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  • Oltre le distanze

    Lo scorso 13 gennaio ho partecipato al terzo incontro di MissioLab tra tutti i gruppi delle zone Toscana-Emilia Romagna, Liguria, Lazio-Umbria, Marche-Abruzzo e Sardegna. Abbiamo affrontato il tema dell’inculturazione attraverso la testimonianza diretta di Monica Puto, coinvolta nella scorta civile non armata in Colombia e don Jimmy Muhaturukundo, incaricato dell’oratorio di Valdocco. Della testimonianza di Monica ciò che mi ha stupito è stato che, praticamente tutta la sua vita, si è dedicata al servizio dell’altro, sin da giovanissima, in territori dove ciò che domina è la discordia. Mi ha colpito la sua forza di volontà e il suo coraggio di immedesimarsi e inserirsi volontariamente in un conflitto. La seconda testimonianza, poi, è quella che mi ha colpito ancora di più, soprattutto per la serenità con cui don Jimmy raccontava un’esperienza segnata da avvenimenti dolorosi. Mi ha meravigliato come abbia paragonato gli occhi limpidi di un salesiano per lui importante con quelli della madre e come il nome di Gesù fosse in qualche modo sempre presente nella sua vita. Credo che la sua sia una delle esperienze più lampanti di come una testimonianza fatta di vita pratica possa portare frutto. È stato davvero un incontro interessante ed è stato bello poterlo condividere con gli altri gruppi del MissioLab, segno di un percorso condiviso che va oltre le distanze.

  • Convivenza MGS Toscana 2023

    "Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme!" sal 133 Anche quest'anno (finalmente!) dopo tre anni di periodo pandemico, i giovani toscani hanno potuto vivere l'opportunità di vivere insieme una settimana intera per preparare esami, lavorare a distanza, seguire lezioni da casa, ma con la ricchezza di farlo insieme in un clima di condivisione carismatica, affrontano le sfide di questo tempo "caldo" della vita giovanile salesianamente e quindi da cristiani. I tre giorni trascorsi a Pisa nella convivenza organizzata dal Movimento Giovanile Salesiano sono stati per me tre giorni di fraternità vera. Nonostante non conoscessi la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze partecipanti mi sono sentito accolto e parte della Chiesa. Ancora una volta ho esperito la forza unificante della preghiera comunitaria, liturgia delle ore e Messa, e della condivisione dei pasti; momenti che hanno scandito le giornate di studio, o di lavoro, ma anche di famiglia, nel gioco e nel confronto reciproco. Una idea semplice, un modo di stare insieme che nutre il cuore e che crea senso di unione nell'affrontare l'impegno quotidiano. Ringrazio tutti per la Presenza e la dedizione nella realizzazione di questi giorni.

  • Non servono grandi cose ma solo la semplicità del cuore… Weekend di servizio MissioLab

