LA NOSTRA MISSIONE A TALE (Albania)
- Beatrice Aresu e Benedetta Secci
- 14 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Dall’8 al 28 giugno siamo state ospitate nella “Qendra Laura Vicuña”, nel villaggio di Tale in Albania, gestito da tre fantastiche FMA: Suor Isabel (missionaria messicana), la direttrice, Suor Malvina (albanese) e Suor Isabella (italiana). La nostra accompagnatrice in questa missione è stata Suor Fatíma, da Roma.
Abbiamo vissuto la vita quotidiana insieme a loro, tutti i momenti di preghiera, i pranzi, le cene, e tanti momenti di svago, che ci hanno permesso di conoscere un pezzetto di ognuna di loro e farci conoscere a nostra volta.
In queste tre settimane si è svolto il gruver (= il campo estivo). Il tema pastorale era “liberiamo i valori” (= te lirojme vlerat), ogni giorno infatti i bambini avevano un valore da indovinare, che metaforicamente stava dietro a una porta che aprivano con una chiave per liberarlo. A Tale abbiamo trovato bambini con tanta voglia di divertirsi e di partecipare ad ogni attività proposta; che non si tiravano mai indietro davanti a giochi e attività; e con tanto bisogno di spensieratezza e di sentirsi bambini. Avendo solo l’oratorio come momento di svago arrivavano addirittura un’ora prima dell’orario di inizio, quasi sempre soli, in bici o a piedi. La prima settimana il gruver si è svolto durante il pomeriggio, poiché i bambini non avevano ancora finito la scuola, dalle h16:00 alle h19.30. La mattina preparavamo l’ambiente, i materiali e organizzavamo i giochi, per il giorno seguente, insieme a Suor Malvina e Suor Fatíma, che dava anche una mano alle altre suore della comunità. La seconda e terza settimana invece i bambini venivano in oratorio la mattina, dalle h9:00 alle h12:30.
Le giornate di gruver, sia che venivano svolte la mattina sia il pomeriggio, erano strutturate alla stessa maniera. Appena arrivati si ballava, dopo c’era il momento di indovinare la parola tramite un passo del Vangelo e una scenetta rappresentata da alcuni animatori. A seguire un piccolo momento di formazione, divisi per squadre, dove i bambini approfondivano il valore tramite varie attività, momento davvero importante: per molti questo luogo è fonte di confronto, educazione e riflessione, che non sempre trovano da altre parti. Dopo questi momenti più ‘seri’, arrivava il momento dello svago. Due volte alla settimana i bambini potevano scegliere due attività di gruppo: erano varie, ed andavano dalla danza popolare, al laboratorio di creatività, al calcio, oppure ancora al laboratorio diinformatica. Altri due giorni organizzavamo dei giochi a stand dove partecipavano con la loro squadra. Uno di questi giorni prevedeva i giochi con l’acqua. Il giorno restante invece portavamo i bambini in gita, siamo state due volte al mare, quello del villaggio dove ci trovavamo, ed una volta nel monte Razem, dove siamo state per tutta la giornata.
Gli animatori ci hanno accolto nel loro oratorio cercando di farci sentire il meno possibile ‘straniere’. Non ci siamo fatte scoraggiare dalla lingua, e abbiamo cercato di comunicare il più possibile con i bambini tramite l’inglese, che sapevano bene anche i più piccoli, e semplici gesti. Abbiamo anche imparato qualche parolina in albanese!
Oltre alla bellissima esperienza del gruver, insieme alle suore abbiamo visitato tanti luoghi del territorio. Tutti avevano una loro storia. Suor Isabel ci ha fatto conoscere le strade e le case vicine all'opera salesiana, per vedere con i nostri occhi la realtà in cui ci trovavamo: un villaggio dove la gente vive con quello che ha, che si guadagna da vivere lavorando in ogni momento e facendo lavorare anche i bambini più piccoli, solitamente sulle spiagge
facendo kilometri e kilometri per vendere pannocchie, semi di girasole o frutta. Abbiamo visitato tanti villaggi vicini come Lezhë, Rilë e Shënkoll. Ma anche luoghi più distanti, con i nostri fantastici viaggi in macchina, dove non mancava mai la musica e la preghiera. Insieme a Don Dario, missionario rogazionista, siamo state nel santuario di Sant’Antonio da Padova, luogo di culto per eccellenza degli albanesi cattolici. É un luogo molto importante e di grande devozione. Con gli animatori siamo poi andate a Kruja, la città dell’eroe Scanderbeg, con l’occasione di conoscerci meglio e passare il tempo assieme. Nei weekend siamo state ospitate nelle altre due comunità delle FMA: a Scotari e a Tirana, dove ci hanno accolto con affetto e fatto conoscere anche le loro realtà, le loro case e
queste due splendide città. A Scotari abbiamo visitato l’ex carcere del regime comunista, che ora è tornato ad essere monastero delle suore clarisse. Loro ci hanno raccontato pezzi di storia e parte della loro esperienza durante il regime, dove non c’era alcuna libertà personale, ed ogni religione veniva soppressa, e i cattolici in particolare perseguitati e torturati. Con Suor Isabella abbiamo fatto visita ai detenuti del carcere psichiatrico di Shënkoll. Abbiamo trovato in loro tanta sofferenza e solitudine, ma anche un gran bisogno di essere accolti, ascoltati, e guardati senza giudizio.
Grazie a questa missione in Albania abbiamo avuto modo di conoscere tantissimi lati di questa cultura, con momenti di tanta felicità e altri di riflessione, preghiera e compassione. É stata per noi soprattutto un esperienza di servizio che ci ha messo in gioco, specialmente per la lingua, e che nello stesso tempo ci ha fatto scoprire come il carisma salesiano sia lo stesso in tutto il mondo: teso all’annuncio del vangelo e ad una esperienza di vera comunione. Sicuramente per noi questo tempo non sarebbe stato così pieno di vita senza le suore che ci hanno ospitate facendoci sentire subito a casa, e senza Suor Fatíma che ci ha accompagnato con tutta sé stessa in questa splendida avventura.
Faleminderit shum,
Beatrice e Benedetta










































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