PIL non
corrisponde ad un aumento del benessere
5) Non considera tutte quelle attività che rientrano nel Terzo settore che, invece, hanno un risvolto
sul benessere sociale tutt’altro che indifferente ed è il caso di soffermarcisi un momento.
Il mondo del terzo settore è molto vasto, va dall’impresa sociale, alla fondazione, alla cooperativa
fino all’associazione, può essere un’attività di volontariato o retribuita o in forma mista.
Perché è così importante? Viviamo in un mondo in cui fa da padrone la logica efficentista e tutto ciò che non è
efficiente tende ad essere tagliato via. Papa Francesco la chiama la cultura dello scarto e il terzo
settore nel suo ideale ha di restituire la dignità di persona a chi è stato trattato come scarto. Oppure,
si occupa anche di aiutare dei ragazzi e ragazze che provengono da contesti difficili a crescere con
serenità insieme a educatori, volontari e una comunità che li sostiene. Questo è quello che fa
l’associazione La melagrana in collaborazione con l’oratorio di Scandicci, accogliendo minorenni
individuati dai servizi sociali in una struttura semiresidenziale intitolata a Michele Magone, uno dei
ragazzi di don Bosco di cui ha scritto la biografia. Comunità che fanno rete, che sanno costruire
qualcosa di nuovo, in dialogo con il mondo civile e il tessuto sociale delle città.
È una delle sfide politiche, economiche e sociali di oggi investire nei giovani, nei ragazzi, aiutarli
nello studio (principale causa delle disuguaglianze è proprio l’accesso allo studio), aiutarli a costruire
relazioni vere e sincere, aiutarli ad avere speranza, per avere come capitale più grande la fraternità.
Così si costruiscono comunità salde, che sanno dare una mano a chi ne ha bisogno perché nessuno
resti indietro, che è capace di costruire un futuro che a sua volta potrà restituire alla generazione
successiva. È un’economia diversa, una gestione della casa diversa, più umana, meno egoista, che ha
fede nell’uomo e non nella mano invisibile del mercato.
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