    Comprendere cosa significhi essere missionari vuol dire anche mettersi in gioco! Con l'incontro MissioLab di dicembre i partecipanti hanno avuto modo di mettersi in gioco, ognuno in modo diverso, a proprio modo! Nel weekend del 10-11 dicembre, i gruppi MissioLab delle diverse regioni hanno svolto una giornata o un weekend di servizio e condivisione comunitaria. (Marche-Abruzzo) L’incontro di MissioLab dell’11 dicembre è stato un incontro…pratico, perché abbiamo cercato di mettere in pratica, appunto, il servizio, trascorrendo la giornata con l’associazione “I nuovi amici”, che si occupa di persone con disabilità di vario tipo. Nella prima parte della giornata abbiamo giocato con loro a bask-in, basket inclusivo, che è stata non solo un’attività all’insegna dell’inclusività, ma anche, credo, un modo per mettersi in gioco e creare un legame con l’altro, divertendosi. Dopo aver pranzato tutti insieme, poi, abbiamo semplicemente trascorso il pomeriggio ballando e cantando. Dico “semplicemente” perché questa giornata mi ha fatto capire che è proprio nella semplicità che risiede il significato di servizio: non serve necessariamente fare “grandi cose”, ma basta anche solo essere sé stessi e passare del tempo col prossimo con genuinità, facendo sentire meglio gli altri e noi stessi. Sono entrata in contatto con una realtà che conoscevo poco e mi ha colpito come abbia sentito da subito affetto dai ragazzi dell’associazione! Questa giornata mi ha fatto venire in mente la canzone “Servire è regnare”, che sento spesso nella mia parrocchia. (Lazio-Umbria) La seconda tappa del cammino di MissioLab è stata ricca di emozioni ed esperienze profonde di Servizio fondate sull’incontro con un ambiente particolare: il carcere minorile. Noi ragazzi abbiamo sperimentato la grandezza di una semplice disponibilità a trascorrere un pomeriggio e una domenica mattina differente, in ascolto di nostri coetanei. È stato un momento intenso, di scambio e svago. Negli occhi e nelle parole dei giovani era visibile la gratitudine nei nostri confronti per esserci intromessi nella loro casa e monotonia. (Toscana- Emilia Romagna) La mia prima esperienza in una struttura Caritas è stata una scoperta: aver avuto la possibilità di condividere il momento del pasto diurno con le persone ospiti della struttura, e il tempo del gioco e animazione con i bambini che vivono lì mi ha aperto gli occhi verso una e mille realtà che prima di allora, per me, non erano visibili o non conoscevo. Il rapporto che ho creato con queste persone mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso nel vivere la quotidianità ci si concentra sempre troppo su di sé finendo per rimane indifferenti agli altri, insensibili. Accoglienza, amore e cura dell'altro penso che debbano essere le basi per il vivere la società di oggi e del futuro. Un altro gruppo si è diretto al carcere minorile di Firenze dopo aver vissuto una mattinata di testimonianza e di condivisione di note pratiche con Stefano Liccioli scoprendo una frontiera di missione nascosta agli occhi dei più e come dettoci da Stefano spesso volontariamente ignorata in quanto abitata da “delinquenti”. La notizia più bella nella tristezza che un carcere minorile può suscitare è stata quella di riconoscere dietro quei volti segnati dall’ emarginazione e dai fuoripista della vita dei giovani belli, divertenti, ancora desiderosi di giocare e ridere. (Liguria) Sabato 10 dicembre siamo stati ospiti della Comunità di Sant’Egidio di Genova. Abbiamo partecipato alla manifestazione di piazza Rigiocattolo, evento di recupero vecchi giocattoli in buono stato rivenduti ad offerta per finanziare un Progetto di alfabetizzazione e scuole nelle regioni africane più colpite dalla piaga dell’AIDS. Abbiamo aiutato a scaricare un pulmino pieno di scatoloni pieni di giocattoli suddivisi per età e tipologia e li abbiamo distribuiti negli stands dedicati. Non è comunque mancata l’occasione per fermarsi negli stand a contatto con le persone che passando si sono fermati a fare acquisti. I Volontari della Sant’Egidio ci hanno accolto a braccia aperte e affettuosamente. È stato bello condividere un pezzo di strada con loro. Non a caso, la mattina seguente le parole che sono emerse nella condivisione sono state: accoglienza, famiglia, mettersi in gioco, missione. Oltre al servizio in sé, con queste attività abbiamo avuto modo di conoscere delle realtà locali del nostro territorio e aprire il cuore al mondo. 10-11 Dicembre 2022

