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Anche le pietre parlano!

'Qui anche le pietre parlano!' Con queste cinque parole si apre il Campo Bosco, un campo-pellegrinaggio, possiamo dire, sulle orme di Don Bosco e Madre Mazzarello, seconda tappa per la formazione animatori destinata a tutti i ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano.

Appena sentita questa frase le mie reazioni sono state: ‘Da quando in qua le pietre parlano? Perché dovrebbero farlo? E soprattutto, cosa mai ci potranno dire?’ Poi pensandoci non si parlava di pietre qualsiasi, bensì di pietre che avevano ‘vissuto’ la scoperta della chiamata, la maturazione e la realizzazione del progetto di vita che Dio aveva scelto di riservare a Don Bosco e Madre Mazzarello, e pensare che delle pietre potessero arrivare addirittura a ‘parlare’ mi ha dato subito l’idea di quanto anche solo gli stessi luoghi sarebbero bastati a trasmettere una testimonianza.

Il mio spirito iniziale perciò, oltre ad essere felice di rincontrare i ragazzi conosciuti l’estate scorsa al precedente campo Base, fremeva nel vedere ma soprattutto respirare ‘una boccata di Vita’, e posso dire che le mie aspettative non sono state deluse.

Perciò con lo zaino in spalla, delle scarpe comode ai piedi, moltissimo Autan spruzzato su gambe e braccia e soprattutto le ‘Memorie dell’Oratorio’ sempre a portata di mano piano piano ci siamo incamminati ogni giorno diretti verso una nuova meta affrontando ogni volta un diverso aspetto della Spiritualità Salesiana, partendo da dove tutto è nato, Becchi e Colle Don Bosco, e arrivando fino a Mornese, luogo natio del Carisma Salesiano al femminile. All’iniziale sentimento di curiosità e meraviglia nel poter finalmente visitare i luoghi dei quali avevo tanto sentito parlare fin da bambina, si è andato poi ad affiancare l’impegno di vivere ogni momento con ancor più serietà, approfittando del silenzio come occasione di confronto personale, lasciandomi così prima sfiorare e poi toccare dalle vite dei due Santi.

Posso dire che l’esperienza di questa estate sia stata uno ‘schiaffo’ ma allo stesso tempo una grande carezza. ‘Il campo Bosco è forse il campo più difficile’, altra frase che dentro me ha riecheggiato più volte. E qui si spiega lo ‘schiaffo’. Uno dei grandi doni inaspettati che mi ha fatto questo campo è stato l’essermi ritrovata e non è sempre stato facile, anzi, l’ascolto delle quattro testimonianze di don Michelangelo, Marco, Danilo e Sara e suor Nicoletta, l’approfondimento del Carisma Salesiano e la riflessione quotidiana sulle esperienze e le difficoltà incontrare da Don Bosco e Madre Mazzarello e il loro atteggiamento nell’affrontarle sono stati tutti elementi che mi hanno spinto ogni volta a mettermi sempre più in discussione con me stessa, portandomi il più delle volte a fare un passo indietro per paura forse, tentennando un po’. Tuttavia alla fine il desiderio di fare una scelta, anche faticosa, era più grande della paura di prendere una decisione. L’iniziale ‘schiaffo’ è stato così seguito da una grande carezza, una carezza nell’incontro con persone con le quali condividere un’esperienza forte ed entusiasmante come questa e nel non sentirsi così gli unici che dentro avevano qualcosa che Giovannino e Madre Mazzarello gli avevano messo sottosopra, una carezza nel sentire una pienezza ed una Gioia che ormai sembra non terminare più e una carezza avvertita nell’affidamento quotidiano durante la preghiera e la celebrazione eucarestica nell’incontro con il Signore.

Quello di cui mi sto sempre più rendendo conto è che sensazioni come queste non si finisca mai di ‘metabolizzarle’ per bene, o per lo meno questa è la mia esperienza; c’è sempre qualcosa di nuovo che quando meno te lo aspetti fa capolino, stravolgendoti così (in positivo) ancora una volta ed arricchendoti sempre di più. Il senso di gratitudine per tutto ciò che ho vissuto è davvero grande e ogni volta che ci ripenso è sempre più grande! Sicuramente non posso che fare tesoro di questa settimana e cercare di testimoniare nel quotidiano ciò che mi è stato donato. Perché quando ci si sente Amati nasce spontaneo il desiderio che tutte le persone che ci sono attorno si sentano a loro volta Amate; si vuole condividere la Gioia . Siamo così prima i destinatari dello sguardo del Signore poi un suo ‘strumento’ per dare agli altri ciò che noi abbiamo potuto ricevere prima di loro.


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