  • DA VALDOCCO… A VOI STUDIO! - Consulta Nazionale Animazione Missionaria

    Perché siamo qui oggi? - Il 12 e 13 novembre a Valdocco, giovani, FMA e SDB si sono incontrati per un confronto delle diverse attività dell'animazione missionaria sul territorio italiano. Infatti i giovani, le salesiane e i salesiani presenti fanno parte delle equipe ispettoriali di animazione missionaria. 24 ore di confronto, testimonianze e gruppi di lavoro per conoscersi, dialogare e progettare un percorso condiviso. Ad aprire il tavolo di lavoro, la testimonianza del Signor Cosimo Cossu, SDB coadiutore, missionario in Ecuador per 20 anni; e Michela Vallarino, presidente del VIS e con una grande esperienza di missioni all’ estero. Cosa vi ha portato a lasciare tutto e partire per un'esperienza missionaria? (ve lo dico io, cit. Cossu): L'Amore. Sapienza, pazienza e speranza, tre parole che hanno accompagnato questo incontro. Essere in grado di leggere il tempo in cui viviamo e comprendere il desiderio dei giovani; saper attendere i frutti di qualcosa seminato da poco; avere fede e renderci conto che noi dobbiamo essere come degli specchi che riflettono l'Amore di Dio per i giovani. Dalla Consulta Nazionale passiamo ad un momento di incontro dell'Italia Centrale. Appassionante, carismatica, intensa, a tratti commovente. Non si può certo vivere di emozioni e sensazioni ma non si può descrivere diversamente l’esperienza vissuta nel pomeriggio di domenica 13 Novembre a Valdocco in occasione della Consulta Missionaria. La consulta è un incontro online per tutte le CEP del territorio IC che ogni anno viene organizzato e curato dalla commissione di Animazione Missionaria dell’Italia Centrale in occasione della Giornata Missionaria Salesiana ed è un’ occasione per ricordare il carattere missionario della nostra spiritualità attraverso testimonianze e racconti di chi ha trovato nella missione ad gentes la propria vocazione. Testimonianze direttamente dai luoghi dove il nostro carisma è nato e da dove i primi missionari ormai 147 anni fa (145 per le Figlie di Maria Ausiliatrice) hanno mollato gli ormeggi seguendo il sogno di Don Bosco e di Madre Mazzarello di annunciare il Vangelo nello stile che ci contraddistingue fino alle periferie più sperdute del mondo. Ospiti della diretta sono stati Don Myke SDB, canadese e missionario in Messico un po’ per necessità, un po’ per provvidenza e oggi guida al museo Casa Don Bosco di Valdocco, Marco Melis, giovane della casa di Livorno partito quest’ anno per l’esperienza estiva ad Alessandria d’ Egitto e Suor Ruth FMA, consigliera generale per le missioni. Le parole dei testimoni hanno saputo riaccendere quell’ ardente desiderio d’ incontro e di partenza tanto verso le periferie del mondo quanto quelle delle nostre città e quelle esistenziali dei giovani che ogni giorno abbiamo la grazia d’ incontrare. A fare da sfondo a queste testimonianze, come dicevo, luoghi che non possono che lasciare una traccia indelebile negli occhi e nel cuore di chi si è collegato e dell’equipe di animazione missionaria IC che ha avuto la grazia di poterne usufruire davvero come se fosse casa loro: la tipografia storica di Valdocco, tettoia Pinardi e il museo Casa Don Bosco proprio davanti alla cameretta. Chiudo questo breve articolo con le parole di Don Bosco ai primi missionari: “Ma la voce mi manca, le lagrime soffocano la parola. Soltanto vi dico che se l’animo mio è commosso per la vostra partenza, il mio cuore gode di una grande consolazione” (Don Bosco ai primi missionari in partenza dalla Basilica di Maria Ausiliatrice l’ 11 Novembre 1875).

  • Fratellanza Globale - Azione Locale

    Che cosa? Primo incontro Missio-lab 2022-23 Quando? 5 novembre Dove? Lazio-Umbria, Marche-Abruzzo, Sardegna, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana Chi? Una quarantina di ragazzi dai 18 ai 29 anni, guidati da giovani, sdb e fma Perché? Per riprendere il cammino di animazione missionaria che ci accompagnerà una volta al mese, attraverso laboratori, incontri con testimoni, esperienze di servizio, approfondimenti di varie tematiche. Il primo incontro ci ha fatti incontrare, conoscere attraverso alcune modalità ludiche simpatiche, condividere e approfondire i grandi temi raccolti all’interno dell’enciclica di papa Francesco “fratelli tutti”. Divisi in gruppi nella modalità “word cafè” abbiamo discusso e ci siamo confrontati su tematiche come: la carità politica, la globalizzazione, il dialogo, la fratellanza… avendo la possibilità di leggere alcuni stralci di enciclica, per approfondire direttamente dalle parole del papa, questi grandi temi da lui scelti per esortare tutti gli uomini. La cosa più bella è stato il clima familiare, aperto, di condivisione senza pregiudizi, ma con il desiderio di incontrare veramente gli altri, anche attraverso la possibilità dello scambio di idee e l’approfondimento di altre. Sarebbe impossibile fare una sintesi di tutto ciò che è emerso durante l’incontro, ma ciò che appare di più è che esistono ancora tanti giovani che desiderano mettersi in gioco, offrire del proprio tempo, decentrarsi dal proprio io per andare incontro all’altro, ritenuto, in qualunque condizione esso sia, una grande ricchezza!

  • Il senso civico e quello cristiano - Formazione Giovani Liguria

    Domenica 13 novembre si è svolta la Formazione Giovani del Movimento Giovanile Salesiano Liguria presso l’Oratorio della Casa di Genova Quarto. Il tempo proposto è stato quello di “Buoni cristiani e attivi cittadini”, parafrasando una frase già ben conosciuta del nostro caro Santo protettore. Dopo un momento iniziale di convivialità e un successivo raccoglimento in preghiera, Don Piero ha dato inizio alla formazione, presentando gli ospiti, senza però spoilerare i dettagli più interessanti! Nello specifico quattro erano le persone chiamate a testimoniare: una professoressa di una scuola salesiana, due volontari della Comunità di Sant’Egidio e un presidente di municipio del Comune di Genova. Ognuno, a suo modo, ha mostrato il significato vero di cittadinanza attiva, declinato nel mondo del lavoro, del volontariato e della politica. Ogni individuo, nella semplicità del racconto del proprio vissuto, ha portato i giovani a diverse riflessioni sul tema scelto, evidenziando anche le difficoltà che spesso porta un agire orientato verso il prossimo, che va al di là del ruolo imposto dalla società, di chi lavora nelle tenebre e di chi non può darti altro che la propria amicizia. Una frase che lo spiega molto bene è arrivata proprio dal presidente del municipio: “Se ognuno fosse il sindaco del suo metro quadrato, probabilmente le nostre città sarebbero messe molto meglio”. Un’ottima sintesi del senso civico (e cristiano) che dovrebbe appartenerci, tenendo ben a mente che la conclusione della frase di Don Bosco era: “Futuri abitatori del Cielo!”

  • Il mio esordio - Formazione Animatori 1 Toscana

    Domenica ho partecipato per la prima volta alla formazione animatori del MGS Toscana. Essendo la prima esperienza non sapevo bene cosa aspettarmi, quali temi avremmo affrontato e quali attività avremmo fatto. Il tema era, in continuità con i primi due precedenti anni, quello socio-politico. La giornata è stata divisa in due parti principali: una prima dedicata alla dell'opera salesiana a Colle Val D'Elsa, come simbolica di ciò di cui stavamo parlando, e una seconda, dopo la sintesi della mattinata, la Messa e il pranzo, dedicata ad un workshop a scelta tra due. Per la prima parte abbiamo avuto la possibilità di ripercorrere la storia di quella che è la realtà dell'opera salesiana a Colle, attraverso alcune tappe fisiche, seguendo una mappa in gruppo, preparata dal comitato. Devo dire che è stato interessante poterlo fare grazie alle spiegazioni di alcune delle persone che fanno direttamente parte di questa realtà, lì sul posto. È stato bello conoscere la storia in modo "interattivo" spostandoci sia a piedi sia in pulmino-navetta attraverso il centro stesso. Per la seconda parte ci è stata data la possibilità di scegliere appunto uno tra i due workshop: ecologia e diritto. Nel workshop abbiamo affrontato l'argomento attraverso il gioco e ancora in modo esperienziale e testimoniante, in pieno spirito salesiano! Ho apprezzato molto lo scambio di conoscenze e idee che c'è stato nel mio gruppo di laboratorio, quello di ecologia integrale. In generale quindi la giornata, per me, è stata fruttuosa e interessante!

  • Campi Base 2022

    Nel mese di giugno tra Col Di Nava, Loreto e Arcinazzo, si sono svolti i tre Campi Base MGS del nostro territorio Italia Centrale. Abbiamo chiesto a tre ragazzi che hanno partecipato di descriverci la loro esperienza per la prima volta ad un campo territoriale e in particolare a questo, il primo dei tre livelli di formazione (preceduto in alcune zone dal campo biennio). Margherita Polenta - Ancona - Campo Base Col Di Nava: Se dovessi trovare una sola parola per descrivere il campo base probabilmente direi profondità. È stata una settimana ricca di spunti, divertimento, preghiera e momenti personali, una settimana che mi ha fatta crescere non solo come animatrice ma anche come persona, facendomi conoscere lati di me che non credevo di avere. Ho incontrato persone e animatori che hanno contribuito a rendere ancora più speciale questa esperienza, che sicuramente non dimenticherò. Probabilmente la cosa che mi ha colpito di più è stata l'avere la possibilità di prendersi dei momenti da soli o accompagnati da un animatore, quando ne avevamo la necessità. Livia De Vito - San Marco Latina - Campo Base Arcinazzo: L'idea di mettere da parte i consueti giochi spaventa la maggior parte dei ragazzi, ma alla fine del percorso ci si rende davvero conto di quanto questa esperienza valga ai fini della propria crescita. E così messe da parte le preoccupazioni, chiunque è riuscito a parlare e a mettere a disposizione di tutti una parte di sè, la propria storia. Non sono ovviamente mancati momenti di svago, tra serate, servizi e tempo libero, che hanno reso il tutto ancora più divertente e leggero, proprio come Don Bosco voleva, e ci hanno permesso di creare legami profondi e sinceri. Il campo Base ci ha dato modo di incontrare ragazzi simili a noi ma, al contempo, tanto diversi: sebbene accomunati dalla fede in Dio e dal cammino, ognuno affronta il percorso in maniera diversa. Ci siamo confrontati con città, abitudini e ideali nuovi, con persone cresciute in ambienti e contesti tanto differenti e, per questo, tanto speciali. Insieme all’ accompagnamento di un’incredibile equipe, siamo cresciuti insieme, scoprendo gli altri ma soprattutto noi stessi. Inizialmente sconosciuti, si è creata infine una grande famiglia, in cui ognuno è accettato e amato per quello che è ed ha imparato a fare altrettanto. Ci sono state risate, lacrime, canzoni, carezze e abbracci (oltre a numerose cadute e sbucciature) che non si sono limitati al campo ma continuano tutt’ora, alcuni di noi piú vicini altri piú lontani (quest’ultimo solo fisicamente, mai col cuore). Il Campo Base ci ha aiutato a pensare, ci ha permesso di trattare argomenti banali eppure di cui non si parla nella frenetica routine, ci ha insegnato cose nuove su Don Bosco, su ciò che facciamo tutti i giorni. Siamo diventati animatori migliori, non esclusivamente per l’oratorio ma per la vita: l’animatore non è solo colui che gioca con i ragazzi il pomeriggio, ma chi ogni giorno porta nella quotidianità ciò in cui crede e lo trasmette agli altri, chi ama la vita e ama il prossimo come fosse se stesso, trova in ogni persona il punto accessibile al bene. Io, personalmente, associo questo campo ad una frase (della mia canzone preferita) dei Thegiornalisti: “In cerca della gente come te/Che si abbraccia senza un motivo /E non discute mai di niente /Ma che si prende a cuore e si sente, e lo sente”, perché per un’intera settimana erano i cuori a parlare e non contava nient’altro se non noi e Dio. Giorgio Bello - Livorno SDB - Campo Base Loreto: Le mie aspettative per il campo base erano piuttosto alte, dato che in molti del mio oratorio me ne avevano parlato bene. Arrivato al campo mi sono trovato davanti a tanti giovani di altri oratori, e all’inizio non è stato facile, ma dopo che mi sono ambientato il campo si è rivelato quello che in tanti mi avevano detto: una bella esperienza. Da anni sono in oratorio, ma molte cose non le sapevo ancora e il campo base mi ha aiutato a scoprirle e a comprenderle; alcune cose ne avevo solo sentito parlare ma questa esperienza mi ha aiutato a comprenderle meglio. Le formazioni sono state tutte molto interessanti, ma quelle che mi hanno colpito e coinvolto di più sono state quelle sulla “Conoscenza di Sé" e sul “Sistema Preventivo”, sistema che avevo solo sentito per nome e che non sapevo cosa fosse. Il laboratorio che mi è piaciuto di più è stato quello su “Tecniche e Giochi” che mi ha insegnato molte cose. I momenti liturgici sono stati molto belli, mi è piaciuto il buongiorno, durante il quale pregavamo le lodi, divise in piccole parti, e ogni giorno ci veniva spiegato un pezzettino in più e arrivati alla fine della settimana le abbiamo pregate complete avendo più consapevolezza di cosa stessimo pregando. Ci sono stati due momenti giornalieri molto belli: il primo era il diario, dove ogni sera scrivevamo tutto quello che avevamo fatto, questo mi ha aiutato a ripercorrere l'intera giornata, ed ancora oggi rileggo quelle pagine per ripensare a quei giorni, il secondo era quello sulle Pillole di MGS, dove ho capito che cos’è il MGS, che per anni pensavo essere solo una sigla, ma grazie a questo momento ho capito che c’è molto di più e mi hanno fatto capire che “io sono MGS”. Con i ragazzi degli altri oratori, dopo essermi ambientato, ho stretto una bella amicizia. I membri dell’Equipe sono stati molto bravi, alcuni li conoscevo già grazie ad esperienze passate, gli altri che ho conosciuto al campo si sono dimostrati subito molto simpatici, si vedeva che gli piaceva essere lì, e mi hanno passato molto della loro esperienza come animatori salesiani, e ne farò tesoro. L'esperienza del CAMPO BASE è stata molto bella e non vedo l’ora di andare l’anno prossimo al CAMPO BOSCO.

  • Campo Bivio 2022

    Dal 24 al 30 luglio 2022, io e altri trenta tra ragazzi e ragazze provenienti da Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna e Toscana, ci siamo riuniti presso la casa Don Bosco di Castagno d'Andrea (FI) e abbiamo condiviso l'ultimo campo di Formazione Animatori: il Campo Bivio. Gesù diceva "Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto." Ecco, ci siamo chiesti "chi sono io?", "per chi sono io?". Abbiamo iniziato a cercare risposte alle nostre domande, a scavare in noi stessi per conoscerci meglio e scegliere di essere (e non solo fare) l'animatore salesiano. Abbiamo bussato e in primis aperto i nostri cuori per accogliere il Signore e scoprire la nostra missione. In tanti abbiamo definito questo campo come una boccata d'aria fresca di cui avevamo fortemente bisogno dopo questi anni difficili, mettendoci in gioco dal primo all'ultimo giorno. È difficile spiegare a parole cosa ha significato per noi questa esperienza. C'è chi ha fatto i conti con il passato e ha iniziato ad aggiustare i pezzi del proprio cuore che si erano sgretolati durante la frenetica quotidianità. Alcuni hanno ritrovato la propria strada, il proprio io. Altri si sono riavvicinati alla Fede e ai Sacramenti dopo tanto tempo. C'è chi ha trovato conforto in uno sguardo, in un sorriso e in un abbraccio sincero. Più di uno ha capito di non essere solo e si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. Qualcuno non si è fermato alle apparenze e ha scoperto il punto accessibile al bene del proprio compagno di squadra. La maggior parte di noi è partita con una valigia piena di dubbi, paure e insicurezze ed è tornato a casa con più consapevolezza di chi è e di chi vuole essere. Il tempo è volato, abbiamo condiviso un pezzo di cammino insieme in un clima gioioso, amorevole e familiare, accompagnati e guidati da un’équipe spettacolare. Ma il vero Campo Bivio è ogni giorno, nelle nostre piccole realtà, in oratorio, in Chiesa, all'università, al lavoro, in famiglia e con gli amici. In ogni luogo e in ogni momento siamo chiamati ad essere semplicemente e meravigliosamente noi stessi: animatori salesiani.

  • Campo Bosco 2022

    Definire il Campo Bosco in poche parole sarebbe molto riduttivo; ripensando però a tutto ciò che ho vissuto, la prima parola che a pelle mi è venuta in mente è “instabilità”. Il Campo Bosco mette in crisi un po’ tutte le certezze che potresti avere pensando a Don Bosco, pensando a te e, soprattutto, pensando all’oratorio. Ho incontrato tante persone che mi hanno fatto bene al cuore: sia tra i nuovi amici di tutto il MGS IC, sia tra quelle persone di cui sentivo parlare, ma che mi sembravano quasi immaginarie, come Domenico Savio o Bartolomeo Garelli… ma è grazie a loro se oggi posso dire chiaramente che l’oratorio altro non è che un luogo per anime allegre. Paolo Marcelli, Latina, gruppo mamma Margherita. Il Campo Bosco è un’esperienza unica nella vita. Poter rivivere la storia di San Giovanni Bosco e Santa Maria Mazzarello nei luoghi stessi in cui loro hanno operato non ha eguali. Con il nostro gruppo abbiamo rivissuto tutte le tappe principali di un’incredibile storia che ci ha portato a conoscerci, nel loro nome! Tanti aneddoti, storie e sogni li conoscevo già, ma poterli vivere nei luoghi santi in cui tutto è successo ha avuto un valore completamente diverso, soprattutto vivendoli con un gruppo di ragazzi che fanno della loro fede un pilastro della loro vita. La grazia che Don Bosco e Maria Mazzarello ci hanno donato è proprio questa credo, un movimento di giovani che credono e camminano tutti sulla stessa strada, quella per la santità e la salvezza dei giovani. Sarò sempre grato di aver potuto vivere quest’esperienza fantastica con un gruppo di ragazzi davvero speciali e con un’equipe che ha saputo trasmettere al meglio la spiritualità, e la storia da cui proveniamo. E ora non finisce qui, perché da oggi 84 ragazzi sono ancora più pronti e formati per portare Don Bosco Madre Mazzarello nella vita dei giovani dei loro oratori! Mattia Cimolato, Varazze, gruppo Giovannino.

  • Destinazione Polonia- un servizio silenzioso

    “Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino”. Una delle domande più frequenti che ci sono state poste a Cracovia è “di dove siete?”, aspettandosi una sola città come risposta. E invece i 9 ragazzi e ragazze che sono arrivati qui in Polonia vengono da quasi altrettante località dell’Italia Centrale. Prima di venire qui, anche noi come il buon samaritano eravamo ognuno nel proprio viaggio e percorso. Mentre facevamo buoni propositi a capodanno non ci aspettavamo una guerra in Europa, fino a Marzo non sapevamo ci sarebbe stata una proposta per aiutare un’Ucraina devastata da un’insensata invasione “di quell’uomo pazzo” come lo chiamano qui. E invece accanto ci è passata questa proposta. Era facile non notarla, facile dire di no perché i piani erano altri, c’era altro nelle nostre menti. Venire è stato un salto nel buio, un mettersi a servizio senza sapere prima il come e il dove. Arrivati lì, l’esperienza è stata un mettersi a servizio con fiducia e disponibilità. La comunità polacca, rappresentata fortemente da Don Marcin, ha accolto i rifugiati ucraini facendo di tutto per creare una comunità indipendente, una vera casa lontano da casa. Li hanno protetti da giornalisti, persone che cercano più l’esperienza di cui parlare che non l’aiutare davvero il prossimo. In pratica, abbiamo dovuto accettare il non aver a che fare con loro, rispettare i loro ambienti e limiti. Il servizio è stato invece con i confratelli salesiani e tutta la comunità che li aiuta a portare avanti il centro. Abbiamo restaurato un parco missionario, rinnovato una chiesa e tanti altri servizi. Ci si potrebbe chiedere: cosa c’entra tutto questo con l’Ucraina? In senso pratico, stavamo sia contribuendo a creare spazi belli per la loro comunità, sia liberando persone più attrezzate di noi (sia linguisticamente che in esperienza) per passare più tempo con loro invece che sulle impalcature di una chiesa. In senso spirituale, è stato scoprire nel quotidiano quelle parole sentire e cantate così tante volte: amare è servire. Nelle parole di don Marcin, abbiamo fatto un servizio silenzioso, che non ha bisogno di farsi vedere e lodare. La comunità ucraina era perfettamente a conoscenza della nostra presenza e del nostro contributo, senza bisogno di intrudere nella loro quotidianità. E nell’ultimo pasto a Cracovia, vissuto con i profughi, abbiamo potuto finalmente conoscere il fratello che si vede. Il servizio è stato fatto, ma anche ricevuto. È davvero difficile pensare come una comunità avrebbe potuto accoglierci più familiarmente di quella polacca. Preti e chierici che ci hanno trattato con la fraternità che ti aspetteresti da chi conosci da sempre, lavoratori che tra una mansione e l’altra scherzavano e ci parlavamo della loro vita. Ma anche giovani di Cracovia, animatori come noi, che ci hanno mostrato la loro città e parlato come se si fosse amici da una vita. Parafrasando Don Marco, abbiamo dato ciò che potevamo nel nostro piccolo, e ricevuto come più non avremmo potuto ricevere.

  • Partirono senza indugio – Esercizi Spirituali Missionari 2022

    Dal 29 aprile al 1° maggio si sono svolti gli esercizi missionari 2022 in parte a Roma, in parte nella casa di Villasora, a Frascati. Ciò che rende speciali queste tre giornate è proprio il carisma salesiano missionario, determinate tematiche e alcune attività specifiche. Questi esercizi sono dedicati ai giovani che hanno partecipato al percorso di MissioLab o che hanno una particolare sensibilità missionaria. Leggi l’articolo per scoprire di cosa si tratta e per maggiori informazioni. I partecipanti, provenienti da tutta l’Italia Centrale, si sono incontrati alle 16:30 presso l’istituto di via Marghera 40 a Roma, vicino alla stazione Termini. Dopo una dinamica di conoscenza, una breve lezio introduttiva di don Francesco De Ruvo, i vespri e la cena al sacco, il gruppo si è spostato verso la casa del Sacro Cuore per fare un’esperienza di missionarietà con i ragazzi della Banca dei Talenti. “La Banca dei Talenti è uno dei Progetti Missionari della realtà salesiana del Sacro Cuore in Castro Pretorio, che opera nell’ambito della carità verso i senza fissa dimora della stazione Termini a Roma. Il parteciparti si riuniscono tutti i venerdì sera, dalle 18.30, al Sacro Cuore (via Marsala, 42) per preparare panini e tè, che poi, dalle 21 alle 22.30 circa, vengono distribuiti alla stazione Termini e nelle vie adiacenti. Lo scopo fondamentale del gruppo non sta tanto nella distribuzione di pasti e bevande, ma nell’instaurare una relazione con le persone incontrate, costruendo rapporti di vera vicinanza reciproca, che alimentino la speranza e la gioia di chi ne è coinvolto. Il servizio è quindi anche mezzo di crescita umana e spirituale nella fraternità nel sostegno reciproco.” (Dalla pagina facebook del gruppo https://it-it.facebook.com/labancadeitalenti/) Dopo l’esperienza, il gruppo si è spostato alla casa salesiana di Villasora, dove ha passato la notte e gli altri due giorni. La mattina del sabato è iniziata con le lodi e la colazione, seguiti da una letio di suor Anna Maria Spina sul brano della vocazione di Matteo preso dai tre vangeli sinottici e con l’aiuto dello splendido quadro di Caravaggio. Dopo il momento di deserto (un momento dedicato al silenzio e alla riflessione personale), i giovani hanno condiviso a coppie qualche pensiero in giro per l’incantevole e fiorente giardino di Villasora. Prima di un buon pranzo all’aperto, la mattina si è conclusa con la celebrazione della messa. Dopo il pranzo, i partenti per il Togo e l’Egitto si sono riuniti per un momento di preparazione all’esperienza estiva. Quest’anno, infatti, sono state proposte due esperienze di circa 4 settimane nella casa di Alessandria d’Egitto e di Lumè. Al momento coi partenti, è susseguita una letio di suor Linda Pocher, che ha dedicato un importante spazio della sua giornata al gruppo, e un momento di deserto. La serata è continuata con un workshop missionario, un’attività molto interessante che ripercorreva le opere di alcuni missionari che hanno fatto la differenza in giro per il mondo. Il workshop, come il resto degli esercizi, è stato organizzato da suor Laura Siani, don Francesco Carta e Marco Santini, che hanno preparato i tre giorni con tanto impegno ed entusiasmo e meritano un grande ringraziamento. La sera è stata poi arricchita dai vespri e da un bellissimo tramonto ammirato dalla terrazza di Villasora, dalla quale il gruppo ha intonato Resta qui con noi davanti a una splendida vista su Roma. Dopodiché, la cena è stata una vera dimostrazione di cosa significhi fare una grigliata. Un ulteriore ringraziamento, infatti, è da fare alle persone che hanno preparato i pasti con cura e attenzione, rendendo i giorni di esercizi ancora più piacevoli. Dopo la cena, in puro stile salesiano c’è stato un momento di convivialità, semplice ma allo stesso tempo perfetto. Queste occasioni ci mostrano sempre come non servano grandi cose per stare bene insieme, ma come basti un po’ di spensieratezza e allegria per trasformare una semplice mezz’ora in un momento speciale. Dopo la piccola serata e la buonanotte di una ragazza del gruppo, Costanza, la giornata di sabato si è conclusa con un momento di adorazione. La domenica mattina è stata caratterizzata da una letio itinerante di don Francesco Carta. Il brano evangelico protagonista della letio è stato quello dei discepoli di Emmaus. In cammino, i ragazzi hanno percorso varie tappe del brano come i due discepoli hanno percorso varie tappe del loro viaggio. Il momento successivo è stato di silenzio e riflessione personale. Dopo la messa domenicale e il pranzo, il gruppo ha condiviso qualcosa sui tre giorni di esercizi spirituali ed è stata donata una piccola bussola a tutti, un simbolo che i partenti in Togo e in Egitto porteranno con loro nella loro esperienza missionaria estiva. Dopo la condivisione e i saluti, i partecipanti sono tornati, chi prima chi dopo, nelle loro case, pronti a trasformati da un’arricchente esperienza a fare sempre più il Bene. Sono stati tre giorni di grande fraternità e condivisione, organizzati con cura e attenzione, e ricchi di bei momenti passati insieme e di riflessioni profonde. Un grazie speciale a Colui che ha donato a tutti i partecipanti di fare questa bella esperienza, agli organizzatori, ai cuochi, a suo Linda, suor Anna Maria Spina, don Francesco de Ruvo, don Francesco Carta, ai giovani della Banca dei talenti, alla casa ospitante di Villasora e a tutti coloro che hanno accompagnato i giovani in questi esercizi missionari del 2022. Una nota particolare deve essere dedicata anche a due ragazzi che hanno seguito gli esercizi, per quanto possibile, da casa causa covid. Ci auguriamo di poter tornare sempre più alla normalità il prima possibile, dimostrando che neanche il covid può fermare la voglia e l’entusiasmo degli esercizi spirituali. Come i discepoli di Emmaus, anche i partecipanti di questi esercizi partirono senza indugio verso le proprie comunità e fra qualche mese per l’estero.

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